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martedì 13 novembre 2012

Manuale dell'Avventuriero Prudente - Vol. I

Manuale dell’Avventuriero Prudente
Vol. 1

Tiky da Lupio

Premessa

Ho finalmente deciso di cominciare questo grande lavoro dopo aver sperimentato quanti e quali errori – e sono certa che ne esistano infiniti altri – si possano fare nell’ambito di missioni e situazioni pericolose più o meno comuni.

La prima parte tratterà di ciò che ritengo sia più necessario ad ogni Avventuriero Atiliano che non voglia trovarsi in brutte situazioni: la preparazione e i rischi.
Beninteso, non intendo dire che se seguiranno i consigli proposti saranno al sicuro, poiché com’è stato dimostrato, nemmeno le camere private del nostro defunto Sire Bolivar degli Arinol erano completamente sicure. Da questo punto di vista i pericoli che il nostro Eldoros ci riserva sono infiniti, come infinite sono le idee delle creature senzienti per nuocere al prossimo.
La seconda parte sarà un elenco di norme di comune prudenza nel trattare con i pericoli più comuni in Atilia, un elenco stilato grazie all'esperienza di avventurieri provenienti da almeno due mondi diversi.

E’ mia premura ricordare anche che questi scritti nascono dalla mia esperienza personale, diretta o indiretta. Qualsiasi affermazione, per quanto assurda, può trovare riscontro ufficiale nei Resoconti da me redatti per il Regio Collegio dei Bardi.

Se i consigli stilati in questo Trattato vi sembrano sciocchi o scontati probabilmente non avete affrontato abbastanza missioni nella vostra vita. In un caso più roseo fate parte di qualche squadra d'Elite, e se è questo il vostro caso cominciate a chiedervi perché siete così pochi a farne parte. Forse un manuale come questo avrebbe risparmiato la vita a un sacco di vostri predecessori o aspiranti tali.

Nota: le azioni stupide e suicide non sono incoraggiate da questo scritto. Tutti coloro che useranno questo testo come giustificazione per la morte di un loro compagno riflettano attentamente sul caso. Sto dicendo che non è il caso di portare con se persone inette, avventate, imprudenti ed eccessivamente curiose, e che nessun tipo di precauzione serve a prevenire la stupidità (per quanto speriamo che i nostri colleghi Alchimisti un giorno riescano a trovare una cura).

Parte I – Come cominciare ad affrontare i problemi

Lo scopo

Voler essere un Eroe Atiliano è cosa alquanto impegnativa e pericolosa, in linea generale. Non dico che per aspirare ad un simile riconoscimento si debba essere per forza alti, forti e coraggiosi, ma quantomeno bisogna essere preparati.
Che voi sappiate usare una spada o il più potente degli incantesimi, che conosciate l’uso delle erbe piuttosto che quello dei composti alchemici meno stabili, la prudenza è la parola chiave dell’avventura, sebbene nell’immaginario comune una cosa sia l’opposto dell’altra.
Un avventuriero che dimentichi la prudenza, potete chiedere in giro, o è molto, ma molto fortunato, oppure è decisamente morto.

In una missione standard, che sia indetta dal Regno, sia una faccenda privata del vostro principato di vassallaggio, una faccenda del Collegio a cui appartenete o una vostra iniziativa del tutto personale, bisogna innanzitutto comprendere le motivazioni e lo scopo.
Le motivazioni possono essere dalle più nobili (salvare la “Donzella in Pericolo” delle poesie dei nostri Bardi più illustri) a quelle meno ortodosse (“recuperare” un manufatto Regio da un Tempio di Algos oltre il Fiume).
Gli scopi della vostra missione, si spera, dovrebbero essere volti a salvaguardare il Regno, il Principato, il Collegio o la salute personale di qualcuno. Un eroe Atiliano, infatti, si distingue non solo per la sua capacità di completare missioni per il Regno stesso, aiutando i corpi militari come può, ma anche per la sua nobiltà d’intenti, che solitamente si riscontra nel cercare di risolvere i problemi del Regno evitando, dove possibile, spargimenti di sangue e stragi di innocenti.

La prima domanda da porsi, prima di partire per una qualsiasi missione, è: cosa mi troverò davanti? Una cripta irta di trappole? Un santuario probabilmente corrotto e zeppo di congegni esplosivi Magici o Sacri? Un bosco abitato da Scoiattoli Mannari Giganti?
Qualunque sia la risposta, è sempre bene averne una, se non altro per sapere dove e come far cercare i propri resti nel caso si volesse essere sepolti nella terra natia.

