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venerdì 15 novembre 2013

Scozia: Oban, Mull, Iona e Staffa

Ok, adesso viene una delle parti più spettacolari, perchè in effetti questa parte del tragitto è stata DAVVERO superba.
Lasciata Glasgow senza acquistare roba legata al Dottore, siamo ripartiti su Titti (tanto ormai la macchina era gialla e dovevamo abituarci all'idea...) per andare a Oban. Cose da sapere su Oban: è un piccolo porto da cui partono i traghetti per le vicine isole (Ebridi Interne).
E basta.
Nel senso che i tour guidati partono da 40£ l'uno, e il posto campa di turismo. Per il resto ci sono due alimentari, ottocentocinquantamila ristoranti che vanno dalle Fish'n'chips al banchetto di Aragoste a 10£ e un sacco di vendita al dettaglio di molluschi. Beati loro.
Detto questo, vi descrivo la scena.
Eravamo ancora di umore piuttosto cupo, anche dopo Glasgow. Però un pochino ci stavamo riprendendo. Peccato piovesse. Una pioggerellina fitta fitta che sembrava nemmeno stesse piovendo e che ci ha accompagnati (insieme a Radio BBC1) fino ai dintorni di Oban. Dopo svariate centinaia di Km, guardando sulla mappa, continuavamo a chiederci: "Ma possibile che in questo tratto non ci sia PROPRIO NULLA?".
Infatti no, perchè dopo un po' vediamo questo.

Si trattava di un santuario (come abbiamo scoperto solo entrando e basandoci sul poco che abbiamo trovato scritto sui muri e in giro per il posto) fatto costruire con i resti delle navi di non ricordo che battaglia, per una certa Lady Caroline Agnes Campbell of Blythswood che a quanto scrivono "Amò allo stesso modo uomini, uccelli e bestie."
Sicuramente potevano trovare un modo migliore per dirlo, ne sono certa. Comunque sia, pioggia, nebbia, cielo grigio, e troviamo questo posto completamente vuoto, con un cartello che invitava chi volesse ad entrare senza disturbare. Infatti noi siamo entrati, inquietandoci un pochino visto che si sentiva solo il rumore della pioggia e che - a parte vicino all'altare - non c'erano luci accese. Un piccolo chiostro pieno di vasi di fiori (almeno un segno che il posto era abitato) conduceva all'ingresso nella chiesa buia, con a sinistra l'unica navata e a destra due tombe (tanto per rimanere allegri), dentro delle stanzine tipo celle chiuse da robuste grate di metallo. A un certo punto Pietro sparisce. Oltre una porta che non avevamo visto, c'era questo paesaggio.

Pietro, la meridiana del sole e il Loch.

Il Coniglio.

Di una bellezza mozzafiato. Questo credo sia stato il primo Loch che abbiamo visto davvero (almeno degno di nota). E dai laghi secondo me si capisce moltissimo del particolare tipo di guerre interne tra gli Scozzesi, del loro amore per le loro terre e del loro amore per la compagnia e il whiskey. E' palese.
Ci siamo fermati qualche minuto semplicemente ad assaporare il paesaggio, a goderci un momento di quiete assoluta. E poi abbiamo cominciato a ridere vedendo il gargoyle messo a protezione del luogo.




Dopo il coniglio gargoyle ci siamo rimessi in viaggio, arrivando a casa degli Abitatori del Profondo. Innsmouth. No, scusate. Volevo dire Oban. E' che quando la prima cosa che fotografi in città è questa, qualche dubbio te lo poni. Comunque. cittadina di mare, quattro case, il porto e un fottio di gabbiani. E quando è arrivata la nebbia siamo andati a chiuderci in albergo, perchè era evidentemente l'unica cosa da fare. Da Oban abbiamo mandato le prime notizie, se vi ricordate, perchè molti locali avevano il wifi gratuito e siamo riusciti a connetterci per un po'. Comunque non è che fossimo fuori dal mondo. Eravamo solo in Scozia. Comunque, la prima sera abbiamo mangiato Fish'n'chips, buonissime, e poi abbiamo cominciato a fare domande a chiunque capitasse a tiro riguardo i traghetti che avremmo dovuto prendere l'indomani. Alla fine ci siamo rassegnati, e siamo rientrati in albergo trovando un tizio che, con una chitarra, cantava "Whiskey in the jar". La serata non poteva finire meglio.


