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mercoledì 6 novembre 2013

Scozia, I Parte: Glasgow

Ci vuole molta pazienza per spiegare perché siamo al 6 Novembre e ancora non ho cominciato a scrivere della Scozia. Innanzitutto dovete sapere che è la terza volta che comincio questo post. In realtà è la seconda, ma sono certa che lo ricomincerò di nuovo, prima di finirlo. Lasciandovi col dubbio, visto che sono una persona malvagia.
Dovete sapere innanzitutto che alla fine di Giugno, appurato che tra i problemi con il passaporto e la mia totale impreparazione non saremmo andati in Canada/America, abbiamo deciso di andare in Scozia. Perchè la Scozia? Boh. E' stato un suggerimento di Pit e una grande idea, alla fine.
Quindi, tra Giugno e il 14 Agosto, data in cui siamo effettivamente partiti, ci sta tutto Luglio e quasi metà di Agosto. No?
Sì, ve lo dico io. Ovviamente i preparativi sono cominciati quanto prima. Circa il 1° di Agosto. Perchè io tergiverso sempre e odio le scadenze. Quindi tutto sommato, per aver pianificato il viaggio in 14 giorni, prenotando albergo per albergo su Trivago e facendoci aiutare dalla preziosissima Daniela - angelo custode che lavora in agenzia di viaggi - poteva andarci peggio. Molto peggio.
Continuo ad avere questo flashback del tizio che - a Giugno - mi ha detto "Non si preoccupi, questo nuovo Bancomat vale anche come Carta di Credito." Sto ancora aspettando di ribeccarlo in Banca, perchè lo strangolo.
Vi chiederete le mie motivazioni. Beh, il motivo è che il 12 di Agosto, a ben DUE giorni dalla partenza, ci siamo chiesti 'ma siamo sicuri di avere una Carta di Credito (cosa FONDAMENTALE per affittare una macchina)? La risposta era "No, certo che il Bancomat NON può funzionare come Carta di Credito.
Fortunatamente un'amica dei miei genitori lavora in un'agenzia di noleggio qui a Roma. Ha parlato con il suo corrispondente scozzese, tale Jon, che ci ha detto 'Don't worry!'.
E noi non ci siamo preoccupati. Finchè non ci siamo sentiti dire, all'aeroporto di Edimburgo, che loro non avevano idea di che accordi avessimo preso con il simpatico Jon. Bene. DUE ORE (una, se si conta il cambio di orario) completamente perse sulla tabella di marcia per a) recuperare i contanti e b) convincerli che no, non potevamo darli 1000 £ di cauzione per la macchina. Facendo un po' i capricci abbiamo deciso di tenerci bassi sui prezzi e di non fare l'assicurazione totale. Che cosa stupida. A pensarci, anche sul momento, visto la sfiga che già stavamo avendo, era evidentemente il caso di spenderli, quei 70 £ in più.
Ma siamo stati un po' sciocchi. E non consideravamo lo stress, la guida al contrario, la stanchezza, la guida al contrario e ovviamente la guida al contrario.
Pietro ha dato di matto uscendo dall'Aeroporto, a ragione, direi. Abbiamo fatto una cosa come 600 metri di strada, poi abbiamo visto un MacDonald's, rifugio sicuro in ogni angolo del mondo. Tempo di rilassarci un attimo, mangiare un panino, re-imparare a sorriderci a vicenda, caricare una foto su FB scrivendo "E fin qui niente incidenti.".
Poi abbiamo fatto l'incidente. Fiancata della macchina completamente andata.
Ta-daaaa!
(foto scattata quasi a fine vacanza e solo per stretta necessità, volevamo dimenticare...)