Il mandante e le istruzioni

Normalmente se una missione non rientra nel caso 'iniziativa personale', ci sarà per forza di cose un mandante. La persona interessata dovrebbe fornire le informazioni e i mezzi necessari allo svolgimento della missione stessa. Se sono necessari mezzi particolari è meglio chiederne la disponibilità dall'inizio. Se si partisse per un assedio senza avere già predisposti dei macchinari (quali trabucchi, catapulte e arieti, ad esempio), trovarsi davanti alla città da assediare con due misere scalinate sarebbe ridicolo. Questo è un caso limite, ovviamente, ma rende l'idea della fine che fa un avventuriero che non abbia preparato adeguatamente la missione.
Chiariamoci. Quando sarete dei veri avventurieri magari vi basterà la vostra arguzia a sfuggire a qualsiasi tipo di pericolo, ma vi consigliamo comunque di non sentirvi mai troppo sicuri di quanto siate preparati. Una precauzione in più non è mai sprecata, credetemi sulla parola.

Quando si ha un superiore responsabile della missione è sempre buona norma chiedere tutti i dettagli, per quanto questo sia possibile (magari la pianta del forte che andrete ad espugnare non sarà sempre un dato reperibile). E’ sempre meglio, ad esempio, sapere in anticipo se ci saranno solo i cuccioli dei suddetti Scoiattoli Mannari Giganti oppure anche la loro mamma, insieme all’alchimista pazzo che ne ha permesso l’esistenza (n.d.A.: si tratta di una figura retorica: che mi risulti gli Scoiattoli Mannari Giganti sono creature del tutto naturali).

Nell'organizzare una missione è piuttosto fondamentale che quasi tutti siano a conoscenza dei punti cruciali. Ad esempio, se le istruzioni dicevano 'prendere la pietra blu e NON la rossa' è sempre meglio che, nel caso in cui l'unico a saperlo sia temporaneamente in coma (per non parlare del peggio), ci sia anche almeno un'altra persona che sappia quale pietra prendere. Normalmente è brutto scoprire con la propria mano che la pietra sbagliata incenerisce chi la tocca.
Lo stesso vale per le istruzioni su dove non andare, chi tenere in vita a qualsiasi costo, chi altri uccidere a vista e così via. Ricordiamo che avere con se compagni avventati o dall'intelligenza non del tutto umana è sempre un rischio in più. Se volete prendervene la responsabilità, abbiate almeno la cura di assicurarvi che non siano in grado di nuocere alla missione.

Nota: a meno che specificamente richiesto dalla missione, invocare demoni, toccare statue monche, gettarsi nel vuoto e iniziative di questo genere vanno generalmente evitate. Se non si possono evitare, sempre meglio palarne con i propri compagni PRIMA che la situazione degeneri e diventi pericolosa per se stessi e per gli altri (incluso Eldoros, ad un certo livello). Anche in questo caso: se nella missione era prevista sin dall'inizio l'attivazione di congegni corrotti e potenzialmente dannosi, forse bisogna rivederne lo scopo originale o cominciare a porsi qualche domanda sul mandante.

Prepararsi al peggio

Il secondo passo è valutare le forze. E’ sempre bene portare in missione i mezzi, gli oggetti e le persone adatti al tipo di problemi che si debbono affrontare. Di solito è bene includere nella lista, comunque vadano le cose, un cerusico che possa fare bene e velocemente il suo lavoro, in caso ci fossero imprevisti.
Non c'è bisogno di aggiungere, spero, che per il caso sopra citato è necessaria ed imprescindibile la sopravvivenza del cerusico a discapito di quanto possa succedere, quindi si valuti bene di investire un poco delle vostre forze per difenderlo.

Unguenti ed erbe: avendo qualcuno capace di usarne, sono un valido aiutante per un bravo cerusico. Avere un cerusico e due maghi o sacerdoti in grado di occuparsi delle cure insieme a lui potrebbe farvi risparmiare pochi preziosissimi minuti. Certo, esistono anche gli incantesimi di guarigione, ma consigliamo di tenerli come ultima risorsa, a meno che non abbiate intenzione di passare una notte serena e riposante nella cripta in cui siete bloccati e stavate per lasciare le penne a causa dei non-morti che bussano alla porta.

Armi: in molti tipi di missione sono richieste armi magiche o sacre. Comprendiamo bene che non tutti abbiano i mezzi necessari a procurarsi un'arma magica o sacra ad effetto permanente. Come risolvere il dilemma? Fate in modo di avere con voi un bravo alchimista (adeguatamente attrezzato) oppure dei Maghi o Sacerdoti che sappiano incantare e benedire le vostre armi. Riguardo l'efficacia delle armi sulle varie specie di creature che abitano il nostro Eldoros ci rammarichiamo nel comunicarne l'estrema varietà. Ci vorrebbe di certo una guida più accurata sull'argomento per eviscerarne tutte le possibili sfumature. Per il momento vi consigliamo semplicemente di essere pronti più o meno a qualsiasi evenienza, rimandando alla seconda parte del Trattato per consigli più specifici in merito.