La mattina dopo sveglia alle 6.00 (non sto scherzando), perchè alle 7.45 partiva il primo traghetto. Tempo di fare colazione in albergo e poi andare a cercare i biglietti, tra una cosa e l'altra abbiamo rischiato di perderlo. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Diluviava in modo disumano, infatti stretti stretti sul divanetto del traghetto pensavamo: "Che giornata triste.".
Anche perchè tra la prima influenza dovuta al passaggio Agosto - Scozia e l'ancora recente perdita di 1200 euri eravamo ancora abbastanza provati. Siamo scesi a Mull, isola grandina dedita prevalentemente alle colture di molluschi (ma va?). A parte il problema dei porcospini (sapete quando si dice 'accoppiarsi come ricci? Ecco...), con una sanguinosa battaglia tra i residenti e le associazioni ambientaliste, nella sua storia non c'è stato niente di rilevante. Però, signori miei, che figata. Credo che l'isola fosse bucherellata. Praticamente è attraversata da una strada a senso unico che la circonda tutta. Una sorta di raccordo in una direzione sola, che solo i pullman turistici sono autorizzati a fare a doppio senso per non far perdere il traghetto ai turisti. Avete mai provato l'ebbrezza di stare su un pullman e incrociare un altro pullman su una strada fatta per contenere al massimo una berlina? Ecco. Tutto ovviamente in mezzo ai laghi. Salati, stavolta. Il nostro autista, ancora sobrio, a un certo punto del viaggio ha dichiarato: "Here in Mull we don't drive on the left of the road. We drive on WHAT's left of the road." (Per gli italiani convinti: "Qui a Mull non guidiamo a sinistra della strada. Guidiamo su quello che è rimasto della strada." Però in inglese fa più ridere.)
Isola di Staffa
Dopo aver attraversato esattamente metà della costa dell'isola, siamo arrivati al secondo traghetto, quello che ci avrebbe portati a Staffa. Staffa è stata la vera attrazione del viaggio. Dopo aver sorpassato la roccetta su cui 3-4 foche (sì, FOCHE) stavano beatamente godendosi il sole, abbiamo avvistato Staffa. E' una formazione di roccia basaltica emersa a un certo punto dopo un'eruzione vulcanica. Strati e strati di lava solidificata hanno formato quest'isoletta incredibile. L'attrazione principale (nonchè unica, visto che l'intera isola si poteva percorrere a piedi in circa 45minuti di camminata, fermandosi a fare le foto) è la Finegal's Cave.
Ora potrei passare veramente giorni e giorni a spiegarvi l'incanto di quella semplice 'grotta', ma davvero è inesprimibile. Come quando il vento ha alzato un vortice di spuma marina lasciandola cadere dal cielo come se nevicasse.
Ve lo giuro, sembrava di essere fuori dal mondo.
Comunque, vi rimando alle foto e ai video che pubblicherò a parte (non so ancora come, sono troppe) per i dettagli visivi.

Comunque sia, dopo un'oretta su Staffa siamo passati a Iona. Iona è un'isola particolare. Il suo status è ufficialmente quello di 'rifugio spirituale'. C'è un monastero cattolico, sull'isola, che da sempre offre ospitalità ai pellegrini. Iona è un luogo di calma e serenità, si capisce benissimo anche dalle pecore, che amano mangiare direttamente da sdraiate a terra (da cui la definizione di 'pigro come una pecora').
In compenso, abbiamo visto il mare e il sole, a Iona.
Spiaggia di Iona
Dopo Iona, col sorriso, siamo tornati a Oban attraverso Mull, facendo lo stesso tragitto sulla strada stretta e perigliosa con lo stesso autista che, palesemente ubriaco, ha parlato da solo per la metà del tempo. Però al microfono. Credo sia stata una fortuna che nessuno abbia capito esattamente cosa stesse bofonchiando in Scozzese stretto.
Abbiamo concluso l'avventura a Oban con una bella cenetta in un ristorante di pesce, buonissimo.
(Cozze freschissime, giuro.)