Come? Cercando di spostarsi dalla preselezione sbagliata e strusciando contro un pullman giallo. Con la telecamera dietro. Quindi non sono servite le suppliche al conducente di risparmiarci la denuncia, perchè il vecchietto, desolato, ci ha indicato l'occhio che ci guardava.
Crisi di panico? No, voi non sapete cosa significa. Mille euro andati così, nel cesso, dopo la prima ora di vacanza. Voi che avreste fatto? Vi dico solo che l'Aeroporto era infinitamente più vicino di Glasgow e sembrava un'ottima idea tornare a casa. E se non fosse stato per la mia capricciosità intrinseca (stile: "Pit, ma quindi niente vacanza, dopo tutti sti soldi buttati???") saremmo tornati a Roma quella stessa sera.
Fortunatamente non è andata così. Pietro ha coraggiosamente guidato fino a Glasgow, abbiamo trovato l'albergo e ci siamo confidati con una receptionist che probabilmente era la gemellante scozzese della nostra amica Claudia, anche conosciuta come Lady Egeria.
Comunque, siamo riusciti ad arrivare, ad abbracciarci e - quasi - a non piangere. E la vacanza era cominciata.


Number 10 Hotel, Glasgow

Il "Number 10" era carino, e ci ha dimostrato per la prima - ma non ultima - volta il calore degli Scozzesi. Il Barman mi ha spiegato con molta accuratezza come affrontare la città il giorno successivo. Dove eventualmente parcheggiare, come muoverci e che, alla fine dei conti, conveniva fare quelle tre fermate di trenino per arrivare in centro, anche solo per evitare di dover ripensare alla macchina, parcheggiata al sicuro nel giardino dell'albergo.
Poi siamo andati in giro per Glasgow, che oltre ad essere in chiusura del mese del festival, abbiamo scoperto essere una città dalle vedute religiose molto aperte. Abbiamo visitato innanzitutto la cattedrale, incontrando diversi musicisti in strada e godendoci le prove - in giro per la città - dell'orchestra tradizionale della Glasgow Royal Concert Hall. Fantastici.
Quindi abbiamo visitato il cimitero monumentale, una sorta di acropoli, in cima alla collina, e il Museo delle Religioni.


Museo delle Religioni, Glasgow
Un posto che mi ha a dir poco affascinata. Sapevo che non avevamo molto tempo, ma ci sarei rimasta tutto il giorno. Una piccola escursione in mezzo a tutte le religioni del mondo, dal Cristianesimo al Vudu, con tutte le loro tradizioni, le loro icone sacre, i loro canti tradizionali. Bellissimo, mi credete?
Successivamente, dopo una breve visita alla Forbidden Planet della città, il rientro in albergo.
La mattina dopo siamo ripartiti con il cuore pesante, perchè non eravamo riusciti a vedere molto e avremmo voluto fare molto di più. Glasgow è bella, fateci un salto, se vi capita. Davvero.

A quel punto abbiamo cominciato a scoprire un po' di cose della Scozia. Che la sera dopo una certa ora (le otto) non c'è verso di mangiare. Che bisogna dare la mancia nei ristoranti, ad esempio, che è uso e costume di tutti i paesi civilizzati (evidentemente noi non contiamo). Oppure le strisce ai lati della strada per parcheggiare, che ancora non abbiamo capito a dirla tutta. E la guida al contrario. Al contrario.
Ma quella con cui mi sono scontrata di più è stata la pioggia. Non ho avuto davvero freddo, e non mi ha dato davvero fastidio, ma dev'essere davvero uno strano modo di vivere, con quella coltre grigia piuttosto costante e la pioggia così fine da non essere percepibile se non dopo una decina di minuti, quando cominci a realizzare di essere bagnato. Ma continua a non dare fastidio. Assurdo... o almeno, io l'ho percepito così.
E la gentilezza della gente. Tutti col sorriso, tutti pronti ad aiutare. Il cameriere del ristorante di Tapas, che masticava un po' di italiano, che si è seduto con noi a consigliarci cosa vedere il giorno dopo.

Ve lo confesso, sembrava davvero di stare in un paese alieno. Fortuna che parliamo inglese e che sappiamo farci capire. Altrimenti sarebbe stata la disperazione vera, dopo quelle prime disavventure.
Giorni grigi, a Glasgow, ma alla fine siamo riusciti ad apprezzarli e a cominciare 'bene' una lunghissima vacanza. E solo adesso ho il tempo e il cuore di mettermi qui e scrivere tutto.

Stay tuned!

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