Incantesimi: la regola fondamentale è risparmiare il potere. Risparmiare il potere è essenziale. L'Accademia dei Ranger ci insegna che ci sono effettivamente modi abbastanza sottili, per risolvere le cose, che non richiedano uso di alcun potere magico. Nella realtà questo non è vero. Probabilmente avendo alle spalle una squadra dei migliori ingegneri del Regno pronti a passare le prossime otto ore ad aprire una semplice porta, sebbene sigillata magicamente, otterrebbe come risultato finale di aprirla. Ciò non toglie che sia spesso più facile e veloce spendere una carica di potere magico per disperdere l'incantesimo apposto sulla porta e passare dall'altra parte in tempo utile a salvarsi la vita.
C'è da dire che bisogna trovare la giusta via di mezzo. Usare una preziosa preghiera per guarire un braccio al quale è già stato interrotto il sanguinamento è considerato 'utilizzo di potere sconsiderato'. Rendere muto un compagno, giocare a far saltare le armi dalle mani del nemico mentre questi sta parlando, respingere alleati per costringerli ad arrivare in prima fila e cose simili sono considerati invece 'insegnamento di mezzi magici alle persone sbagliate' (e per questo ci rimettiamo al discernimento delle Corporazioni di tutta Atilia).

Mezzi particolari: se nella missione è previsto l'utilizzo particolare di un oggetto ricevuto dal mandante, sarà vostra cura non perderlo per nessun motivo. Utilizzate tutti gli accorgimenti del caso perchè ciò non avvenga. Legatelo alla vostra persona, ingeritelo, cucitelo alla carne. Ma non perdetelo. Quest'accorgimento prevede anche di non affidarlo alle persone sbagliate, quali i compagni meno intelligenti sopra citati. Se il 'mezzo particolare' di turno ha arti di qualche tipo, inutile dirvi di assicurarvi che non sia in grado di utilizzarli per fuggire. Stesso discorso vale per qualsiasi cosa dobbiate recuperare dalla missione, ostaggi compresi.

Nota: se tra i mezzi necessari ed imprescindibili per la riuscita della missione sono compresi oggetti maledetti e/o corrotti, probabilmente bisogna andare a rivedere gli scopi della missione. Ricordo ai lettori e agli aspiranti Avventurieri che nel nostro Regno d’Atilia collaborare con stregoni, negromanti e demoni è considerato Alto Tradimento, punibile con la Pena di Morte. Consiglio personalmente di valutare bene se valga la pena di rimanere corrotti o maledetti al fine di sopravvivere alla missione per poi finire comunque 'appesi per il collo finché morte non sopraggiunga' (n.d.A.: dicitura ufficiale dal Codice della Legge).

Legge, Morale ed Etica

Nonostante possiate trovare infinite testimonianze che negano questo postulato, sappiate che un Eroe Atiliano si distingue per il suo rispetto delle leggi. La morale e l'etica sono altre due cose che dovrebbero distinguerlo, per quanto la guerra che sta imperversando negli ultimi anni abbia modificato le leggi morali ed etiche in favore della mera sopravvivenza. Ciò non toglie che la Legge sia da rispettare. Che voi lo facciate per fedeltà al Regno o per devozione a Goldar non ci interessa. L'importante è che le seguiate.

Vi faccio un rapido esempio, per quanto io non abbia mai nascosto una certa avversione nei confronti dei templi (in cui sono anche morta un paio di volte). Se per qualche motivo doveste finire in missione per recuperare un artefatto Atiliano in un tempio di là dal fiume, un tempio votato ai nostri Dei, nulla su questa terra vi giustificherebbe nel caso in cui decideste di massacrare i sacerdoti del tempio.

Il rispetto per la vita umana, per le cariche pubbliche e per tutto ciò che ci rende persone civili è un presupposto fondamentale per qualsiasi cosa vi stiate accingendo a fare. Niente vi impedisce di uccidere un soldato avversario in guerra, se sta cercando di togliervi la vita. Ma niente vi vieta di offrirgli redenzione e perdono, in caso ci tenesse particolarmente alla propria vita.

Vi invitiamo a distinguere attentamente tra coloro che sono realmente 'nemici' e coloro che si trovano semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per quanto riguarda il Regno d'Atilia, ciò che ci differenzia dai barbari Jazr è il fatto che noi non incendiamo villaggi, non violentiamo donne e non uccidiamo bambini. Così come non dissacriamo templi e lasciamo generalmente in pace la popolazione.

Sia chiaro che golem e creature non senzienti non sono da considerare nel conteggio. Si consiglia invece una particolare attenzione con le creature semi-umane. Nella maggior parte dei casi, anche se magari voi non comprendete né la loro lingua né la loro cultura, sono creature che hanno delle strutture sociali e dei sentimenti, nonché dei legami affettivi. In caso di missioni che le riguardino cercate pertanto di considerare di avere a che fare a tutti gli effetti con persone come voi. A volte sarà pericoloso, certo. Altre volte ne andrà della vostra vita. Ma per quanto possa essere pericoloso o difficile, laddove vedete un gruppo probabilmente ci saranno dei cuccioli potenzialmente inoffensivi.