Unico rimpianto di Oban: i miei capricci che ci hanno portati a non assaggiare le aragoste a 10 Pound.

mercoledì 6 novembre 2013

Scozia, I Parte: Glasgow

Ci vuole molta pazienza per spiegare perché siamo al 6 Novembre e ancora non ho cominciato a scrivere della Scozia. Innanzitutto dovete sapere che è la terza volta che comincio questo post. In realtà è la seconda, ma sono certa che lo ricomincerò di nuovo, prima di finirlo. Lasciandovi col dubbio, visto che sono una persona malvagia.
Dovete sapere innanzitutto che alla fine di Giugno, appurato che tra i problemi con il passaporto e la mia totale impreparazione non saremmo andati in Canada/America, abbiamo deciso di andare in Scozia. Perchè la Scozia? Boh. E' stato un suggerimento di Pit e una grande idea, alla fine.
Quindi, tra Giugno e il 14 Agosto, data in cui siamo effettivamente partiti, ci sta tutto Luglio e quasi metà di Agosto. No?
Sì, ve lo dico io. Ovviamente i preparativi sono cominciati quanto prima. Circa il 1° di Agosto. Perchè io tergiverso sempre e odio le scadenze. Quindi tutto sommato, per aver pianificato il viaggio in 14 giorni, prenotando albergo per albergo su Trivago e facendoci aiutare dalla preziosissima Daniela - angelo custode che lavora in agenzia di viaggi - poteva andarci peggio. Molto peggio.
Continuo ad avere questo flashback del tizio che - a Giugno - mi ha detto "Non si preoccupi, questo nuovo Bancomat vale anche come Carta di Credito." Sto ancora aspettando di ribeccarlo in Banca, perchè lo strangolo.
Vi chiederete le mie motivazioni. Beh, il motivo è che il 12 di Agosto, a ben DUE giorni dalla partenza, ci siamo chiesti 'ma siamo sicuri di avere una Carta di Credito (cosa FONDAMENTALE per affittare una macchina)? La risposta era "No, certo che il Bancomat NON può funzionare come Carta di Credito.
Fortunatamente un'amica dei miei genitori lavora in un'agenzia di noleggio qui a Roma. Ha parlato con il suo corrispondente scozzese, tale Jon, che ci ha detto 'Don't worry!'.
E noi non ci siamo preoccupati. Finchè non ci siamo sentiti dire, all'aeroporto di Edimburgo, che loro non avevano idea di che accordi avessimo preso con il simpatico Jon. Bene. DUE ORE (una, se si conta il cambio di orario) completamente perse sulla tabella di marcia per a) recuperare i contanti e b) convincerli che no, non potevamo darli 1000 £ di cauzione per la macchina. Facendo un po' i capricci abbiamo deciso di tenerci bassi sui prezzi e di non fare l'assicurazione totale. Che cosa stupida. A pensarci, anche sul momento, visto la sfiga che già stavamo avendo, era evidentemente il caso di spenderli, quei 70 £ in più.
Ma siamo stati un po' sciocchi. E non consideravamo lo stress, la guida al contrario, la stanchezza, la guida al contrario e ovviamente la guida al contrario.
Pietro ha dato di matto uscendo dall'Aeroporto, a ragione, direi. Abbiamo fatto una cosa come 600 metri di strada, poi abbiamo visto un MacDonald's, rifugio sicuro in ogni angolo del mondo. Tempo di rilassarci un attimo, mangiare un panino, re-imparare a sorriderci a vicenda, caricare una foto su FB scrivendo "E fin qui niente incidenti.".
Poi abbiamo fatto l'incidente. Fiancata della macchina completamente andata.
Ta-daaaa!
(foto scattata quasi a fine vacanza e solo per stretta necessità, volevamo dimenticare...)

