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mercoledì 28 dicembre 2011

Cronache di un Natale

24 Dicembre
La giornata onestamente non prometteva benissimo. L'ho passata in libreria dalle 10 alle 18 per poi schizzar via, direttamente alla cena coi parenti. Avevo freddo e andavo in giro con la busta degli ultimi regali, fatti rigorosamente in libreria. La carta colorata ha fatto faville. Che poi, anche Federica (sorella) e Gloria (cugina) hanno deciso di farsi il regalo a vicenda da me. Mentre una fumava, l'altra sceglieva il regalo. La parte migliore, incartare il "Vocabolario Italiano-Napoletano" mentre Fede era in bagno. Sono diventata una scheggia a fare i pacchetti.
Per qualche strano allineamento astrale siamo riusciti non solo a sopravvivere alla follia del cane, sovreccitato da tutte quelle persone (mentre il porcellino d'India osservava tutti con espressione abbastanza scocciata), ma anche a formare di nuovo il 'tavolo dei bambini'. Che poi bambini... ormai arriviamo ai 23 anni, abbiamo 4 maggiorenni a tavola e Federico mangia anche il pesce senza fare storie, quindi stiamo davvero crescendo. A tavola eravamo 18. 19, contando Fausto. CHI E' FAUSTOOO? Fausto è l'amico nostro coi capelli lunghi. Un tipo un po' chiuso. Se mio zio sapesse quanto ha rischiato di bere nel bicchiere in cui era caduto Fausto (tanto, non poteva mica annegare...), complici tutti i parenti a tavola, non ci rivolgerebbe mai più la parola. Ciao zio!
Dicevamo di Fausto. Era ospite a cena (stile Ostrichette, se avete presente) ma si è ribellato al destino infame dell'insalata di mare per stare a tavola con noi e farci compagnia. Gli abbiamo dato un paio di consigli su come acconciare i capelli lunghi da hippie, ma non si è lasciato convincere. E poi, a Matteo piacevano: Federica lo ha beccato che li accarezzava mentre ci stava evidentemente provando in assenza di Valeria. Poi purtroppo le zie si sono alleate e hanno cacciato via Fausto. Pensavamo che fosse finita lì, quando, magiamagia, il cane si è messo a vomitare. Che per fortuna avevamo finito di mangiare, sennò era più brutto di com'è stato. E non è stato bello, fidatevi. Comunque, il cane ha continuato a vomitare tutta la sera. Nel frattempo la Messa è stata fredda come al solito ma meno smorta. Il Maestro del coro aveva fretta, quindi per la prima volta in una decina d'anni non ha utilizzato il suo famoso 'Tempo da Marcia Funebre' (che 'Adagio' e 'Lento e Doloroso' gli fanno un baffo) a favore di un comodo 'Finiamola qui'. Roba che quando alla Comunione si è messo a dirigere l'unico pezzo a cappella (per fortuna) è rimasto un po' sorpreso di vedermi mimetizzata in mezzo ai soprani. Sorpresa!
E quando siamo tornati il cane vomitava ancora ma in compenso c'erano i regali da aprire, e lì fa sempre allegria, perchè se ti regalano un profumo è un modo sottile per passare un messaggio... che a due persone ci si ride su, ma quando arriva la zia che ha regalato creme corpo e bagnoschiuma a tutti ci si fa qualche domanda. Sarà mica un tratto di famiglia? Alla fine si va a dormire per le 3.30, dopo aver tolto dalle mani di papà 'Due figlie e altri animali feroci', che leggere Leo Ortolani a quell'ora si svegliano i vicini. Sicuro.



 Fausto, un amico un po' chiuso...

25 Dicembre
Natale non è Natale... senza la seconda Messa. La sveglia alle 9.00 è sata un colpo nelle costole. Mi stavo ancora chiedendo se qualcuno poteva aver preso la targa del treno che mi era passato sopra (quale treno, quale targa?), quando mi sono ritrovata di nuovo al freddo in chiesa. Che va anche bene, ma non quando sei in minigonna perchè devi andare al pranzo di Natale subito dopo. E ti accorgi troppo tardi che la macchina si è rotta ieri sera. Oh, il treno mi aveva distratta, che volete? La seconda cosa che vedi la mattina di Natale è Fausto, in salotto. Allora guardi meglio... e sì, i capelli sono i suoi. Il poveretto era stato buttato nel secchio ieri sera, ma ci dev'essere arrivata Penny, ecco perchè vomitava. E stamattina ci ha ridato le spoglie mortali del nostro amico Fausto. Ora si spiega tutto. Al cane, le cozze fanno male.
Se non altro le chitarre sono più allegre dell'organo, e iniziare la mattina di Natale con Andy, Gio e - a sorpresa - anche Lorenzo, non ha prezzo. Adesso sì che è Natale. E poi, vuoi mettere regalare i segnalibri di Bel-a-Nar e Lileath, che stile? "Che ti ha portato Babbo Natale?" "L'armatura nuova!" Oh, ma possibile che i giovani d'oggi siano così fortunati? Quanti anni sono passati da quando la gente era convinta che noi giocatori di ruolo si fosse tutti satanisti e le mamme appendevano i crocefissi ogni volta che gli amici ti venivano a trovare? Mah, i tempi cambiano, fortunato chi ne gode!
Comunque, seconda riunione di famiglia quando già le conseguenze della prima dovevano farsi sentire. Vi dico solo che - a malincuore e anche un po' offesi - i pinguini a un certo punto sono stati costretti a uscire dal bagno, visto che non era cosa. Fare il confronto tra le due famiglie non conviene. Sapete come si chiama a Roma quell'attrezzo che ha il martello da un lato e la picca (piccone, intendevo piccone...) dall'altro? Ecco, così.
E la sera ovviamente altro giro altra corsa, con il pezzo di famiglia che ci mancava. Stavolta, con calma e per piacere, a parlare di musica e svaccare. Bello.

26 Dicembre

Uno spera che il Natale finisca dopo il 25. Eh, no, eh? Perchè se sei Stefania figlia di papà Stefano sei abituata ad avere casa piena di gente dalle 11 a mezzanotte anche del 26. E che non festeggi Santo Stefano? Figuriamoci! Infatti a mezzogiorno sono riuscita a vestirmi (ci vuol tempo a far riemergere la cameretta dal mare di marciume senza fondo a cui si sono aggiunti i regali di quest'anno) mentre arrivavano li ospiti. Contiamo anche quell'oretta per sperimentare i trucchi nuovi, e poi il pranzo. Eravamo in 13, a tavola. Ci riusciamo tutti gli anni, o a pranzo o a cena. Brava mamma che conta gli invitati! Il cane è stato buono tutto il tempo, i miei ragazzi hanno vinto i loro bravi 12 euro a Trentuno e Pietro si presenta in anticipo sulla cena portando 1kg di mozzarelle di bufala da Aversa. Ha guadagnato 100 punti con una mossa sola. Ma non glielo dite, sennò si spaventa. Partitone a Bang, interrotto dai cuccioli che devono tornare a casa, e poi fine-serata nerd con un po' di sano Super Munchkin, giusto per insegnarlo a Andy e Gio. Bilancio positivo, anche se in 3 abbiamo perso un sacco di soldi a Sinco!
Commento finale? Fortuna che è tornato Pit.

27 Dicembre
Il giorno di riposo lo passiamo a passeggio per labaro, poi coccole che con il moroso non ci si vedeva da un po' e quindi tanto per rimanere sul romantico via al parco a menarsi con le armi in lattice. Perchè un po' di allenamento per stare in compagnia è perfetto. In compenso mi sono goduta la mia giornata di Jeans&Nike, che vanno pure bene le Timberland ma ogni tanto i calli sui piedi chiedono pietà.
E poi, per chi pensava che fosse finita... no, cari. Dopo tre giorni di cibo... andiamo al ristorante! Ma sì, perchè Nichi deve tornare in Spagna e quindi è un ottimo momento per fare una cena con i cugini dalla parte di mamma. Alla riscoperta di quanto poco educativi siano i miei zii gemelli (quelli che condividono il cervello, e sono anni che cercano di capire chi dei due ce l'aveva l'ultima volta...) il pezzo forte della serata è stato il mio atto disperato: "Prova a fare un nodo al nastro senza lasciare le estremità...". Grande successo.
Nel frattempo un freddo cane, a Formello coi pinguini, e noi che ci eravamo adeguate a fare le splendide, perchè una volta la zia fashion ci frega, ma la seconda con la ballerina e le due fidanzate non ce la andiamo a rischiare, quindi tacchi e maglione stracorto (che poi in realtà è stralungo, ma se lo metti senza gonna... dipende dai punti di vista, insomma...) per stare sul sicuro, e i pinguini per strada ti fischiano pure. Le idee geniali!
E domattina si torna in Libreria, sperando almeno in un poco di silenzio... ma intanto voi godetevi le vacanze, che fanno sempre bene allo spirito! E poi raccontateci, perchè lo sappiamo che in famiglia ne succedono sempre di nuove...

Sotto le stelline di sempre...
Buone vacanze!!!

lunedì 19 dicembre 2011

E' Natale (per Voi)