Nota: non è assolutamente questo il caso di demoni e creature delle tenebre. E' stato dimostrato da studi certi ed accurati condotti nel Bosco Sacro di Arborea che tali creature non possono in nessun caso considerarsi inoffensive e che non sviluppano nessun tipo di affetto filiale. Pertanto per le suddette creature, in tutti i loro stadi evolutivi, vale la regola 'uccidere a vista'.

Una Libraia per amica

Come molti di voi forse sapranno, il 2 Novembre ho ufficialmente compiuto un anno da Libraia.
Più vado avanti, più sono convinta che sia il lavoro della mia vita! Il problema, come in tutte le cose che mi sono successe negli ultimi anni, è tenersi al passo.
Di cosa?
Ma avete una vaga idea di quanto Fantastico venga scritto (e pubblicato) in Italia e nel mondo?
Quanto poi sia di qualità è tutto da vedere, ovviamente, ma provate anche solo a leggere le trame di tutto quello che esce.

Scartando tutti i romanzi denominati "Urban fantasy" che da cinque-sei anni (dopo Twilight, per intenderci) cominciano con "Gigia era una ragazza qualsiasi, sicuramente non bella, e con un Q.I. sotto la media. La sua vita era una tale noia... ma poi, ora che LUI è arrivato, per trascinarla in un mondo fatto di sangue ed oscurità, tutto deve cambiare..."
Ora... non so voi, ma io sono di scuola Rice. All'età in cui le ragazzine di oggi leggono le storie dei Cullen io leggevo di quel gran bastardo di Lestat e del piccolo mostro Claudia. Ora... vogliamo fare un paragone tra la piccola Claudia (fissate bene l'immagine in mente, prego) e una ragazzina che viene chiamata, in un moto di genio che abbassa il Q.I. supposto della protagonista, già notoriamente poco sveglia e sfottuta ripetutamente dagli altri personaggi, "Reneesme"? Figlia di un essere umano e un vampiro (WTF???) e imprintata con un LICANTROPO?
Bene. Parlo di questo genere di spazzatura, che la gente legge e compra! Senza parlare delle vampire-streghe Wiccan (frase topica della protagonista: "Tresco con tre ragazzi diversi... ma allora sono diventata una *ragazza-di-facili-costumiTM*?"), dei vari gradi di teen ager umani che si trovano coinvolti in spirali di perdizione... recentemente ho avuto modo di beccare in TV qualche episodio della prima serie di Buffy. Vi assicuro che la storia della mitica Cacciatrice al confronto era perfettamente coerente.

Ma chi siamo noi per giudicare?
Vogliamo parlare del fantasy? Mi sono scoraggiata a leggere novità dopo Eragon (NB: non lo ho letto, la mia parola in pegno). Paolini ha fatto una cosa geniale ed estremamente facile. Prendi un po' della linguistica di Tolkien, pezzi di storia della Terra di Mezzo e gli Elfi. Mescolaci in mezzo il sistema magico della Le Guin (vi ricordate le avventure di Ged lo Sparviero e il potere delle parole? Ok, buttaci in mezzo qualche cattivone in stile Neraka e... BOOM! Rizzoli pubblica, 20th ci fa un film (che dicono non rendere giustizia al libro, voi che dite?).
Giusto. Storie tutte uguali dai tempi di Tolkien, del magico duo Weis-Hickman, di Brooks e per i pochi eletti che apprezzano, Eddings insieme ovviamente a tutti coloro che si sono guadagnati un posto nell'Olimpo della Fantasia. Una trama originale nel settore la devo ancora vedere (e parlo di trama).
NB: escludo ovviamente i due geni Terry Pratchett e Neil Gaiman, che sebbene giovani (sì, ho detto giovani, qui si parla di storia) hanno rivoluzionato il nostro mondo. Ci tenevo a specificare.

Quindi cosa salviamo del Fantastico?
Ve lo dico io. Il Fantasy moderno del genere "C'è molto di più dietro al nostro mondo". Vi dice niente Philip Pullman? E Scarlett Thomas? Che dire di Jonathan Stroud? Avete capito il genere, vero?
Parlo di mondi datati in un passato recente (dai primi fino a metà del Novecento), in cui gli autori sono riusciti sapientemente ad impiantare realtà paralele o alternative, ad escludere caste dedite al sovrannaturale e, in generale, ad arricchire un mondo che per la maggior parte ci è familiare con un 'di più'. Questo è il genere di fantastico che secondo me ha più speranza oggi come oggi. Non le solite distopie, che gira e rigira sono tutte uguali. Non mondi fantasy che si riducono alle solite guerre sanguinose (e i draghi, non dimenticate i draghi!). No, parlo di mondi 'vicini', che ci fanno sognare e dimenticare che dietro la porta c'è il nostro lavoro, e non qualche altro luogo.

