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mercoledì 30 marzo 2016

Perchè leggere Robin Hobb

Benvenuti nello spazio che ho deciso di dedicare periodicamente (costringendomi, se necessario) a qualche consiglio di lettura.
Siccome mi conoscete e probabilmente vi sarete stancati di sentire commenti a freddo come "Leggetelo! E' una figata pazzesca!" senza capire di cosa io stia parlando, ho deciso di motivare un po' di rotture di balle cui ho sottoposto recentemente i miei contatti di Facebook.

Comincio da Robin Hobb (che potreste conoscere come Megan Lindholm), cui la mia vita è stata dedicata da Novembre a Febbraio (nel senso che a parte leggere e andare a lavoro per quei quattro mesi ho fatto davvero pochissimo altro), perchè la Fanucci ha deciso di ristampare la saga dei Lungavista (tengo le dita incrociate per quelli successivi).

Robin Hobb ha pubblicato una serie di romanzi Fantasy con la Fanucci Editore nel lontano 2003. Nel 2003 io ero una ragazzina alle superiori, secondo o terzo anno, e scambiavo romanzi fantasy scelti più o meno a caso con la mia migliore amica, che aveva comprato questa saga bellissima su un giovane bastardo (di nascita) assassino di corte per la sua famiglia. In sé, sullo scaffale, i libri non facevano questo grande effetto: "L'Apprendista Assassino", "L'Assassino di Corte" e "Il Viaggio dell'Assassino". Sembrava la classica serie allucinante per ragazzini del liceo.
E invece no.
La serie non ha avuto questo grande successo in Italia, sebbene successivamente la Fanucci abbia pubblicato tutto il resto delle storie della Hobb, però a me era piaciuta. Quindi nel 2005, finita la prima serie, andai alla ricerca della seconda, che sarebbe stata tradotta e pubblicata in Italia solo nel 2007. La trovai in PDF, in lingua originale, e lessi anche quella, maledicendo la mia ancor scarsa dimestichezza con la lingua.
Poi basta. Pur vedendo altri titoli della stessa autrice sugli scaffali delle librerie, non c'erano i nomi dei personaggi che conoscevo, quindi tutto sommato non mi sembrava fondamentale leggerli. O almeno così pensavo.
Qualche anno dopo vidi qualche discussione sui social riguardo le altre saghe della Hobb, con opinioni contrastanti, quindi non mi venne proprio il desiderio di aggiornarmi.
Fino a Novembre.
A Novembre 2015 Sperling&Kupfer pubblica "L'Assassino. Il Ritorno". Ora, il più grande ostacolo verso il successo è stata l'infelice scelta di titoli che ha perseguitato l'intera saga: quest'onnipresente Assassino, che fa molto bimbominkia, al posto del Matto, eccellente protagonista della seconda saga - "Fool's Errand", "The Golden Fool", "Fool's Fate", o "La Missione del Matto", "Il Matto Dorato", il "Destino del Matto", che secondo me con delle copertine adeguate avrebbe reso molto più l'idea.
Vedere che L'Errore sia stato perpetrato dalla seconda casa editrice rattrista un po'. Infatti questo "Assassino: il Ritorno" doveva essere "L'Assassino del Matto", se vedete dove voglio andare a parare.
L'autrice gioca con i titoli rimpallando un Matto, un Assassino e una Missione, che poi sono il fulcro dei libri, mentre in Italia ci perdiamo tutto il gioco incentrando tutti i libri su questo dannatissimo Assassino bastardo.
A quel punto mi è venuta voglia di rileggere da capo le due saghe, i Lungavista e l'Uomo Ambrato, e già che c'ero ho aggiunto anche i Mercanti di Borgomago, di cui avevo sentito peste e corna e che invece mi è piaciuta anche più delle prime due.