Adesso mi impegno e scrivo anche una riflessione leggibile e seria sul Natale. Mi scuso, anzi, di non aver continuato settimanalmente, ma sono stata un po' presa dalla mia vita...
Abbiamo parlato di speranza e di attesa. Abbiamo parlato di osservazione e analisi profetica. Vi riassumerò il significato delle ultime due settimane di Avvento e della notte di Natale.
Innanzitutto non siamo più abituati a pensare al Natale come al giorno in cui si festeggia la nascita di Cristo. Ho visto in TV un servizio sui Calendari d'Avvento per bambini. Sapete quelli con le finestrelle coi giorni e i cioccolatini? Una ricerca ha fatto saltar fuori che oltre ai Calendari di Toy Story, delle Winx e del Re Leone, il 90% dei Calendari d'Avvento hanno una carenza che antropologicamente parlando è spaventosa: il Bambinello. Un Calendario d'Avvento bellino, colorato, caratteristico, con i Babbi Natale, le Befane e gli animaletti della fattoria. Bellini. E l'asino e il bue? E quel bambino per cui è nata questa festa? 'nGeppiù, diceva una vecchia battuta da oratorio.
E allora, per cosa aspettiamo il Natale? Per vedere i parenti? Per lo stress del cenone? Per fare a gara coi vicini a chi c'ha le luminarie più belle? O a chi c'ha meno giorni di vacanza? Ma andiamo... come al solito non mi rivolgerò solo ai Cristiani, e prenderò a modello i pagani che conosco. Ma lo sapete che anche i pagani festeggiano, a fine Dicembre, una sorta di Natale? Si chiama Yule, ed è la bellissima festa del Solstizio d'Inverno. Molto meglio del Natale, da un certo punto di vista. Anche loro festeggiano la luce che rinasce e che riesce a superare in forza e splendore il momento più buio dell'anno. Il significato spirituale è lo stesso, ma per loro la festa assume un significato univoco. Non c'è il Babbo Yule, non ci sono i regali di Yule (oddio, in realtà questa è una mia supposizione) e non ci sono le routine familiari. Da questo punto di vista ammiro molto i fratelli pagani, perchè non essendo legati alle tradizioni sociali italiane si possono godere le loro festività con un senso di sacralità molto più alto rispetto a quanto facciano i Cristiani, praticanti e non. Conosco un sacco di cristiani praticanti che cantano nel coro parrocchiale e poi la notte di Natale, in una delle due messe più belle e commoventi dell'anno liturgico, non si presentano perchè devono cucinare il cenone alla famiglia. Ma allora tutti questi discorsi che senso hanno?
Manca il Mistero, manca la poesia! E' come se i lampioni delle strade, le vetrine illuminate e tutte le lucine degli alberi di Natale ci avessero tolto la percezione della notte in cui siamo, del silenzio e della meditazione.
La bellezza del Natale sta nell'attesa di una cosa bella che nasce (che non è necessariamente il regalo sotto l'albero, anche perchè c'è crisi...), nel godere di quella luce che spunta nell'ora più buia. La Veglia di Natale è bellissima. La gente che canta, le luci accese e il freddo e il buio lasciati fuori. Da' l'impressione che tutto possa andar bene, che possiamo illuminare i momenti più bui e che, stando lì tutti insieme, possiamo veramente mostrare la strada come la leggendaria stella cometa. I buoni sentimenti che dovrebbero nascere, le favole, i miracoli... c'è ancora spazio per loro in questa festa così corrotta dal mercato?
Sembra il solito sproloquio sui bei tempi andati: ma rifletteteci davvero. Ci sono un sacco di cose belle in questa festa così stressata. Ridatele il suo senso di rinnovamento, e vedrete che starete meglio voi e starà meglio anche chi vi sta intorno!
Per una volta la Crisi potrebbe essere una cosa buona. Approfittatene per regalare un sorriso, per fare un gesto d'amore e per rendere il Natale un momento speciale, e non solo una buona occasione per spendere i soldi.
Siate bravi Cristiani! (O anche bravi Pagani, a noi va bene tutto!)

Buon Natale per davvero!

E' Natale (per me)

Siamo al 19 Dicembre. Quanti giorni mancano al Natale? Tre? Quattro? Ok, siamo tutti d'accordo sul fatto che è vicino. Avevo da qualche parte una lista di cose da fare prima di Natale (regali compresi). Ne ho fatte sì e no due. E ho dimenticato dove sia finita la lista. Capito il concetto?
Ecco come ci siamo ridotti per Natale nella società moderna. Non so come siate messi voi ma io il 24 mattina lavoro. Tornerò a casa giusto in tempo per farmi una doccia e andare a impuzzonirmi di fritto per aiutare mia zia in cucina. Sempre che la famiglia sia dell'umore giusto per festeggiare il Natale dopo gli ultimi scazzi (si può dire 'scazzi'? Ma si, dai...).
Dicevamo. Siamo al 19 Dicembre e io ho già cantato in due concerti di Natale. In più uno sono andata a sentirlo e un altro ci sarà Giovedì sera. In macchina dei miei continuiamo ad ascoltare Mariah Carey e "All I want for Xmas is you" quest'anno non sembra funzionare. Siamo più nervosi, più preoccupati e più impegnati di... sempre, direi. Però Natale è tra qualche giorno.
Ci avete fatto caso di quanto i giorni si riducano in numero e durata quando avete troppe cose da farci stare dentro?
Me ne sto qui al freddo in libreria e mi faccio un conteggio accurato delle persone da lasciare nella lista dei regali di Natale. Non ce ne sono rimaste molte, a dire il vero. Colpa del budget fornito dallo stage in libreria, purtroppo. E no, non ho davvero il tempo di dare ripetizioni la sera o di fare la babysitter. Mi viene da piangere solo a pensarci.
Per questo chiederò ai miei amici di non farmi regali di Natale: siete avvertiti, non potrò ricambiare. Però un regalo lo chiedo a tutti. Smettetela, per piacere, di dirmi che dovrei fare meno cose. Il lavoro mi serve, la scuola non la mollo proprio all'ultimo anno (si tratta di altri sei mesi, in fondo), la parrocchia mi impegna un totale di 4h a settimana ormai, il coro mi serve per non mettermi a urlare in mezzo strada. E sui giochi di ruolo non si discute. Continuare a sentire gente che mi dice 'lascia qualcosa' mi irrita profondamente (per rimanere sul tono civile). Mi sono già liberata di tutte le cose che mi impicciavano ed evidentemente più di così non voglio fare. Quindi fatemi un favore: fate finta che io abbia una vita tranquilla e serena e smettetela di ribadire l'ovvio. Ho poco tempo e me ne sono fatta una ragione, ok?
Adesso fatemi stare tranquilla e non preoccupatevi per me, che io sto cercando di non farlo!
Cercate invece di rilassarvi al posto mio e di passare dei bellissimi giorni di vacanza, se ne avete.
Buon Natale!

giovedì 1 dicembre 2011

Profeti... di cosa?

Colgo l'occasione della seconda Domenica d'Avvento per accennare un argomento controverso: i Profeti.
"Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri."

Sono il secondo e il terzo versetto del Vangelo secondo Marco, che si riferiscono a Giovanni Battista, ultimo dei Profeti, che annuncia la venuta di Gesù. Mi ricordo che, quando ero piccola e cantavo proprio quelle parole, la domenica, con mio padre ci divertivamo ad immaginare quest'uomo coperto di pelli che urlava nel bel mezzo del deserto, da solo. Non era difficile capire lo stupore della gente, di quelli che lo vedevano e probabilmente pensavano che fosse completamente pazzo. Sono sempre rimasta affascinata dalla figura del Battista. Pensate: era il cugino carnale di Gesù. Infatti Elisabetta, sua madre, era la cugina di Maria, nata sterile. Le fu concesso di avere un figlio, nato solo pochi mesi prima di Gesù, che sarebbe stato l'ultimo dei Profeti e avrebbe fatto una fine orribile (avete presente il gioco preferito dei piccoli Gesù e Giovanni: "Testa o croce?").
Allora immaginate questo ragazzo che sa di avere un cugino più piccolo ma molto simile a lui, e a un certo punto scopre di dovergli aprire la strada perchè sarebbe stato 'più grande di lui'. Ora a parte le varie missioni divine e tutto il resto: riuscite ad immaginare la vicenda umana che c'è stata dietro? Immaginate come siano cresciuti i due bambini, o la vicinanza delle loro madri, tutte e due consapevoli di quello che comportavano i loro parti fuori dal comune (non è che gli altri Profeti e Prescelti del Signore avessero avuto vite tutte rose e fiori, prima di loro...). Immaginate realmente come dovessero sentirsi sia le madri che i due pargoli?
Ecco... secondo me la situazione della famiglia di Gesù è molto indicativa di cosa voglia dire essere 'Profeta'.

Quello che la gente non sa (o non ricorda).
Chi sono, se ci sono, i Profeti dei nostri tempi? Da cosa si riconoscono?
In realtà la domanda - per i Cristiani - ha una spiegazione talmente semplice che fa quasi ridere. Vi spiego perchè. Secondo gli usi della Chiesa Cattolica tutti coloro che ricevono il Dono dello Spirito Santo sono chiamati ad essere Sacerdoti, Re e Profeti. Ora, lasciando per il momento da parte le prime due 'vocazioni', mi soffermerei sulla terza. Innanzitutto: come si 'riceve' lo Spirito Santo? Sempre secondo la tradizione Cattolica attraverso i Sacramenti, quindi prima di tutto con il Battesimo. Ora... una buona fetta della popolazione Italiana è battezzata. Vuol dire che siamo tutti potenziali Profeti? Che avremo tutti le visioni, parleremo coi roveti ardenti, andremo in giro sui carri di fuoco e così via?
Beh... onestamente sarebbe simpatico, ma... si alla prima e no alla seconda. Non credo proprio che funzioni così. Al giorno d'oggi ci vogliono Profeti un po' più pratici, anche perchè io vivo a Roma: avete idea di che guaio sarebbe cercare di parcheggiare il carro di fuoco?

La risposta è nella domanda lasciata in sospeso nell'ultima riflessione. "Leggere i Segni dei Tempi". Questa costruzione sintattica molto simpatica è stata usata per la prima volta negli Atti degli Apostoli, ed è stata ripresa da Benedetto XVI a proposito della situazione della Chiesa. La situazione era quella che stiamo analizzando noi stessi: i primi discepoli di Gesù, gli Apostoli stessi e i membri delle prime comunità cristiane sorte intorno a loro, cominciavano a sentirsi spaesati. L'avvento di Gesù aveva cambiato un bel po' di cose nelle loro vite. E la sua ascesa al cielo li aveva lasciati pieni di dubbi. I primi apostoli  non sapevano bene come fare a continuare a predicare e mettere in pratica quello che Gesù aveva lasciato loro. E non avevano più una guida. La Chiesa, ora come ora, ha una guida. Ma ovviamente il mondo sta cambiando e anche la Comunità Cristiana si deve adattare perchè il messaggio non vada perso.

Ecco che arriva la nostra soluzione: leggere i Segni dei Tempi. Ovvero aprire gli occhi, guardarsi intorno, vedere quello che succede in giro e cominciare a lavorare di conseguenza. Nella Bibbia i Profeti vengono indicati come fari che rischiarano le tenebre. Vero è che non tutti i Profeti sono stati ascoltati, sul momento. Come si dice: "Nemo propheta in patria". Infatti i matti che gridano nel deserto è più facile che finiscano alla neuro piuttosto che essere ascoltati.
Quindi, se la prima parte dell'essere un Profeta è cercare di guardare al mondo nella sua interezza e ai problemi per quel che realmente sono, la seconda è sicuramente trovare le parole per comunicare le proprie scoperte al mondo, per dargli modo di capire a sua volta. Magari vi sarà capitato, qualche volta, di saper interpretare una situazione con più lucidità di altri, e magari avrete anche fallito nel tentativo di risolverla prima che degenerasse. Oggi vi sprono ad essere Profeti fino in fondo e a non desistere mai, di provare sempre a guardare le cose per come sono e di non aspettare che le disgrazie si abbattano sul mondo perchè tanto nessuno vi sta a sentire. Provate a fare qualcosa! Tirate fuori la voce (e rimboccatevi le maniche, ovviamente)! Io credo che l'azione sia un diritto e un dovere di tutti quelli che 'vedono' i problemi, perchè non si può sempre aspettare il miracolo. Bisogna agire e cercare di fare qualcosa di concreto. E questo vale nella vita di tutti i giorni come nei temi sociali più grandi di noi.