Tutto questo per dire cosa? Che avrò bisogno di un sacco di aiuto per dividere la spazzatura dalle belle storie che tutti vorremmo leggere sul divano mentre fuori piove! Se volete fornire il vostro parere su qualsiasi libro abbiate letto ultimamente, sia positivo che negativo, la vostra libraia di fiducia è qui per ascoltarvi!
Per darmi una mano scrivete liberamente a stefy.ricco@gmail.com!

Grazie in anticipo e... buona lettura!!!

giovedì 5 luglio 2012

Summertime!

Scherzando e ridendo sono due mesi che non scrivo sul blog.
Questo perchè? Perchè non ho avuto tempo. Come al solito vale la regola che i periodi brutti lasciano un sacco di tempo per rimuginarci sopra, mentre quelli belli si vivono e c'è poco tempo per commentarli.
Oggi un po' di tempo ce l'ho, e infatti lascio due righe, giusto per far vedere che sono ancora viva.
Ultimamente ho ricominciato a credere nei Miracoli. Pensavo che la mia dose di fortuna sfacciata fosse finita qualche tempo fa, ma a quanto pare mi sbagliavo alla grande. E questo a livello personale.
Secondariamente la Crisi e i problemi che ci sono attualmente in Italia mi stanno incitando ad essere cinica e pragmatica a livello progettuale/lavorativo, l'unica cosa che può salvare noi giovani è l'inventiva e mi dovrò scervellare per bene se voglio avere qualcosa da fare nella vita.
Ah, ho finito ufficialmente il corso di Erboristeria, e anche con buoni risultati. Non so se ci farò qualcosa, ma sicuramente andrà nel curriculum.
Tutto il resto? Non lo so... farò una vacanza in crociera. Poche ferie ma buone, direi. In compenso nei miei giorni liberi settimanali mi sto godendo l'estate in tutte le sue forme, e ne sono immensamente felice.

Che altro dire? Ho idea che tra poco verrà il momento della sincerità assoluta... me ne sto convincendo da qualche mese a questa parte. Vedremo cosa succede.

Stay tuned! (Anzi, godetevi le vacanze, che io sicuramente lo farò!)

venerdì 4 maggio 2012

Battle for Vilegis (a spasso per le dimensioni)

Vi chiederete (ma anche no) : "Che fine ha fatto Stefy dopo Pasqua?"
La risposta è che la risurrezione mi ha riattivata talmente tanto da farmi diventare conciatrice, sarta e sceneggiatrice insieme.
A parte il 'come scrivere un corto in due settimane', che ancora non sono certa mi sia riuscito davvero, devo dire che ridursi all'ultimo momento con i costumi per un live non è mai stato così pericoloso. Non ci sono ancora foto decenti del lavoro mio e di Pietro (aggiornamenti: eccola qui di lato!), quindi rimanderò alla prima occasione utile l'aggiunta di immagini che spieghino la faccenda, però la risposta alla domanda è: mi stavo preparando per Vilegis.

Allora, innanzitutto dovete sapere che Battle for Vilegis non è il solito live alla tedesca, ma nemmeno il solito live all'inglese. Grazie a un gruppetto di vecchi amici che si sono fatti un mazzo tanto per costruire quello che potrete comodamente vedere digitando 'Battle for Vilegis' su Youtube, posso testimoniare personalmente che B4V è un'esperienza che mi mancava e che - a livello profondo, da Kinghiana sfegatata quale sono - non posso che apprezzare e stimare.
Dire che Vilegis è un mondo su cui vengono evocate creature da altri piani e da altri mondi può suonare banale: "Uuuuh... è come Festa del Drago...".
E se invece vi dicessi che Vilegis è un Mondo Cardine? E se vi dicessi che tutto intorno c'è un'enorme sottilità che nessuno ha mai attraversato? Vi suona qualche campanello?

Parlando tra noi, senza mettere in mezzo l'organizzativo. E' veramente un flash tornare a casa, guardarsi allo specchio e pensare che stai giocando il tuo gemellante. All'inizio pensi di essere impazzito totalmente. Poi cominci a pensarci un po' meglio. Alla fine ti vengono i brividi e ti chiudi nell'angolino a dire 'ciuf-ciuf'.
E' da pazzi, non lo nego... ma l'interpretazione della definizione di 'gioco di ruolo', la narrazione dietro la narrazione data dai creatori di Vilegis è veramente la più stimolante che possa esserci. E io me ne sono accorta dopo. Finchè non ho fatto lo shift all'indietro, il classico 'sono tornata nel mondo reale', non me ne sono accorta!!! Ecco, sono proprio quelle parole 'sono tornata nel mio mondo', che danno spessore ad un evento come Vilegis, perchè assumono molteplici sfaccettature.

Poi vogliamo parlare della cittadella, del dungeon urlante, delle 730 persone, dei tornei, delle battaglie e delle esibizioni sul palco della piazza? Si, se volete possiamo parlarne approfonditamente, ma il mio applauso va prima di tutto a chi è riuscito a creare quello che, visto nel dettaglio, potrebbe essere un magnifico sogno... oppure un inquietante universo parallelo.