Bene. Ora che conoscete il disastro editoriale vi spiego perchè dovreste leggere questi libri. Non vi parlerò della trama perchè potete leggerla in qualsiasi pagina di Wikipedia.
L'ambientazione non è pretenziosa, e come tipo di Fantasy parte in modo molto, molto low-magic. Ci si diverte molto con intrighi di famiglia e politica, ma quello che colpisce di più, che in molto fantasy viene dimenticato, è il realismo.
Se vi piace che i personaggi abbiano costantemente il problema di come viaggiare, di come non morire di freddo (o di come non morire in generale), di come sfamarsi la notte; se vi piacciono le piccole trovate alchemiche, gli esperimenti e la magia 'piccola', quella mentale; se vi piacciono i personaggi del borgo, quelli che hanno il papà ubriacone e i protagonisti che crescono continuando a fare errori tragici, ecco, questa è la saga che fa per voi.
Abbiamo letto tutti le grandi avventure in cui alla fine l'eroe fa esattamente quello che doveva fare a grandi costi. E se invece l'eroe di turno non fosse poi così eroico ma continuasse a fare scelte egoistiche come farebbe un sacco di gente al suo posto? E se la strada per l'eroismo non fosse così rosea e lasciasse il corpo con cicatrici davvero brutte? E se alla fine della strada per la salvezza del mondo ci fosse solo l'oblio, senza nessuno a riconoscere o ricordare l'eroe?
Questi sono tutti temi che nel fantasy vengono resi 'facili', il più delle volte.
E' raro leggere di tanto impegno nel farsi gli affari propri e tenersi fuori dalle macchinazioni altrui narrato in modo così convincente.
E' raro trovare una trama in cui il destino del mondo viene sviato dal sassolino, prima che diventi valanga.
E' anche raro trovare così tanti bei personaggi, personaggi convincenti, brillanti come pietre preziose e tanto unici in una sola saga. Di solito il Fantasy è fatto di eroi, antieroi e un sacco di macchie sullo sfondo che ricalcano stereotipi ormai antiquati.
Robin Hobb ci racconta un mondo in cui tutti i personaggi hanno una motivazione, e nessuno è un cartonato sullo sfondo.
E vi dirò di più. Dopo essere rimasti affascinati da una corte molto classica in cui tutti si muovono nell'ombra, in cui i segreti valgono più dei rubini, provate a spostarvi nelle Isole Esterne, dai Mercanti di Borgomago e tra i Pirati che vessano il loro commercio. Lì, alla luce del sole o davanti a una tazza di caffè, troverete intrighi e accordi per cui gli affarucci dei Lungavista sembrano bisticci tra bambini.
Famiglie di ricchi Mercanti, eredi fuggiaschi, Navi Viventi, Pirati e Schiavi sono i protagonisti di questa seconda saga (con delle perle uniche per chi ha apprezzato i Lungavista, ovviamente). E i Draghi. Ho già nominato i Draghi?
E poi tornate indietro, nei Sei Ducati, dove riprende la storia di Fitz il Bastardo.

Insomma, questo è un Fantasy coinvolgente, in cui rimarrete catturati dai personaggi. Fa ridere, molto spesso piangere, fa riflettere sulle scelte sbagliate che nella vita si fanno (e ce ne sono tante), parla di amore, di amicizia, di Famiglia e Casa. Come tutte le buone storie, alla fine ti riaccompagna per mano nella tua casa con un vago senso di tristezza, un po' perchè nonostante le 600 pagine di media per volume è già finita e un po' per i rimpianti (ma mai per le cose non dette).

La Hobb crea mondi piccoli, dettagliati, viventi. Piangere insieme a un Nave impazzita è facile quanto ridere con un giovane, pallido Matto. E per metà del tempo si vorrebbe tirare schiaffi a protagonisti capricciosi, senza nessun superpotere, che vogliono il proprio bene anzichè quello del Mondo. Ed è bellissimo.

Vi ho ricordato George Martin? Bene. Solo che la Hobb non abbandona un personaggio a morire, anche se a volte sarebbe molto più facile.

Godetevi la lettura, sul serio. Come ho detto, la Fanucci sta ristampando i volumi dei Lungavista (due a distanza di un mese uno dall'altro, quindi forse ci sono buone speranze). Se volete la mia, non perdeteveli.

Alla prossima!