E se anche doveste fallire, se anche non dovessero ascoltarvi, non dimenticate di citare una frase famosissima tra i Profeti di un tempo: "Io ve l'avevo detto!" (ma non prendeteci l'abitudine... con il tempo diventa una frase molto amara...). Scherzo, se anche doveste fallire saprete nel vostro cuore che avete fatto il possibile. E questo è fare il Bene. I Miracoli non sono alla portata di tutti...

venerdì 25 novembre 2011

Avvento di speranza

Mi auguro che questo post sia il primo di molti. Avendo un po' di tempo e un po' di lucidità so di potercela fare. Periodicamente mi capita di ascoltare bei seminari tenuti da Vescovi e sacerdoti di ogni congregazione e parte d'Italia, e mi farebbe piacere condividere la serenità che determinate riflessioni mi trasmettono. Sono una di quelle persone che cerca di capire, professare e vivere la propria religione appieno, spronata anche dall'invito del Papa ad osservare i Segni dei Tempi (ma di questo magari parlerò un'altra volta). Oltretutto ritengo di non essere cieca alle infinite correnti spirituali del mondo moderno, per curiosità personale e per esperienza diretta, in molti casi. Mi piacerebbe rivolgermi, quindi, con le mie riflessioni, a tutte le persone, cristiani e non, per un percorso un filo più profondo di tutto quello che si ascolta alla televisione e di tutto quello che - singolarmente - ogni credo professa.

Oggi voglio parlare dell'Avvento. Non so quanto i lettori non cristiani ne sappiano, ma riassumendo per tutti, l'Avvento è l'inizio dell'Anno Liturgico Cattolico, il periodo che precede il Natale. Usualmente in Avvento si parla dell'attesa della nascita di Gesù Cristo, e si racconta la storia della Vergine Maria, quella del Battista... insomma, si parla della vera preparazione alla venuta del Figlio di Dio.
Nella pratica, l'Avvento è un tempo d'attesa, ma non un tempo d'attesa sterile. 
Dice il Signore: "Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati."
Questa veglia, quest'attesa, questa speranza, viene paragonata nel Vangelo di Matteo a una lampada. Una lampada che va accesa, che va esposta, la cui fiamma, seppure tenue, deve splendere per scacciare il buio della notte. Quale notte? La risposta del cristiano è 'quella senza Cristo'. Ma possiamo estendere il discorso. Poichè Cristo è Amore, quello con la lettera capitale, la notte dell'uomo è ogni momento della vita in cui si sperimenta la mancanza d'amore. Odio, risentimento, sconfitta, delusione, sono tutte notti: a volte più lunghe, a volte più corte. Questo concetto, d'altronde, non si può dire sia prettamente cristiano. Anche i lontani fratelli indiani d'america infatti conoscono la "Notte dell'Anima", e anche loro riconoscono che l'amore - e solo quello - può scacciar via le tenebre interiori dell'uomo. "Le religioni sono tutte sorelle", dice il Dalai Lama dall'altra parte del globo (Q.E.D.: come non credergli?).
Ma tornando a questa Speranza: il cristiano attende sperando. Che non è una cosa da poco. Cosa significa, nella vita di tutti i giorni, SPERARE? E' facile dire "La speranza è l'ultima a morire" quando nel cuore si è già amaramente rassegnati alla realtà dei fatti, a ciò che sembra impossibile o inevitabile. Avere speranza, una speranza cristiana, vuol dire essere pronti a costruire, a RIcostruire laddove necessario, vuol dire non abbattersi ed essere pronti a cogliere l'opportunità di cambiare le cose. Sperare non significa attendere con le lacrime agli occhi. Sperare significa soprattutto essere pronti per la festa che verrà.
L'attesa è una condizione che si presenta spesso nella vita quotidiana, che deriva proprio dall'incontro-scontro con le necessità altrui. Ebbene, per far sì che il tempo dell'attesa non preceda uno scontro, per attendere l'INCONTRO che ci attende, dobbiamo attendere sperando. Con la disperazione nel cuore, con il buio, non ci può essere incontro di sorta.
L'Avvento, un po' come la Quaresima, è un tempo che nel calendario liturgico invita ad essere pazienti, invita a riflettere e a fare pulizia nella propria vita, nel proprio cuore e nella propria mente. Qualcuno ha chiesto a Mons. Enrico Dal Covolo se questa attesa si sperimenta nella vita e quanto potrebbe durare. Ovviamente nessuno ha una risposta alla seconda domanda. Quanto alla prima, vi invito a rifletterci attentamente. La cosa sorprendente non è constatare che si, ogni tanto nella nostra vita può capitare, bensì quanto SPESSO ci ritroviamo ad attendere qualcosa o qualcuno. Che attendiamo una cosa bella o brutta, che si speri in un incontro o in uno scontro, quasi tutta la nostra vita si svolge in attesa di qualcosa.
Lo sprone che il Vangelo ci offre in questo periodo è di stare pronti, di stare svegli, di rimanere vigili ma col cuore sereno. Fede, Speranza e Carità non sono lontane tra loro, e non sono nemmeno lontane da noi. Non sono favolette per i bambini e non sono nemmeno 'cose da preti'. Tutti possiamo affrontare certe prove, e perchè non dovremmo farlo con le parole del Vangelo?

Ecco, attraverso poche parole della Bibbia ho cercato di osservare una tematica di tutti i giorni. Sarà l'abitudine, ma io non lo trovo così spaventoso. Non è sempre facile trovare il tempo di ascoltare, ma magari fermarsi due minuti per fare una riflessione di questo tipo può rasserenare un momento difficile.
Non ho sicuramente la pretesa di annunciare delle verità assoluta, ma come si dice: "my two cents"!

sabato 5 novembre 2011

Belle

"Tutto qui... è un bel paesino..."
Così cantava la Bella di Walt Disney, sempre col naso nelle sue belle storie. E così mi sento di canticchiare la mattina lungo Via del Corso, la mia leggendaria via dello shopping e delle passeggiate con le amiche.
Qualche anno fa all'uscita dalla scuola si prendeva il treno verso il centro, si scendeva al capolinea, P.le Flaminio, e si faceva avanti e indietro lungo la bellissima via, fermandocisi per la consueta 'pausa Star Shop,' e spesso continuando la passeggiata leggendo un fumetto, trascinata per la sciarpa a mo' di guinzaglio (facendo bene attenzione ad evitare gli ostacoli). E si diceva, tra noi ragazze di Roma-Nord: "Sai che bello lavorare a Via del Corso? Vieni qui col trenino e torni a casa in venti minuti. E c'è lo Star Shop!!!"
Chi l'avrebbe mai detto che quel sogno sarebbe diventato realtà! E' un po' come ne "Il Diavolo veste Prada". Andare a lavorare la mattina in mezzo a tante commesse che lavorano chi da Zara, chi da Bulgari, chi 'solo' da Valentino. Ma a noi anche Vertecchi sembrava un negozio di classe, all'epoca. Ricordi era un mito, una stella lontana, la fumetteria l'aspirazione più grande.
E invece, a ventitrè anni, quando solo due settimane fa mi lamentavo di non aver lavoro, eccomi qua. Dentro una libreria di moda e arte in cui Enrico Montesano ha presentato il suo ultimo libro. Dentro una libreria che diventa meta abituale di quei commessi in tiro che lavorano le vicinanze. Oggi tre commesse di via Condotti ridacchiavano nella sezione 'Mamme'. Adesso posso vivere l'atmosfera della Roma segreta, che in anticipo rispetto ai tempi degli studenti si sveglia e comincia a lavorare, facendosi bella per le passeggiate altrui.
Gente che parla italiano, inglese, francese, spagnolo e addirittura giapponese, che abita al centro di Roma e che si interessa di moda parigina e di design. Sembra davvero un altro mondo.
E io, cresciuta con il mito della biblioteca comunale, mi ci ritrovo immersa come in un sogno. Mi sembra ieri che mia sorella mi supplicava di giocare con lei invece di leggere, o che mamma mi intimava di chiudere 'Il Giardino Segreto' e di fare i compiti di grammatica. Eppure eccomi qui, aspirante libraia in una libreria storica che aveva la sua sede in Via Cola di Rienzo. E, se tutto va bene, ci rimarrò per un bel pezzo. La parte migliore? Quella in cui posso leggere tutto quello che voglio. Senza rovinare i libri, ovviamente (pfff...).
E' strano. Pensavo che la parte più difficile fossero le operazioni di cassa... oppure la questione dei libri in arrivo. Forse è perchè non faccio ancora tutto io, ma finora mi sembra che una parte difficile non ci sia... se consigliare alle clienti di scegliere il nuovo libro Pop-up del Piccolo Principe era considerata la 'parte difficile'... mi sa che qui dentro potrei passarci il resto della mia vita!
Speriamo bene, cari lettori. Intanto vi invito tutti alla Libreria Gremese, a prendermi in giro perchè finalmente devo truccarmi per andare a lavoro o perchè il nuovo libro di Pratchett non ce l'abbiamo (ma ci lavorerò, promesso)!
Adesso torno al lavoro (dovrò leggere ancora qualche quarta di copertina, ahimè)... 

...a presto!

martedì 1 novembre 2011

This is Halloween

Gli italiani dovrebbero far pace col cervello, non trovate anche voi?
Mi ricordo che quando ero piccina io, le mamme non volevano che si festeggiasse Halloween. In primo luogo perchè non è una festa della tradizione italiana (leggi: cattolica). Secondariamente perchè non riuscivano a trovarci un senso.