Provare per credere!

lunedì 2 aprile 2012

Tour de force (Le Vacanze di Pasqua)

La parte interessante di tutto questo è che il periodo citato è quello che comunemente viene chiamato "Le vacanze di Pasqua", che in gergo si chiama "La Settimana Santa" e che per gli amici, negli anni, è diventato il "Tour de force".
Vi chiederete perchè mia madre non si sia scomposta minimamente quando le ho annunciato il rinnovarsi delle tradizioni. "Mamma, faccio il Triduo in Chiesa, quindi da giovedì a domenica non ci vediamo." Uno si aspetta come minimo un commento sulle pulizie di casa, la passeggiata del cane o il cambio di stagione. Invece no.
Questo per darvi un'idea della proporzione delle cose.
Che cosa vuol dire la frase criptica con cui ho convinto la santa mamma a non vedermi (ed esonerarmi dalle pulizie di Pasqua, il che è più grave) per tre giorni di fila?
Dovete sapere che una volta, quando io ero piccola e la mia mamma faceva l'aiuto-catechista (un po' come facevo io due anni fa) c'era una bellissima tradizione in parrocchia. Visto che i genitori lavoravano e i bambini non andavano a scuola, durante le vacanze di Pasqua la parrocchia metteva a disposizione le sale per fare una sorta di mini-oratorio, che ovviamente fungeva da ritiro per Pasqua, con tanto di pane azzimo cotto nel forno delle suore il giovedì e visione di un lungo e tedioso video sulla Sacra Sindone il venerdì (nessuno sa esattamente quanto durasse e cosa dicesse perchè oltre ad essere lo stesso anno dopo anno, era veramente soporifero, e sono convinta che il parroco lo sapesse benissimo. C'è chi usa il nervino, lui aveva il video.
Ora. Dopo qualche anno (considerate che io forse facevo il liceo), quest'anno sono riuscita a riproporre l'esperienza ai miei ragazzi, più come ritiro vero e proprio che come oratorio. Il succo è quello. Preghiere, fare il pane insieme (che alla fine è sempre divertente tirarsi la farina), cantare, giocare e un po' di racconti sulla Bibbia, e vi assicuro che sulla Pasqua ce ne sono di racconti, roba che fa impallidire il fantasy più sfrenato.

A livello tecnico cosa vuol dire? Immaginate di avere in tutto otto giorni, partendo dalla Domenica prima di Pasqua (le Palme), arrivando alla Domenica di Pasqua. Immaginate di avere (forse ancora per poco...) un lavoro part-time che vi permetta di fare tutto, perchè altrimenti non sarebbe stato nemmeno programmabile. Immaginate che, oltre alle celebrazioni cattoliche, la Pasqua comprende cose come la vita, le riunioni di famiglia, il fidanzato etc etc. Ora avete un quadro realistico. Suppongo già sappiate (la dò per conoscenza comune) che la Pasqua comprende parecchie celebrazioni: Domenica delle Palme, il Giovedì Santo, il Venerdì Santo, il Sabato notte e la Domenica mattina, ad esempio. Ora, io sono 'precettata' solo per cantare il Sabato notte, quindi in tutto ciò non sono contate prove per le altre celebrazioni. Le cose si svolgono (solitamente e se tutto va liscio) così.

Le Palme: la celebrazione è piuttosto lineare. Se non fosse una delle due Messe più lunghe dell'anno sarebbe anche piuttosto semplice(il foglio della Messa conta otto pagine fitte fitte di cui quattro di 'Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco' e tu cosa ti ricordi alla fine? "Crocifiggilo! Crocifiggilo!" che la recitazione in chiesa  non è contemplata...). Numero di canti umano, nessuna preghiera particolare o sequenza da memorizzare. Facile. Quali sono i problemi? Primo: la processione. Mentre il Parroco canta per strada con gli alberi di ulivo e tutta la comunità parrocchiale appresso, gli sfortunati coristi che vogliono anche partecipare alla benedizione delle palme e tenere sotto controllo la situazione, sono costretti a 'sprintare' e arrivare in chiesa col fiatone per fare tutto quello che ci si era scordati di fare. Microfoni, sedie per i chitarristi e "Pronti? Pronti? Stanno arrivando e... VIA!". Al che parte "Osanna al figlio di David". Che una volta c'era il comodo "Lauda Jerusalem" in cui soffriva solo il solista, perchè era un salmo. Però erano quarantacinque strofe quindi uno non si annoiava, e si poteva anche fare in due alternati. Invece adesso che il latino è bandito dalle celebrazioni (perlopiù) tocca arrangiarsi con quattro strofe in loop. Che alla seconda ripetizione ti chiedi: ma il parroco... che fine ha fatto? Si è perso nel TARDIS parcheggiato in sagrestia? Impossibile a dirsi. Infatti dopo un po' la folla comincia ad agitarsi, e poi piano piano, ad un orario impossibile, la celebrazione finalmente comincia. E tu ti ricordi che tra poco starai in piedi per 35 minuti, mentre... "Crocifiggilo! Crocifiggilo!" Tutti gli anni. Per questo la chiamano 'Passione'.

