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martedì 28 ottobre 2014

Ottobre è il più crudele dei... ah, no.

Ottobre non è il più crudele dei mesi (e sì che s'è portato via a pochi giorni di distanza prima Lorenzo Bartoli e poi Zio Vittorio), ma sicuramente è stato un mese faticoso.
Tornavamo da Echi di Guerra , ancora con la sensazione di non aver fatto abbastanza per qualcosa che nemmeno esiste.
Tornavamo stanchi e io già sognavo di una presentazione che doveva "aprire" il mese. Una presentazione che a me, che adesso ho 26 anni e rimetto a posto i fumetti alla stazione Termini (ringraziando Dio ogni giorno), ha ricordato un giorno di 12 anni fa (2002, ne avevo 14), che le stesse persone presentavano una novità per l'Eura: John Doe. Infatti il 2 Ottobre è stato "Orfani". Ve Io confesso adesso, che tanto Rrobe è già a Lucca - o quasi - e non leggerà comunque il mio blog : mi sono sentita davvero una bambina fortunata - in maglietta rossa... ma bambina dentro. Oh, insomma, vogliono tutti conoscere gli attori... a me i fumettisti stanno più simpatici.
Poi c'è stato il cellulare nuovo, con cui sto scrivendo adesso, con una penna quasi vera e senza fare "tic tic tic" sui tasti, che è una strafigata pazzesca.
Adesso la sera non devo più scegliere tra il blocco o il pc: posso scarabocchiare sul telefono e pubblicare tutto. Che non è detto sia un bene (per voi), ma per me sicuramente lo è.
Poi, come ve lo spiego? C'è stato il Romics, il primo giorno come 10 anni fa, con Martine, a fare le deficenti in costume, a fare la fila per Bigio, che un po' lo odio, fortuna che tutti mi invidiano il disegnetto di Chimera sennò era spacciato, avrei detto al mondo intero che è un essere umano e ogni tanto deve anche mangiare (stupidi umani).
E poi a farci riconoscere da Werther dell'Edera, che si è scoperto amico di amici, l'intervista da bimbaminkia al TG3 (che risate, gente), il sushi tossico no, che mica siamo cretine ( oddio...), che poi era solo il primo giorno. Che la Domenica sono tornata "in borghese" con una collega, a guardare la Fiera come chi ci va per la prima volta.
Sono tornata di nuovo bambina. Ed era solo la prima settimana... di Ottobre, dico. Poi Lunedì riunione Archivio, Giovedì Notti Eterne all'Alchimiae, Domenica allenamenti e via così, perchè di vita ce n'è una sola e le settimane non bastano mai.
E poi mi dicono scrivi, disegni, il cuoio, il canto, i ragazzini... e il lavoro alla Borri. Ma ogni tanto dormi?
Sì, so un ghiro. Dormo tanto, mangio di più (NO! NUN SÒ DIMAGRITA!!! ) e ogni tanto m'incontro pure con la mia famiglia. Che settimana prossima viene a Luccacomics con me.
E poi ovviamente le cose serie. Tipo il capo turno che "Ah, io vado in Ferie, pensaci te."
E l'ansia sottile del contratto che scade, il ticchettio di un mese che sò sembrati tre... le cene coi preti, le Cresime e gli eroi.
Però dopo Lucca basta , mi riposo un pò. C'è un mese per il contratto nuovo, un matrimonio, un live a cui non vado - rosicando male - e poi i Concerti di Natale. E Natale, ovviamente. E Capodanno?
Non lo so.
Quest'anno Ottobre è stato quasi tutto l'anno. Un pò come l'autunno malinconico, coI cambiamento che ti sussurra mentre stai al calduccio, nel letto.
E sto racconto ve lo sto scrivendo col ritmo di Trilussa nelle orecchie, per dirvi che se anche non mi sentite, il tempo passa e le cose so' le stesse.
Niente di nuovo per noi, insomma.
Tanto stiamo al 27... e a Halloween che fai?
Niente!

sabato 19 aprile 2014

Avrebbero voluto che vivessi

Avrebbero voluto vederti vivere.

Poco prima della tua morte, dopo aver esortato Pilato ad alzarti davanti a tutti su quella croce, i tuoi nemici cominciarono a chiedersi: "Cos'abbiamo fatto?"
E a chiedere a te: "Perché non ti liberi di quella croce?"
Paura, sgomento e dubbio.
Perché quell'uomo che è stato un ribelle per tutta la sua vita, che ha fatto miracoli, guarito la loro gente, perché non scende da lì e sparisce per sempre?
Ecco che nell'esortazione: "scendi dalla croce" la paura degli uomini si fa concreta.
La loro legge non gli permetterebbe di condannare a morte un loro pari. Hanno piegato la legge, hanno fatto crocifiggere quell'uomo che fino a quel momento, forse, era ancora 'solo un uomo'. Apparentemente hanno vinto.
Ma gli Ebrei non sono tranquilli. Non sono in pace con loro stessi. Nella loro ostinazione hanno fatto vere le parole di uno dei LORO profeti. E ora hanno paura.
Perché ora che è morto, Gesù di Nazaret non è più 'solo un uomo'. Ora, e solo ora, è chiaro a tutti che è il Figlio dell'Uomo.

Ma guardando indietro, come avrebbe potuto essere altrimenti?
Fedeli alla loro antica legge, fedeli  loro stessi, non avrebbero potuto - o voluto - seguire altra strada. Era già tutto finito, prima ancora che cominciasse.
Ed ecco che la loro vittoria gli ha fatto rinnegare la loro stessa legge. L'uomo che si faceva chiamare 'Re', ora è davanti a tutti, effige della loro colpa, sangue versato dalle loro mani. Ha davvero distrutto il Tempio, sconfitto la Legge Antica. È morto.
E come possono ora i carnefici affrontare la sua morte?
Sperano forse che ci sia qualcos'altro?
Forse sì. Perché se lui rimanesse morto, allora sarebbero colpevoli.
Se vivesse, invece... se TORNASSE... ah, allora tutto sarebbe giustificato. Tutto sarebbe parte di un Disegno. Tutto sarebbe come doveva essere. Perché non c'è più un uomo, davanti a loro.
C'è il Cristo.

La discesa agli inferi del Signore

"Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce.
Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: "Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli »."
Da un'antica « Omelia sul Sabato santo ». (PG 43, 439. 451. 462-463)