In che senso festa dei fantasmi?
Le nostre mamme, infatti, non lo sapevano che dietro Halloween, la Viglia di Ognissanti, c'è una lunga tradizione fatta di misticismo e buoni auspici. In Samhain, l'inizio di Novembre (per questo alla mezzanotte del 31 Ottobre), segnava l'inizio del nuovo anno con l'ingresso dell'inverno. I focolari delle case venivano spenti, le ceneri gettate via, e si accendevano i fuochi del nuovo anno dall'unico, grande falò che veniva consacrato. Nelle case, dunque, entrava nuova luce, che avrebbe protetto la casa durante l'anno a venire.
Perchè i fantasmi? Perchè in questa notte di 'passaggio', il mondo dei vivi e quello dei morti si avvicinavano, assottigliandosi il velo che separa i due mondi. Più facile, quindi, ricordare le persone defunte. Ed eccoci all'origine delle feste cristiane di Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti. Durante la notte di Samhain si usava raccontare storie riguardanti le persone defunte, così come i grandi eroi del passato. Con rispetto, ovviamente, perchè passando così vicini ai vivi fossero soddisfatti e non facessero loro del male.
E quindi ecco il perchè della moderna tradizione delle maschere: avete presente la puntata di The Walking Dead in cui i protagonisti - vivi - si camuffano da zombie coprendosi di sangue per non farsi mangiare? Ecco, quello. La stessa cosa. Mimetizzarsi tra i morti per passare inosservati. Ma questa è un'accezione piuttosto recente.
Ecco rivelate le origini di Halloween in breve. E gli italiani cosa fanno ad Halloween?
Anche i più giovani si chiudono dentro qualche discoteca a ballare e ubriacarsi. Ma fermi un attimo. Nella mia mente riesco a trovare più di qualche modo 'divertente' di adottare una tradizione. I dolci (abbondanti, in casa mia), i costumi (che piacciono sempre), intagliare le zucche (cosa che mi diverte da pazzi), spaventare (che è oggettivamente una delle cose più divertenti della faccenda)... e invece la gente la tratta come un'occasione qualsiasi per andare fuori di testa. Assurdo, nel mio modo di vedere la cosa.
Perchè sprecare un'occasione così suggestiva per sentirsi un po' più esotici, stravaganti e colti? Perchè fare di una bella tradizione una scusa per mimetizzare atti di vandalismo dietro le maschere?
Volete la mia? Per me ai bambini dovrebbero spiegare Halloween, tutta la tradizione, e l'Italia dovrebbe abbandonare la tradizione della Masquerade. Santo cielo, travestirsi e fare follie e cose ridicole, ogni tanto, non fa male a nessuno! Sveglia, Italiani c'è tutto un mondo, lì fuori! O più di uno, se vogliamo...

giovedì 20 ottobre 2011

Nubifragio a Roma

20 Ottobre 2011
Stamattina mi sono svegliata verso le 6.30 con la pioggia. Il primo pensiero è stato "Bello! Niente passeggiata col cane!" E mi sono rimessa a dormire serena. Solo per svegliarmi una mezz'ora dopo a causa del tuoni spaventosi uno dietro l'altro. Al che abbiamo appurato che non solo tutti i panni stesi fuori in balcone erano irrimediabilmente persi, ma che nemmeno ci si poteva fare niente, a meno di non uscire con la muta da sub. Quando poi ho attivato i neuroni, verso le 9.00, ho scoperto che in realtà era successo un casino. Non ho acceso la TV, la rete è bastata.

Stamattina Roma ha subito un nubifragio come non se ne vedevano da anni. Guardate le foto. A sinistra il Colosseo. Incredibile, eh? Altro che Nauromachie, qui servono i gommoni per andarsene in giro. Da notare la luce: il sole doveva ancora sorgere e già si era a quelle condizioni.

Più in basso Largo Preneste, rinominato da un burlone sulla rete "LAGO Preneste".
La foto si commenta da sé.

Vi racconto la testimonianza che ho avuto io? Beh, vi dico solo che mia madre ha dovuto gettar via un paio di scarpe e un paio di jeans.
"Stamattina eravamo dentro un bar con 25cm d'acqua, e la serranda era chiusa. Non sapevamo come fare ed eravamo tutti zuppi. Uno schifo."
Al che la domanda sorge spontanea: ma che ci facevi chiusa in un bar?
"Per ripararmi! Di fuori non si poteva camminare!"
Tutto questo succedeva tra le 7.00 e le 11.00, quando sia lei che mio zio sono riusciti ad arrivare sul posto di lavoro senza annegare.

Che la situazione sia critica, nessuno lo mette in dubbio. Ma guardate questo video: forse capirete qual'è stata la reale entità del nubifragio.

http://tv.repubblica.it/edizione/roma/la-metro-b-in-tilt-binari-allagati-a-piramide/78719?video

L'unica fortuna che ho avuto è stata quella di non avere commissioni, stamattina. Ma la maggior parte dei lavoratori della Capitale non sono stati fortunati quanto me.
A presto aggiornamenti sullo stato di calamità naturale, si spera. E si spera anche che nel 2011 queste cose non debbano più accadere... soprattutto non nella città che dovrebbe rappresentare l'Italia all'estero!

martedì 18 ottobre 2011

Cambio di Stagione

Bene. Tornata da Cortona mi sono resa conto che, drammaticamente, è ora di fare il cambio di stagione, nell'armadio. Il che risulta difficile da pensare, viste le piaghe della Cameretta (che scommetto condividerete). Avete presente quei malori tipici riscontrabili negli armadi, tipo infezioni o meglio piaghe... non abbiamo Nili da tingere di rosso, ma ci avviciniamo all'idea.
Vi faccio un esempio? La Morìa delle Mutande. Su, ce l'avete presente... quel periodo di transizione dopo qualche lavatrice sbagliata in cui ci si rende conto che l'80% della popolazione degli slip nel cassetto ha cambiato colore, si è ristretta, è stata mangiata dal cane o è finita chissà dove. La Morìa delle Mutande, insomma.
Che poi ben si accompagna alla Carestia dei Calzini. Ho sentito recentemente di una sorta di cura contro quest'ultima piaga. Si chiama 'Il Paradiso dei Cuori Solitari': una cesta in cui si ritrovano tutti i calzini spaiati dopo i vari lavaggi. E' oggettivamente un'idea geniale, che nel mio caso, ad esempio, ha dato i suoi frutti. Mi sono accorta, però, che per alcuni dei miei Cuori Solitari non c'era più speranza (in quanto il compagno era stato mangiato dal cane, ma non glielo dite, poverini). Allora ho deciso di adottare la strategia di Dobby: "Mai due uguali, Harry Potter, signore!" Avete presente? Adesso ho delle tenerissime coppie in cui il monocromo si unisce alle righine e i cuoricini rosa si appaiano alle stelle colorate. E vanno d'accordo!
ATTENZIONE: i calzini Dismorti (quelli che camminano da soli, ti ringhiano quando cerchi di prenderli e cercano di morderti dall'angolo in cui credevi fosse sepolto un cadavere) NON si accoppiano con nessun altro calzino, anzi, sono pericolosissimi!!!
Poi, questa la conoscerete sicuramente, anche meglio di me, è la Maledizione della Maglietta. Avete presente quella maglietta che era presente stamattina esattamente dove l'avevate lasciata perchè eravate certi vi servisse? E infatti vi serve... ma magia, magia... ora non c'è più. Ed è sempre così. Potete preparare i vostri capi per ore e ore, giorni prima o semplicemente poco prima della doccia, ma non c'è niente da fare. La Maledizione della Maglietta colpirà anche voi e non l'avrete mai pronta quando vi serve, anzi: sarà introvabile...
Se riuscirò a sopravvivere a queste tre piaghe e a molte altre che tutti conosciamo, forse, riuscirò a trovare posto ai miei maglioni, per evitare di congelare in questo freddo improvviso! Alla prossima!

lunedì 26 settembre 2011

Pulizie di casa

Le pulizie di casa sono una routine. Noi le facciamo, a fondo, ogni sabato. E non intendiamo spazzare, spolverare eccetera... quelle cose lì si fanno quotidianamente.
No, sto parlando di quando apriamo tutti gli armadi e i cassetti e recuperiamo sette giorni di panni lasciati in giro per casa, di scarpe fuggiasche e oggetti dimenticati in giro per avere qualche chance di trovarli nei posti giusti... per poi spargerli di nuovo per casa durante la settimana successiva.
Ecco, bravi, avete presente?
La prima fase è il 'rimettere a posto'. Che dovrebbe essere la parte più semplice, in teoria. Ma ci sono fondamentalmente tre problemi che vanno affrontati tutte le settimane, nessuna esclusa. Il primo è il classico dubbio: "E QUESTO dove lo metto?" Si, perchè noi non siamo gli unici abitanti della casa, e non sappiamo - ad esempio - dove ha deciso di mettere i tappi di sughero la nostra mamma questa settimana, visto che la settimana scorsa erano proprio lì, nel cassetto in cui sono sempre stati.
Il secondo problema è che non c'è mai posto. Noi lo sappiamo che i calzini (esempio per assurdo, ma spiegherò poi perchè) vanno tutti nello stesso cassetto: è solo che quel cassetto è sempre troppo pieno per infilarci proprio quel paio rimasto fuori. E lo stesso vale per tutto ciò che ha un posto che non è cambiato per un tempo sufficientemente lungo.
Mettiamo, comunque, che siamo riusciti a mettere ogni cosa al suo posto. Siamo riusciti a mettere il tappo con i suoi simili e a pigiare tutti i calzini nel loro cassetto. E' rimasto un solo dubbio fondamentale, che porta direttamente al terzo problema. Tutte quelle altre cose da dove sono uscite? E soprattutto: dove vanno messe? Si, perchè tutte le settimane ci sarà sempre qualcosa in più, dentro casa. Che sia una maglietta nuova comprata per caso da H&M, oppure una bomboniera di un matrimonio, un sacchetto di caramelle oppure un bel pallottoliere cinese, non importa. Per qualche motivo è lì e bisogna proprio trovargli un posto. Vi chiederete: da dov'è uscito un pallottoliere cinese? Bella domanda. io non ho ancora trovato una risposta. Il punto, comunque, è che il pallottoliere cinese, alla fine è carino. Ma non ha un posto, ovviamente! Perchè fino alla settimana scorsa non era in casa (e ci dev'essere entrato con l'inganno) e quindi non era incluso nei piani di progettazione delle pulizie.
Bene. Diciamo che abbiamo piazzato il pallottoliere cinese - per il momento - a fare da appoggio al coniglietto gonfiabile trovato nell'uovo di Pasqua.
Adesso bisogna cominciare a pulire tutto. Si sa, per prima cosa si spolvera, in modo da alzare la polvere una volta sola. Ma spolverare, soprattutto con la mamma che gira per casa, è un compito da sudarella. Perchè non basta spostare i soprammobili e passare il panno Swiffer. No: bisogna assolutamente rimuovere TUTTI gli oggetti dai loro ripiani e pulire il ripiano per intero. Quindi si può procedere a rimettere ogni soprammobile al suo posto. Un attimo... a patto di ricordare dove fosse prima. Un metodo sicuro per ricordarsi dov'erano tutti quegli oggettini è spostarli specularmente su un altro ripiano vicino, in modo da esser certi, poi, di riposizionarli nel modo corretto. Ma se non c'è posto? E' lì che siamo spacciati... perchè la nostra mamma ricorda sempre esattamente dov'erano prima i soprammobili. Certo, ha ideato lei quella disposizione del tutto priva di simmetria e senso logico...
Bene. Dopo aver risistemato dove pensiamo fossero prima tutti i soprammobili c'è la lotta con l'aspirapolvere. Avete notato come, oltre a tapparsi, ad aver bisogno di cambiare continuamente il sacchetto e il filtro, di pulire le spazzole e di riaggiustare il tubo che si piega continuamente (quando non si stacca la testa, perché ad esempio a noi succede anche quello) l'aspirapolvere abbia un sacco di altre cattive abitudini? Per esempio: l'aspirapolvere è golosa. Lei mangia tutto ciò che non dovrebbe. Bottoni che servivano, bigiotteria disgraziatamente finita sotto il letto, fazzoletti, calzini, il tappo del bidet, la coda del cane, e così via. Senza contare il fatto che la temibile aspirapolvere terrorizza il cane, che le abbaia e scappa via alternativamente costringendoti ad essere molto veloce a passarla in tutta casa prima che i vicini vengano con i forconi a cercare di uccidere la bestia (il cane, non l'aspirapolvere).
E alla fine di tutto... il mocio. Questa grande invenzione che è totalmente inutile nella vita di tutti i giorni. Voglio dire ok, si strizza e ha il panno attaccato. Ma ve lo ricordate quando si usava lo straccio? lo straccio rimaneva generalmente piegato in modo ordinato sotto lo scopettone, raccoglieva lo sporco e poi poteva essere sciacquato sotto il rubinetto della vasca da bagno. E ora? Avete mai provato a sciacquare - o almeno a tentare di farlo - un mocio? No? Bene, vi assicuro che non è fattibile. Con un po' di pratica abbiamo concluso che c'è un solo modo di evitare la crisi di nervi con il mocio: due secchi, uno per il sapone, uno per i risciacquo. Maledetto infido attrezzo...
E ora che anche i pavimenti sono stati puliti possiamo riposare. Non ci avete creduto? E avete fatto bene. Perchè ci sono almeno tre lavatrici di panni da stendere (con soli due stendini è un miracolo di logistica), l'armadio che è sempre un inferno (e va svuotato e riempito di nuovo da capo nella speranza che nel frattempo qualche capo venga rapito dagli alieni o scappi di sua iniziativa), i cassetti della scrivania? No, quelli la settimana prossima.
E non si sa come la cara mamma riesca sempre a trovare altre cose che erano sfuggite alla fase preliminare a cui trovare un posto, oppure oggetti da trasferire in cantina (altro inferno a sé stante) e cose improbabili da pulire.
Se siete riusciti a sopravvivere a tutto questo, e alle abitudini impossibili che ci sono in tutte le case... allora non preoccupatevi: probabilmente (ma non è detto) sopravvivrete anche la settimana prossima!
Buon lavoro!