Va bene. Tra le Palme e il Giovedì Santo ci sono tre giorni.
Lunedì: "Amore... senti... oggi è l'ultimo giorno che possiamo vederci, poi vengo inghiottita da bzzz...fffrrrr...chhsccc...la casa è entrata in un tunnel".
Martedì ci sono le prove, cioè metà dei cantori provano per il Giovedì-Venerdì e l'altra metà (improvvisata) prova per il Sabato. Fortuna che la nostra parrocchia somiglia a un labirinto di cemento armato e c'è spazio per tutti. Mai giocato a 'trova il parroco che sta cercando te' in un labirinto di cemento armato? Non ha prezzo, davvero. Comunque, peccato che Martedì c'è anche la presentazione della Biblioteca Russa a cui mi ha invitato una cliente... salterò la cena.
Mercoledì le prove quest'anno non le possiamo fare perchè abbiamo l'altro coro, quindi va tutto bene (ancora). Come al solito dopo il lavoro e le lezioni mangerò un panino in macchina e andremo a cantare (roba che non c'entra niente e che servirà solo a confonderci le idee).

Giovedì: Giovedì mattina si comincia alle 10.00 con le Lodi. Poi c'è tempo per fare il pane azzimo tutti insieme grazie alle suore che ci prestano il forno. Quindi canti, giochi, riflessioni sulle ricerche colte di DRod, pranzo e... lavoro, ovviamente. Perchè nessuno di noi tranne gli ospiti di casa ha preso i voti. La celebrazione del Giovedì sera (che è pelo pelo all'orario del trenino, come il Venerdì, d'altronde) è di difficile elaborazione. Bisogna infatti trovare dodici "Volontari" che si prestino al rito della 'lavanda dei piedi'. Bisogna solo avere il coraggio di togliersi le scarpe in pubblico. Infatti nelle due settimane prima, quando ti senti dire: "TU! Sì, ce l'ho con TE! Ci vieni Giovedì?" rispondi di no. Sempre. C'è un sacco di gente straimpegnata il Giovedì sera che poi si libera improvvisamente e alla fine è riuscita a venire 'proprio per un pelo'. Infatti tutti gli anni ci sono dodici persone diverse. Poveri ignari...
La nota positiva della celebrazione è l'attenzione con cui si addobba l'altare e si offrono i doni. "Il pane, le spighe, l'uva... l'uva... ero sicuro di aver riempito la ciotola. Chi si è mangiato l'uva?" E i Chirichetti: "nom, nom, nom..."

Venerdì: rispetto agli altri giorni il Venerdì la gente si fa seria e riflessiva. In realtà sono tutti indeboliti dalla fame, posso assicurarvelo. Venerdì è una giornata strana. Si riflette molto, si sta parecchio in ginocchio e c'è una fila in più rispetto al solito (l'adorazione della Croce). Però, tecnicamente parlando, la celebrazione del Venerdì non è una Messa. Sapete, non c'è la parte che si chiama 'Liturgia Eucaristica', quella in cui il pane e il vino diventano Corpo e Sangue di Cristo. Una volta il Venerdì si cantava solo in latino. Era molto bello. Sembrava che si ritornasse ai tempi delle catacombe, con le luci soffuse e tutto. La giornata è sempre la stessa, partenza alle 10.00, stop a pranzo, per chi pranza, lavoro e liturgia la sera alle 20.00. Poi c'è l'Adorazione Eucaristica. Che potenzialmente è infinita...
In realtà il Venerdì c'è una cosa che si chiama 'i Sepolcri'. E' una tradizione sbagliata ma sentita, che si riferisce alla tomba di Gesù, ma collocandola temporalmente in un lasso di tempo sbagliato. I cosiddetti Sepolcri vengono infatti allestiti il Giovedì sera e visitati il Venerdì mattina. Ovviamente Gesù - in teoria - il Venerdì mattina non è ancora morto. Nel 'Sepolcro' si custodisce infatti l'Eucarestia consacrata il Giovedì sera, che verrà consumata anche il Venerdì (perchè come già detto non si celebra l'Eucarestia). Ma è una bella occasione di preghiera comunque, visto che l'Adorazione Eucaristica diurna è un'occasione più unica che rara. (Di solito l'Adorazione Eucaristica si fa di notte, coi turni... ci siete mai stati nel labirinto di cemento armato alle 5 del mattino prima di andare a scuola? Da brivido...)