Come? Cercando di spostarsi dalla preselezione sbagliata e strusciando contro un pullman giallo. Con la telecamera dietro. Quindi non sono servite le suppliche al conducente di risparmiarci la denuncia, perchè il vecchietto, desolato, ci ha indicato l'occhio che ci guardava.
Crisi di panico? No, voi non sapete cosa significa. Mille euro andati così, nel cesso, dopo la prima ora di vacanza. Voi che avreste fatto? Vi dico solo che l'Aeroporto era infinitamente più vicino di Glasgow e sembrava un'ottima idea tornare a casa. E se non fosse stato per la mia capricciosità intrinseca (stile: "Pit, ma quindi niente vacanza, dopo tutti sti soldi buttati???") saremmo tornati a Roma quella stessa sera.
Fortunatamente non è andata così. Pietro ha coraggiosamente guidato fino a Glasgow, abbiamo trovato l'albergo e ci siamo confidati con una receptionist che probabilmente era la gemellante scozzese della nostra amica Claudia, anche conosciuta come Lady Egeria.
Comunque, siamo riusciti ad arrivare, ad abbracciarci e - quasi - a non piangere. E la vacanza era cominciata.


Number 10 Hotel, Glasgow

Il "Number 10" era carino, e ci ha dimostrato per la prima - ma non ultima - volta il calore degli Scozzesi. Il Barman mi ha spiegato con molta accuratezza come affrontare la città il giorno successivo. Dove eventualmente parcheggiare, come muoverci e che, alla fine dei conti, conveniva fare quelle tre fermate di trenino per arrivare in centro, anche solo per evitare di dover ripensare alla macchina, parcheggiata al sicuro nel giardino dell'albergo.
Poi siamo andati in giro per Glasgow, che oltre ad essere in chiusura del mese del festival, abbiamo scoperto essere una città dalle vedute religiose molto aperte. Abbiamo visitato innanzitutto la cattedrale, incontrando diversi musicisti in strada e godendoci le prove - in giro per la città - dell'orchestra tradizionale della Glasgow Royal Concert Hall. Fantastici.
Quindi abbiamo visitato il cimitero monumentale, una sorta di acropoli, in cima alla collina, e il Museo delle Religioni.


Museo delle Religioni, Glasgow
Un posto che mi ha a dir poco affascinata. Sapevo che non avevamo molto tempo, ma ci sarei rimasta tutto il giorno. Una piccola escursione in mezzo a tutte le religioni del mondo, dal Cristianesimo al Vudu, con tutte le loro tradizioni, le loro icone sacre, i loro canti tradizionali. Bellissimo, mi credete?
Successivamente, dopo una breve visita alla Forbidden Planet della città, il rientro in albergo.
La mattina dopo siamo ripartiti con il cuore pesante, perchè non eravamo riusciti a vedere molto e avremmo voluto fare molto di più. Glasgow è bella, fateci un salto, se vi capita. Davvero.

A quel punto abbiamo cominciato a scoprire un po' di cose della Scozia. Che la sera dopo una certa ora (le otto) non c'è verso di mangiare. Che bisogna dare la mancia nei ristoranti, ad esempio, che è uso e costume di tutti i paesi civilizzati (evidentemente noi non contiamo). Oppure le strisce ai lati della strada per parcheggiare, che ancora non abbiamo capito a dirla tutta. E la guida al contrario. Al contrario.
Ma quella con cui mi sono scontrata di più è stata la pioggia. Non ho avuto davvero freddo, e non mi ha dato davvero fastidio, ma dev'essere davvero uno strano modo di vivere, con quella coltre grigia piuttosto costante e la pioggia così fine da non essere percepibile se non dopo una decina di minuti, quando cominci a realizzare di essere bagnato. Ma continua a non dare fastidio. Assurdo... o almeno, io l'ho percepito così.
E la gentilezza della gente. Tutti col sorriso, tutti pronti ad aiutare. Il cameriere del ristorante di Tapas, che masticava un po' di italiano, che si è seduto con noi a consigliarci cosa vedere il giorno dopo.

Ve lo confesso, sembrava davvero di stare in un paese alieno. Fortuna che parliamo inglese e che sappiamo farci capire. Altrimenti sarebbe stata la disperazione vera, dopo quelle prime disavventure.
Giorni grigi, a Glasgow, ma alla fine siamo riusciti ad apprezzarli e a cominciare 'bene' una lunghissima vacanza. E solo adesso ho il tempo e il cuore di mettermi qui e scrivere tutto.

Stay tuned!