mercoledì 21 settembre 2011

Equinozio d'Autunno

E' arrivato senza che ce ne accorgessimo, questo è certo.
Qualche fulmine a sancire la fine dell'estate, e poi... è qui! E' arrivato, con tutto quel che comporta l'Autunno. Le giornate si sono già accorciate, e ce ne accorgiamo solo adesso, d'improvviso. C'è meno tempo per fare tutto quello che potevamo fare alla luce del sole, e tutto diventa un po' più triste. Fortuna che presto l'amica lana ci coccolerà per farci sentire un po' meno tristi, e il caro piumone ci darà la forza di affrontare le giornate più fredde.
Certo, ci sarà la pioggia... ma noi abbiamo le tazze colorate e le tisane più profumate per affrontarla. E poi quest'anno vanno di moda le mantelle, lo sapevate? Finalmente qualcuno ai piani alti si è accorto che il cappuccio è un miracolo della sartoria.
C'è sempre la languida malinconia delle giornate bigie e freddine, che fanno passare la voglia di portare a spasso il cane... però guardiamo sempre il lato positivo: vestiti caldi e ampi, capelli sciolti, lezioni di tisanerie ed erboristerie varie, mattinate di scrittura al calduccio. Ci mancherà il mare, ma apprezzeremo le castagne e i dolci nel forno, come facciamo ogni anno. E quei colori caldi che si vedranno sugli alberi ci riempiranno il cuore di bellezza, al pari dell'oro del grano estivo.
E avremo un sacco di serate passate a casa per leggere una buona storia davanti al caminetto... no, scusate, mi sono lasciata trasportare. quello è l'Inverno... e non dite che non esistono più le mezze stagioni. Farò una bella foto a qualche albero in abito rosso per dimostrarvi che l'Autunno è ancora meraviglioso!
A volte lo immagino come un bel ragazzo Irlandese... il classico tipo delle storie, avete presente? Capelli rossi, occhi verdi, quel sorriso beffardo sulle labbra che non sai mai se prende in giro te o la vita in generale. Con la bocca generosa, pronta a ridere del mondo, e le mani grandi, per raccogliere tutto ciò che viene offerto.
Difficile da capire, perchè passa e subito va via. Ma se ci pensate bene... conoscerlo è stato meraviglioso!

venerdì 26 agosto 2011

Agosto-Settembre: un nuovo anno

Wow.
Si ricomincia. Lo scrivo adesso perchè poi per una settimana sarò fuori, e visto che rientrerò il 3 Settembre direi che questo è il momento giusto.
Come al solito all'inizio del nuovo anno si cerca di fare un bilancio del precedente. Ma il bilancio di quest'anno è stato già ampiamente eviscerato nel corso dello stesso quindi passiamo immediatamente ai progetti per l'anno nuovo.
Lavoro a tempo pieno o... Antropologia Culturale? Ebbene si. Vorrei tanto re-iscrivermi all'Università. Non doveva essere necessariamente la Sapienza, però ho dato un'occhiata alla didattica delle altre Università romane (si, romane, ancora non sono in grado di spostarmi, sfortunatamente) e ho visto che quel corso, che vanta ancora gli stessi insegnanti dell'ultima volta che ci sono stata, è esattamente quello che voglio frequentare. Ci sono la Linguistica e la Filologia, romanza e anglosassone, e c'è la Storia delle Religioni, l'Antropologia, le Tradizioni Popolari e tutto quello che voglio studiare io. Quindi perchè dovrei rinunciare?
Il problema è che cercando di combinare i corsi improbabili della Sapienza con il corso di Erboristeria non so proprio cosa uscirà fuori.
Mentre ero in vacanza ho sognato una tesina geniale per unire gli studi erboristici con l'Antropologia. Era davvero geniale, tanto che penso che mi metterò a scriverla comunque, Antropologia o non Antropologia.
Secondariamente c'è il problema del lavoro. Vorrei seguirli, i corsi... e questo implicherebbe il dover lavorare... tipo la sera. Il che mi toglierebbe il respiro. Bello, non trovate?
Credo di aver bisogno di più organizzazione. E' sempre quello il punto, giusto?

Una cosa l'ho già promessa a me stessa: non toglierò tempo né ai ragazzi né ai live. Quelli mi aiutano ad andare avanti. Senza la gioia la vita non vale la pena di essere vissuta. Ma quando si ha qualcosa di meraviglioso allora nessuna fatica è sprecata e tutto si può affrontare.

sabato 20 agosto 2011

Diario delle mie vacanze : ottavo giorno (14 Agosto)


È già passata una settimana? Mamma mia... qui il tempo vola, per la prima volta dopo 23 anni! Sarà il divertimento! Stasera rientro a casa verso l'1.30. Perché? Si giocava a “Si, Oscuro Signore!”, come da tradizione Phyrosiana.
Disse Volcast: “Se tre di voi si riuniscono nel mio nome, allora Laurelfin sarà l'Oscuro Signore!”
Dopo i biscottini, ovviamente. I famosi Brutti ma Buoni, biscotti meravigliosi ma 'a sorpresa'. Infatti se ti rompi un dente beccando la coccia di nocchia, è una vera sorpresa!

La partita è cominciata sotto i migliori auspici. Ci siamo dovuti trasferire al parco perché al Campeggio non esiste un punto luce provvisto di tavolo che non appartenga a qualcuno (che ovviamente non eravamo noi). Chiedere in prestito un tavolo per giocare a S.O.S. è poco indicato, quando c'è troppa gente intorno. Certo, la gente ormai mi conosce... ma alcuni di noi hanno ancora una dignità, agli occhi dei frequentatori abituali del Camping.

Bisogna dire che stavolta i nostri cari... o meglio, 'preziosi-in-quanto-sacrificabili' goblin hanno avuto del genio. Per risparmiarsi dalla morte certa Pav si è offerta addirittura di andare a fare amicizia con gente a caso nel parco in cui stavamo giocando... presentandosi come goblin. “Brava. Adesso spiega ai signori qui perché non vali niente...” peccato che i signori in questione fossero ragazzetti del campeggio... e che quindi tutta la nostra riservatezza è andata a quel paese!

Menzione speciale della partita: a Giuseppe/Axel, il goblin che cambiava idea a seconda dei suggerimenti dell'Oscuro Signore. “Mio Signore, vorrei aggiungere un particolare fondamentale.” “Sei sicuro?” “No, direi che posso anche farlo DOPO...”.

L'Oscuro Signore, a dire il vero, era un po' affaticato dal cibo. Gli spiedini miracolosi di Angela (“Dopo me le lavo, le mani!”), che vedete nelle foto, sono stati veramente un'esagerazione: alcuni, ve lo giuro, sapevano di Big Tasty. Saranno state le cipolle o i pomodori, ma tant'è che erano una meraviglia.

Nel frattempo eravamo circondati dai cani: il caro Sponky (si chiama Sponky, vero?) ha decretato che mia madre era di sua proprietà facendo la pipì sui suoi pantaloni e Penny ha passato la serata a dissotterrare braciole di maiale per poi sgranocchiarle sotto i piedi di nonno.

Dopo tutto ciò, vi saluto!
Buone vacanze!

venerdì 19 agosto 2011

Diario delle mie vacanze : settimo giorno (13 Agosto)

E il settimo giorno... le cascate di Bivongi!
Finalmente abbiamo un vero e proprio servizio fotografico, che in tutta la vacanza mancava proprio. Giornata idilliaca (non ditelo al povero Giuseppe) in mezzo ai monti e alle cascate, di cui abbiamo risalito il corso fin quasi alla vetta, arrampicandoci come giovani stambecchi anche là dove pensavamo che non si arrivasse.
La valorosa compagnia di eroi era composta da due locali (Paola e Cosimo), due modenesi in vacanza (Zack e Red, una specie di incrocio tra Zack e Cody e Red e Toby), una trapiantata che in ventitré anni di frequentazione non era mai stata sul luogo (me medesima) e due Phyrosiani (Axel e Kaede) che continuavano a credere di vedere, prima o poi, il vulcano.

Finalmente una gita in mezzo ai sentieri che non coinvolgesse la preoccupazione per la vita altrui. Certo, la deformazione professionale c'è, ma c'è anche un pizzico di spericolatezza in più, che una volta ogni tanto non fa male.
Ovviamente tanta, tanta nostalgia per le camminate in compagnia... non è la stessa cosa senza nessuno che mi chiami 'Steven'.

Panini ricchi di maionese e merendine a go-go, con 'Animal Instinct' come colonna sonora, hanno reso la passeggiata ancora più familiare, mentre io sono diventata 'la Biologa' quando ho dichiarato interesse per delle particolari radici rosse che, come vedrete nelle foto, erano bagnate dalle acque della cascata.
Se poi aggiungiamo alle emozioni della giornata le ciclopiche reti per arrampicarsi e il bagno-shock nell'acqua gelida (“Oddio! Non mi sento più i piedi!”) comprenderete perché i tre pupi accampati in tenda sui sassi, che la notte precedente avevano dormito un totale di 15 minuti in spiaggia e circa 3 ore – appunto – sui sassi, fossero letteralmente cotti entro la mezzanotte dopo aver rischiato tutti quanti il ricovero per congestione e assideramento, che in Agosto è un bel record.

E dopo il ritorno a casa la grande scoperta: la connessione che stavo rubando è scomparsa improvvisamente, presumo a causa del rientro dalle vacanze dei proprietari. Peccato. Leggerete queste parole al mio rientro, con tre giorni di fuso orario. Peggio per voi.

Menzione speciale: alla Jeep nera che ci ha sballottati mescolando un po' i neuroni a caso a forza di capocciate e al lettino da mare di zio Maui, scomparso anche lui misteriosamente durante la notte.

Con ciò vi saluto!
Buone vacanze!

sabato 13 agosto 2011

Diario delle mie vacanze : sesto giorno (12 Agosto)

Finalmente siamo in piena attività.
Da stamattina ho ripreso la consuetudine della seconda colazione, tradizionalmente racimolata per caso in giro per il campeggio. Poi mi dicono che ingrasso. Oro saiwa offerti da Augusto con la marmellata fatta da Emy e caffè appena fatto da Umberto. Quando anche Rita mi ha offerto il caffè (sarebbe stato il terzo ed erano ancora le nove) ho stabilito che era il momento giusto per andare in spiaggia.

Mattinata passata con Alessia e Lorenza a spettegolare in acqua, abbastanza lontane perché i bambini non ci raggiungessero. Flaminia ha dato il meglio di sé contando fino a cento: “... cinquantotto, cinquantanove... trenta.” “NO! Siamo a Sessanta! Non ti distrarre!”. Eravamo senza fiato per il ridere. E come si fermano, sempre tradizionalmente, i bambini che parlano troppo? “Bambino/a, perché non vai un po' in spiaggia a raccogliere cinquecento sassolini bianchi?” Riadattando la battuta sfruttando l'abilità della bambina nel contare fino a cento, siamo rimaste di sasso quando ci ha chiesto prima dove avrebbe dovuto metterli... e poi di contarli. Non mi era mai successo in ventitré anni di frequentazione, ma vi giuro che me li ha portati.

Quella bambina, comunque, ha del talento. Mai visto nessuno giocare al gioco del silenzio con tanto impegno. E non voleva che smettessimo! Lì siamo stati stupidi noi a dirle che poteva ricominciare a parlare.

Nel pomeriggio, oltre al tentativo di Paola di lanciarsi sotto al treno (che potete ammirare nelle foto), sopravvissuta a un paio di bambini che volevano affogarmi, sono riuscita a fare due chiacchiere con i due Phyrosiani che hanno fatto la conoscenza del campeggio di Monasterace: Giuseppe/Axel e Ilaria/Kaede. Ormai il campeggio sta diventando la residenza estiva di Phyrosia, il che non è un male: la follia si rinnova e si rigenera.
Abbiamo avuto una discussione con i picchetti della tenda, ma alla fine siamo riusciti a scamparla (della tenda avrete le foto domani, stavo ridendo troppo per avere la prontezza di scattarne...).

La cosa davvero assurda è che nonostante io mi sia sempre lamentata della noia di questo posto, ormai le storie che ho da raccontare sfiorano l'inverosimile! Il Campeggio mi ha vista crescere e diventare via via più pazza. E non pazza come la intendono qui. Pazza davvero.
Da citare la battuta di Raffaella ieri: “Stefy, la cosa che mi preoccupa è che tu conosca quel gioco. Non ci giocheresti mai, vero?” Parlando del 'Bang' degli Scout. Siamo stati tutti prudentemente in silenzio.

Stasera cena con le rispettive famiglie... quindi la sessione vera e propria di follia è rimandata a domani. Avrete presto notizie!

Buone vacanze!

giovedì 11 agosto 2011

Diario delle mie vacanze : quinto giorno (11 Agosto)

Ho appurato che i diari li devo scrivere al rientro, in piena notte, dato che la sera è sempre ricca di avvenimenti. Oddio. Mo' ricca è un parolone, però ci avviciniamo alla cosa.
Ieri ad esempio ci siamo persi il passaggio della banda del paese, non si è ben capito per quale occasione. Andavano di corsa, quindi nella foto che vedrete sono già di spalle (tempo di raggiungere il cellulare e scattare una foto dal balcone). Non ho nemmeno riconosciuto il motivo che stavano suonando. Qualcosa di Calabrese, sicuro.

Stasera farò comunque un'eccezione, perché dopo aver giocato per tutto il giorno a riacchiappare al volo i bambini trascinati in giro dai cavalloni alti un paio di metri, sono un po' stanca anche per arrivare al bar a mangiare un gelato.

Ieri ci eravamo preparati con tante belle speranze alla serata di S. Lorenzo. Ovviamente tutti i programmi sono andati in fumo. Un falò è stato fatto, ma apparteneva agli scout romani (dei Parioli) ospiti del Campeggio. Sono stata a debita distanza dalle chitarre prima che mi venisse voglia di mettermi a cantare col magone per la nostalgia dei miei pargoli. In compenso mi sono fatta aggiornare su tre anni di vita sentimentale di Alessia, che non vedevo dal 2008.

Nel frattempo, niente stelle. Nemmeno una. Il S. Lorenzo più freddo e nuvoloso che io ricordi da... sempre. Abbiamo dovuto abbandonare la spiaggia perché il mare si stava portando via gli ombrelloni e il vento ci voleva alzare con tutto il telo su cui eravamo sedute. In compenso ho fatto la dormita migliore da quando sono qui: mi sono svegliata per il freddo alle 6.00 giusto per prendere la coperta. Dopodiché sono tornata a sognare sparatorie e vampiri. Tutto nella norma, quindi.

Oltre agli scout, oggi sono approdate al campeggio altre due famiglie di romani. Una delle due è quella di Augusto, che proprio nel 2008, quando sono venuta qui con la combriccola di idioti dei miei amici, si è avvicinato al tavolo su cui ci riunivamo tutte le sere per giocare di ruolo (nello specifico toccava a me e stavo narrando Werewolf) e ha chiesto con tutta la grazia del mondo: “A Stefa', te posso fa' 'na domanda? Ma che cazzo state a fa' tutte le sere?”. Aivoglia a spiegare...
Poi oggi nel giro di mezz'ora ho scoperto che la storica piccolina del campeggio sta preparando i test d'ingresso all'università, e mi sono resa conto, oltre all'incipiente vecchiaia, che mia sorella ha avuto una pessima influenza su tutte le bambine che sono cresciute con noi.
Il clima, quindi, tra ragazze che si fregano i ragazzi e ragazzi che si fregano le ragazze, si sta animando sempre di più, in attesa di Ferragosto.

E tornando a casa l'ennesima sorpresa: il cavallo davanti alla chiesa, pronto per il matrimonio. È assurdo che in un paesino che è grande la metà del mio quartiere ci sia, ad Agosto, un matrimonio al giorno. Con tanto di cavalli! Poveracci gli invitati che magari volevano godersi le vacanze e che invece devono venire al caldo per sorbirsi il matrimonio del parente di turno.

In tutto ciò una buona notizia: l'edicola del paese in cui di solito mi rifornivo per le uscite di Agosto ha nello scaffale dei manga solo il n°9 della nuova edizione di Sailor Moon, due tre numeri a caso tra l'1 e il 75 di Naruto e un paio di terzi volumi di serie sconosciute. Questa sì che si chiama fortuna. Dovrò accontentarmi del fedele Dailan. Grazie, signor Sclavi.

Buone vacanze!

Diario delle mie vacanze : S. Lorenzo

Ho saputo da fonti certe che stasera ci sarà un falò sulla spiaggia.
Sono attesa in qualità di intrattenitrice, per raccontare un paio di storie ai bambini. Nello specifico parliamo di una quindicina di ragazzini di provenienza ed età mista (tra gli 8 e i 20 anni, da Torino a Napoli) che evidentemente non vogliono dormire, stanotte. Ernesto (Napoli, appena diplomato) è convinto che la casa che abbiamo preso in affitto sia stregata. Quando mi sono offerta di spiegargli com'è fatta una casa stregata davvero ha ringraziato e si è dichiarato totalmente disinteressato.
Credo di aver esagerato con lui, quando era piccolo.

Dovete sapere che il Camping Punta Stilo ha avuto una vera e propria altra vita attraverso le mie storie. Dalla bambina non troppo viva che abitava oltre la finestrella del piano di sopra alla ciurma sgangherata del Pedalò n°2 (con il Capitano Alexandra, Ppurpitiello Slayer e Roxy il pappagallo di bordo), credo che la mia fantasia si sia alimentata per la maggior parte della salsedine calabrese, condita dalle mirabolanti panzane partenopee e dalle leggende dell'antica Kaulon, come quella dei draghi di Ferragosto.

L'estate senza niente da fare quando ero piccola era quasi peggiore di quanto non lo sia ora. Da piccola non avevo una tastiera davanti. Disegnavo un sacco, però. Leggevo tantissimo e mi nutrivo di fumetti ancor più che della mia frutta preferita: le Merendelle (una specie di piccole pesche noci, non abbiamo mai capito cosa fossero...).
Per questo trovavo passatempi variegati. Dalle battaglie con spade fatte di palloncini alla costruzione del nuovo sentiero di acciottolato (trasportato direttamente dalla riva nei secchielli dei bambini mentre io facevo da direttore del cantiere) per non sporcarsi i piedi, passando per lezioni di verticale con rovesciata durante le quali ho rischiato di uccidere un sacco di bambini. La cosa che tutte quelle estati avevano incomune, e qui arriviamo al punto odierno, erano le stelle.

Ho passato un sacco di serate estive, un sacco di 10 Agosto, stesa su un asciugamano, in spiaggia, a guardare le stelle. aspettando una stella cadente che mi permettesse di esprimere un desiderio. E popi una non bastava, perchè metti che abbia già esaudito il desiderio di qualcun altro? Quanti nomi ho ripetuto per tre volte, velocissima, guardando cadere una stella, sbattendo velocemente le palpebre umide per non perderla di vista? In realtà non moltissimi. Poi è arrivato un anno in cui ho guardato il cielo e mi sono detta 'Stefy. E adesso cosa dovresti desiderare?'.
E anche quest'anno mi chiedo: cosa dovrei desiderare? Forse è arrivato il momento giusto per cominciare a desiderare per gli altri. Io ho avuto un sacco... non solo dalle stelle. Soprattutto da me stessa, direi. E adesso non posso che desiderare di continuare ad aiutare chi mi sta a cuore.

Ma a prescindere dai miei desideri, vi auguro vivamente di trovare il vostro desiderio e di perseguirlo con tutto l'ardore di cui siete capaci.

Buon S. Lorenzo!

mercoledì 10 agosto 2011

Diario delle mie vacanze: terzo giorno (9 Agosto 2011)


Al terzo giorno finalmente ho rivisto l'amica di sempre.
Ma prima è meglio fare un riassunto dei pezzi che mancano. La cena di ieri sera (il ristorante al posto del teatro, vabbè... la mia missione è fallita miseramente) è stata... come dire... per amanti degli animali. Diciamo solo che Penny non era la bestia più grossa in giro. E non aggiungo altro.
Stamattina invece, non si è capito bene perché, ma a un certo punto un materassino gonfiabile era diventato una specie di asilo galleggiante. Con mio padre stavamo pensando di chiedere una quota ai genitori di tutti quei bambini, visto che i loro figli passano più tempo con noi che con loro.
Io, invece, ho scoperto che la crema solare che ho comprato con Pit l'anno scorso è una specie di arma atomica: mi è rimasta appiccicata addosso per tutto il giorno combattendo con l'acqua marina fino allo strenuo. C'è voluto il bagnoschiuma per toglierla via.

Ultimo appunto alla mattinata in spiaggia: leggere 'Neverwhere' (Nessun Dove) di Neil Gaiman a una bambina di 6 anni può friggere il cervello. A me, non alla bambina. Quella che doveva stare attenta a saltare i pezzi giusti ero io. Comunque i bambini di oggi vengono cresciuti in modo strano. Perché un bambino dovrebbe chiedere: “Ma Londra Sotto esiste davvero?” Santo cielo, ma è come chiedere se l'Isolachenonc'è esiste davvero. Certo che esiste! Ma tu non puoi vederla, quindi non ci crederai mai. Ma da qualche parte noi (noi grandi) vorremmo che ci fosse. Perché i bambini non desiderano più il mondo delle favole? È un grosso problema psicopedagogico, secondo me...

Ma lasciando da parte la cultura: ho rivisto Paola. Allora. A prescindere dallo shock di raccontarsi 8 mesi tutti in un solo pomeriggio-serata, c'è da dire che i miei ci hanno visto giusto ad 'adottarla'. Quando stai ascoltando i Queen (e cantando a squarciagola tutti insieme in macchina) e ti rendi conto che confrontando le playlist sono uguali, dai Queen agli Iron Maiden, passando per i Cranberries, Michael Bublé e i Nightwish... beh, ti rendi conto che davvero è una sorella mancata. Tantopiù che i cognomi sono così simili: Ricco – Rizzo... di sicuro un errore all'anagrafe!
E la cosa più probabile è che Salvatore sia il fratello segreto di mio padre!

Programma per i prossimi giorni? Dall'arrivo di altri due Phyrosiani in quel di Monasterace Marina (dopo il passaggio di parte dei fondatori) alla sfilata organizzata da Enzo Pistininzi per il giorno di Ferragosto, penso proprio che ci sarà da ridere... e anche parecchio!

Menzione speciale ad Ambra: il suo tempismo nel confermare le mie parole sulla spiaggia è stato davvero epico. Ma non ci si può aspettare niente di meno dalla mia sorellina!

Dopo una serata a guardare le stelle vi saluto! Domani tappa dall'oculista per vedere che diavolo è successo al mio occhio destro, che fa davvero, ma davvero male!

Buone vacanze!

lunedì 8 agosto 2011

Diario delle mie vacanze: secondo giorno (8 Agosto 2011)


Secondo giorno.
Il color aragosta della mia pelle dovrebbe suggerire che oggi è stata una giornata completa di mare, ma voi non potete vederlo, quindi ecco la notizia: a seconda della capacità di reagire del mio corpo domani mi ritroverò come Fiona May o Freddy Krueger. Scesa in spiaggia alle 9.30, sono tornata a casa giusto per pranzo. Il lettore MP3 ha retto il colpo, facendomi compagnia fino all'ultimo, e la mezz'ora spesa ieri per aggiornare la playlist e gli album è stata fruttuosa: qualche giorno fa si parlava di vecchie canzoni, così ho ritirato fuori il vecchio 'Best of Blue', album dei Blue del 2004. Nel 2004 avevo appena conosciuto i ragazzi, e in quell'estate mi sentivo incastrata quaggiù perchè non potevo andare ad Adunanza con tutti i Sorciverdi. Bella estate, quella:l'ultima della mia infanzia coi miei, probabilmente. Avevo 15anni. Bellissimo ritrovare lo stesso spirito oggi in spiaggia, con 'One Love', 'U Make me Wanna' e 'Signed, Sealed, Delivered I'm yours': una ventata di ricordi perfetta per questo periodo.

Ma bando alle ciance. La musica è cambiata, ma non la solita solfa. Ore 9.30, faccio due passi in mare e il piccolo Gabriele (8 anni, Napoli, passato alla storia per il suo animale mitologico: il 'Caccapallo') ha la bella idea di venire a schizzarmi, fomentando così anche i due amichetti appena conosciuti. Di lì a poco riesco a sedarli e cominciano le presentazioni. Eravamo ancora ai nomi quando parte la domanda spontanea: “Ma che tu sei una maestra?”.
Ma dico, ho proprio la faccia da maestrina bacchettona? Ci è voluto un quarto d'ora per convincerli che no, non sono una maestra. E comunque continuano a chiamarmi 'quattr'occhi'. Ma io non porto gli occhiali!

Invece il soprannome ufficiale sembra essere diventato 'Nana'. Non per il fumetto. Ma perchè tutti i bambini che tiravo su in braccio fino a 3-4 anni fa adesso mi superano in altezza di almeno tutta la testa. Questa è meritata. Come dice Roby, però, nella botte piccola... c'è poco vino: ma quant'è buono!

Menzione speciale al pranzo: il nonsense regna e si sta affinando sempre di più. Oggi abbiamo fatto ridere mio nonno fin quasi a farlo strozzare facendo i giocolieri con quei 2-3 neuroni che ci sono avanzati, allietando il pasto con grandi successi quali 'Un buon non-compleanno', 'Ho tante noci di cocco splendide' e 'Novantanove scimmie'.

E adesso la missione speciale: convincere qualcuno ad accompagnarmi a vedere 'Cassandra' giù alle rovine di Kaulos. Ce la farà la nostra eroina? Incrociate le dita per me! In alternativa mi toccherà la classica serata a sparare a zero su mio zio, in campeggio. Che sarebbe anche divertente, se non fosse un passatempo in cui indulgo da quando sono capace di parlare. Ormai quello che dovevo dire l'ho detto, mi pare. E posso aggiungere solo, saltuariamente, qualche comodo 'Io ve l'avevo detto'. Il mio marchio di fabbrica!

Oggi vi saluto in anticipo, ma aspettate news!
Buone vacanze!

Diario delle mie vacanze: primo giorno (7 Agosto 2011)

Bene.
Ispirata dall'idea di Gianni di un diario del Campo Estivo (che vi invito ad andare a leggere) ho deciso che in onore del ritrovamento di un collegamento alla rete clandestino scriverò un diario delle mie vacanze, per evitare le mille telefonate di 'ciao, come va la vacanza?'.
Allora, eccoci qua al Primo Giorno.

Monasterace Marina è sempre la stessa. Con più spiaggia, quest'anno, anche di quella dei miei ricordi di bambina. Vi spiego meglio: dovete sapere che qui, a pochi Km da Riace (si, quella dei Bronzi) il mare va e viene, e la spiaggia ogni anno è una scommessa. Due anni fa sono venuta nello stesso posto, stesso angolo sperduto di mondo, e tra la rupe (altura? quello che è...) su cui si trova il Camping Punta Stilo e il mare c'erano 3m di sassolini nel punto più largo, cosa che ha fatto alterare un poco i miei amici. Simone, alto com'è, quasi non c'entrava per prendere il sole.

Quest'anno invece abbiamo una buona 30ina di metri di spiaggia. Quella che mi ricordo io, che si appiccica alla pelle finché non ti asciughi al sole e che poi si toglie con una manata. Poi c'è quel 5 metri di bagnasciuga del dolore, inventato sicuramente da qualche Carnefice in vacanza, il che spiega un sacco di cose su di me. Insomma, tutti sassi di diverse misure, che si infilano ovunque e sotto i piedi sono una vera tortura, soprattutto quando sei impegnata a inseguire i bambini che rischiano di andarsene a Guardavalle con la corrente.


In compenso quest'anno siamo in un appartamentino sulla Statale Jonica: 'sulla' nel senso che a parte il marciapiede non c'è niente tra me e le macchine, il che non è così comodo. Un po' come cercare di dormire su una panchina di una stazione ferroviaria all'ora di punta. Perché qui le macchine sono in giro a palla tutta la notte, visto che la Statale è l'unica strada che collega questa decina di paesini altrimenti sperduti nel Nulla.
Morale della favola: mia nonna è scioccata perché avendo passato tutta la giornata al sole ho già la schiena nera, ho scoperto che il prete di qui è un pazzoide, ma un pazzoide efficace (si, sono stata a Messa...sapete, sono Cristiana anche quando sto in vacanza...), i bambini sono la mia maledizione personale...e in tutto ciò ho mangiato la prima Brioche da Minnici. Questa sì che è vacanza.
Adesso aspettiamo Martedì che arrivi la ciambellana della vecchia Laurelfin per avere un po' di news!

Dalla postazione sul lettino di fianco alla Statale vi saluto! Buone vacanze!
(L'album completo delle foto lo trovate sul mio profilo di Facebook!)

mercoledì 3 agosto 2011

Campestrin di Fassa, Luglio 2011

La colonna sonora di quest'anno è indubbiamente 'Domani'.
Per la cronaca, ho sentito perfettamente i richiami all'estate scorsa. Dal classico e intramontabile, sempre più vivo 'Wish you were here', ai Negrita, con 'Rotolando verso Sud' e 'Gioia Infinita'.
Tutti pezzi che richiamano il cielo azzurro e i prati su cui abbiamo camminato, la freschezza di sentimenti e d'intenti di questa Gioventù (bruciata!) e la serenità che queste esperienze lasciano dentro.

Che dire? Il Tempo segue le sue leggi (la Signorina è un pò volubile, si sa) ma è bello vedere che ci sono cose che non rimangono indietro. A parte tutti i discorsi da 'è bello vederli crescere', onestamente non vedo l'ora che superino quel gradino che ancora ci separa. Io di certo li aspetterò oltre la soglia, sperando di saperli guidare nella fase successiva come amica fedele, prima ancora che Educatrice.
Questo Campo Estivo è stato la prova che le cose possono funzionare, che l'umiltà paga sempre e che l'affetto incondizionato non è un'utopia. Non preparavo una cosa così minuziosamente dai tempi di Adunanza 1107, e stavolta non avevo un Tempio intero da allestire. Ci sono comunque stati i cordini, i fili di cuoio, brandelli di stoffa, stendardi, roba da dipongere e cose da scrivere. Tante cose da scrivere.
Tempi morti, mai. Stretti? Sempre e comunque. Lunghi tempi d'attesa e di veglia, ore di sonno brevi e insufficienti. Mai il tempo di prepararsi davvero agli imprevisti, comunque affrontati egregiamente. Uno sa affrontare i Demoni Maggiori in mezzo al piazzale e poi non riesce ad organizzare una Caccia al tesoro al volo? Suvvia, siamo seri. Con l'aiuto di un bambino di 8 anni si può fare anche quello.
A volte mi sento un pò MacGyver, quando mi trovo ad affrontare queste situazioni. Utilizzare tutti i mezzi che ho a disposizione e anche quelli che NON ho a disposizione (o meglio, che non era previsto fossero a disposizione), fino a ricomporli tutti come in un complesso puzzle che coinvolge persone, oggetti e luoghi. E vedere che le cose, in un modo o nell'altro, riescono. Poi ci vuole l'abilità per far passare inosservati gli errori...o per farsi perdonare quando si notano. Credo che la chiamino 'Giustizia'. E non lasciarsi abbattere da niente. Quest'anno è stato difficile organizzare tutto. Far funzionare il meccanismo, invece, visto che era già ben oliato dal principio, è stato fin troppo facile. La fatica è stata fare tutto al massimo dell'energia, perchè per il resto, era già tutto perfettamente organizzato. Bello.

Per il resto, il campo è stata occasione di crescita anche per me. Non solo ho dato fondo alle mie riserve di energia per fare le cose e alla mia capacità di concentrazione in ogni occasione (ricordiamoci che tra le altre cose ho continuato a fare l'arbitro piangendo per il naso quasi rotto). Ho avuto alcune conferme sulla mia Fede, molte soddisfazioni personali e momenti di assorbimento completo nella lettura della Bibbia.
Una nota negativa? Mi sono scoperta un po' egoista, e ne sono stata sorpresa. Fa malissimo... veramente troppo. Ma era una cosa di cui dovevo rendermi conto, anche per poterla superare. Come diceva il Vangelo mentre io sbagliavo l'attacco del Santo (ma dove si è mai visto???), ho il pieno diritto a godere della Parte Migliore. Convincersi di avere il diritto di partecipare di quella gioia è davvero difficile, perchè sono stata chiamata a rendermi utile e il mio compito, di solito, è fare le pulizie di casa. Metaforicamente parlando e non. Però riuscirò a ritagliarmi un posto, ne sono certa. Ognuno di noi ha una debolezza intrinseca (o un 'debole', se vogliamo), giusto? Bisogna trovare un compromesso, come dicevo qualche giorno fa. Il ruolo giusto. Perchè è vero che non si può avere tutto, ma non si può neanche rinunciare a tutto, nella vita.

Chiarito ciò (o meglio, proprio chiarito no, ma io l'ho detto, per chi ha orecchie...) ci tengo a specificare che come al solito l'armonia e la dolcezza che riesco a trovare nella musica è stata ampiamente ripagante di tutta la fatica e di tutti i sacrifici che ho fatto. Sta scritto che riceveremo nella stessa misura in cui doniamo agli altri. Comincio a misurare questa quantità in battiti di cuore, e ringrazio di ogni respiro e parola ricevuti in dono. Ogni sorriso, ogni carezza, ogni pensiero gentile, ogni mano che mi è stata tesa riflette ciò che ho dato, e non mi pento per un solo secondo di averlo fatto, perchè ciò che ho raccolto vale davvero molto più di quanto ho seminato.

Tra le nuvole e il mare si può andare, andare.
Sulla scia delle navi di là dal temporale.
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani!
Non siamo così soli...

martedì 28 giugno 2011

SPOSTAMENTO PRESENTAZIONE

...e visto che i problemi girano sempre in coppia... ta-daaan!
La Presentazione è stata spostata di una settimana e spicci, a MARTEDI' 12 LUGLIO, ore 20.00! Sempre nel Teatro della Parrocchia San Melchiade, ovviamente!
Trovate il reminder sotto l'header nella casella degli Aggiornamenti e sull'Evento di Facebook, nonchè sulla pagina Facebook dedicata al Bosco Segreto.
Questo perchè le giovani autrici sono stressate e fanno una vita da cani a rincorrere la gente!
L'autrice (che NON sta scrivendo queste parole al momento) si scusa con i Fedeli Lettori e auspica che possano comunque intervenire numerosi!

Grazie dell'attenzione!

Stefania Ricco

mercoledì 22 giugno 2011

Presentazione

Ricordo a tutti i frequentatori abituali del blog che il 2 Luglio 2011 presso il Teatro della Parrocchia S. Melchiade (Via Monti della Valchetta, Roma) si terrà il primo Incontro con l'Autrice.
Finalmente il titolo storico di questo Blog diventerà un titolo da ricercare in tutte le librerie!
Durante la Presentazione, organizzata da AltroMondo Editore, 51Diffusione Logistica e dalla Parrocchia S. Melchiade, parlerò sia del libro che della mia esperienza poetica in generale e potrete fare tutte le domande che vi vengono in mente!
Sarà inoltre possibile, per coloro che sono interessati e che non hanno usufruito delle copie in Prevendita, acquistare direttamente in loco una copia del libro!

Siete tutti invitati a questo grande debutto!

A presto!

domenica 19 giugno 2011

Credo la Chiesa

“Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!
Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo.”


Queste sono le parole di Fratel Carlo Carretto, religioso Gesuita, in punto di morte nell'ospedale Fatebenefratelli a Roma.
Alla luce di molti eventi e di 15 anni di frequentazione della stessa parrocchia, mi permetto, con tutto il possibile rispetto per chi ne ha vissute più di me, di dissentire.
Durante la Veglia di Pentecoste ho sentito parole 'inquietanti' dal nostro amato parroco. Ha detto, per l'ennesima volta, che il cristiano, per essere un BUON cristiano, deve essere un cristiano scomodo, un cristiano capace di turbare la quiete pubblica.
Ora, recentemente ho avuto conferma di aver turbato la quiete pubblica in più di un modo. Chi mi conosce sa che non è esattamente il mio metodo, che sono una persona che – di solito – non litiga per nessun motivo, che non discute con gli altri e che generalmente cerca di passare inosservata.
Anche da cristiana non ho mai cercato, a parole, di convertire nessuno. Vado in giro con fedeli di parecchie religioni diverse, tra cui streghe e Asgardiani. E rispetto tutti allo stesso modo. Ho studiato per conto mio la storia delle maggiori religioni del nostro mondo, perchè ho sempre creduto fermamente, e continuo a credere, che a prescindere dalla nostra confessione religiosa Lui lassù ci ascolti tutti.
Ma, sebbene io sia aperta a tutto il resto, mi sono presto resa conto che il mondo, per la maggior parte, non è aperto alla Chiesa Cattolica. E come possiamo dargli torto quando leggiamo le parole di Carlo Carretto, ad esempio?
La cosa realmente interessante è che la cristianità intera continua a giustificare i peccati della nostra Santa Madre. Addirittura Fratel Carretto giustifica i cristiani dicendo “Siamo tutti pubblicani, siamo tutti prostitute!”. Ma certamente. Però io avevo sentito dire che stavamo appresso a Cristo per redimerci, non per perseverare. Come si dice: “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Io posso capire cercare di giustificare la Chiesa corrotta in un periodo come il Medioevo, in cui il parroco locale ti faceva bruciare. Ma il Medioevo, a quanto sapevo io, è passato da un bel po'.
E noi cristiani...o meglio, i cristiani famosi del nostro tempo, continuano a giustificare la nostra Santa Madre Chiesa chiamandola nello stesso scritto 'Maddalena', che come tutti sappiamo, non era proprio questa Santa Donna. Mi sembra un po' di cattivo gusto, per quanto sorprendentemente onesto (ricordiamolo, detto da un Gesuita).
Ieri sono stata invitata a guardare in faccia i peccati della mia Chiesa. Stamattina, in attesa di andare alla Messa domenicale, come è mia abitudine alla quale non rinuncio l'estate, mi sento, come ha detto Don Gustavo, una cristiana scomoda.
Una cristiana scomoda che non accetta determinate situazioni. Io capisco perfettamente che cambiare le persone è difficile. Capisco anche che non è il caso di creare panico in una comunità di migliaia di anime. Ma sono 15 anni che vedo i casini del luogo in cui dovrei trovare la pace, e sono stanca.
Non ho intenzione di scappare come molti hanno fatto, sia chiaro. No, perchè sarò anche il sassolino nella scarpa, ma io in quel posto ci sono nata e cresciuta e ci ho trovato pace e gioia. E sono abbastanza matura da affrontarli, i problemi, senza girarmi dall'altra parte e decisamente senza rassegnarmi al marciume che, come Fratel Carretto insegna (come se ce ne fosse bisogno), c'è nel cuore della nostra Chiesa.
Nostra? Si, perchè non mi ritirerò su un eremo e non fonderò un'altra comunità fuori dalla mia Chiesa. Quindi è anche mia.
Lo scritto di Fratel Carretto mi è stato consigliato come lettura illuminante. Si, è vero, mi ha illuminata, ma mi ha soprattutto indignata. Mi ha fatto vedere che il problema della Chiesa, oggi come sempre, non è il marciume, ma la gente che si rifiuta di affrontarlo. Non posso, non voglio accettare che i cristiani di oggi (che non sono più quelli del Medioevo con torce e forconi) possano tollerare situazioni di questo tipo.
Alla Prima Comunione si dice ai bambini di pulire il loro cuore come se fosse una stanza in cui ospitare Gesù. La Chiesa dovrebbe fare lo stesso, non nascondere la propria sporcizia sotto i tappeti, le tende e gli abiti da cerimonia.
Ci sono ancora Cristiani con la C maiuscola? Si. Ne ho visti e ne conosco. Siamo tutti esseri umani, inclini all'errore. Ma dovremmo cercare di viaggiare sulla retta via, non giustificarci a vicenda per lo schifo a cui la nostra natura ci porta. Vogliamo veramente camminare insieme verso l'alto? Allora rifletterci su è il primo passo.