Sabato: ecco. Il Sabato a me piace da matti. Innanzitutto c'è il Mentone. Che cos'è il Mentone? Non siete romani, vero? Beh, il Mentone è una sorta di menta dalle foglie grosse e cicciose, un po' pelosette e profumatissime, molto consistenti, che spunta fuori con le piogge di Marzo nei campi molto umidi (tipo in riva al Tevere, vicino alla pista ciclabile). Nella giornata di Sabato bisogna sempre ritagliare un paio d'ore per andare a raccoglierlo. E bisogna farne tre-quattro buste piene. Per farci cosa? Mangiarlo, che altro? Bene. Dopo il Mentone c'è sempre il ritiro. E poi il lavoro. Poi una doccia, che forse c'è un po' di tempo e quindi la sera la Veglia. Appuntamento un'ora prima per fare le prove e assicurarsi che tutto funzioni. Perchè invece la Veglia è LA celebrazione più lunga dell'anno (con le sue NOVE letture e NOVE salmi e DIECI invocazioni e DIECI preghiere facenti parte della Preghiera Universale). Bei numeri? Lo sapete quanti sono i Santi della Chiesa Cattolica? E gli appellativi di Maria Vergine? Bene... la Veglia di Pasqua è un buon modo di farsi un'idea della totalità di quelle cose nonchè di tutte le cose che possono succedere durante una Messa. Perchè si fanno TUTTE. Durante la Veglia viene benedetto il Fuoco, poi l'Acqua, poi c'è la liturgia della Parola (le nove cose di cui sopra), le preghiere (la dieci cose di cui sopra, più Santi e invocazioni varie), quindi la Liturgia Eucaristica, che quella più o meno è sempre la stessa. I bambini di solito si addormentano appena vengono spente le candele (il che viene prima dell'acqua, fate voi). In alcuni casi vengono svegliati di soprassalto quando, nudi, vengono cacciati di sorpresa nell'acqua appena benedetta. Poveri cocchi. Gli adulti ci mettono poco di più a russare, ma lo fanno anche loro. Se tutto ciò non bastasse, avete presente tutti quei fedeli che vanno a Messa solo a Pasqua? Bene, sono tutti lì in fila per prendere la Comunione. E tu devi cantare finchè non hanno finito. Di solito ci sono tre-quattro spartiti pronti all'uso, e nessuna pausa tra un pezzo e l'altro. Sì, davvero. E sono stati tutti adeguatamente scelti e provati. Non è facile.
E sapete cos'è che spaventa? Che la mattina dopo ce n'è un'altra...

Domenica: potrei risparmiarvi l'uovo sodo di nonno (pace all'anima sua) PRIMA della Messa. Potrei anche glissare su quella volta che è cambiata l'ora la Domenica di Pasqua e noi ci stavamo asciugando i capelli quando ci hanno telefonato che stavano cominciando... ma voglio farvi riflettere su una cosa: voi AVETE IDEA di come sia cantare Domenica, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato... e poi anche Domenica mattina appena svegli??? E fortuna che la notte di Pasqua non tocca scartare i regali e fare le 4.00 a Scala Quaranta! Già così è difficile...

In tutto ciò, i critici sono discordi. Alcuni sostengono che affrontare troppe cose tutte insieme toglie alla Pasqua il suo vero significato e impedisce di fermarsi a riflettere veramente su quello che si sta facendo. Ma ditemi una cosa... onestamente... come pensate le abbia imparate tutte 'ste cose, se non proprio vivendo quei giorni fin all'ultimo secondo? Per me, ora che l'ho vissuta tutte queste volte, la Pasqua ha un senso. Anzi... due. Uno tradizionale e uno tutto mio. Quindi... a tutti voi, buona Pasqua!

(in anticipo, ma è ovvio... credete DAVVERO che avrò tempo di scrivere sul blog? Poveri illusi...)

giovedì 1 marzo 2012

Che cosa mi manca?

   Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

   Ecco la parabola che mi 'insegue' da un paio di settimane. Già che abbiamo appena ascoltato l'ennesima interpretazione del brano, e già che per l'ennesima volta sono sorti gli stessi dubbi, io vi propongo la mia riflessione.
   Stasera abbiamo ascoltato che il giovane in molti casi è stato interpretato come un presuntuoso, uno che già si sentiva pronto per la vita eterna e per il Regno dei Cieli. Ora, che crediate o meno nel Regno dei Cieli, vi invito a pensare alle domande che ha fatto quel ragazzetto a Gesù. La prima, con cui ha dimostrato di voler ribadire l'ovvio è stata: cosa devo fare per ottenere la vita eterna? Su, la risposta era facile, che bisogno c'era di mettersi in mostra? E invece quel giovane vuole sentire la risposta. Che, tendenzialmente è: osserva i comandamenti. Fin qui, tutto facile. Ma il giovane insiste. E quali sono 'sti comandamenti? Allora vediamo la pazienza di Gesù che, forse assecondando il giovane nel suo ragionamento, gli risponde con l'elenco dei comandamenti... che nella sostanza vuol dire: "Vivi nel rispetto degli altri." Perchè, nella sostanza, i Comandamenti sono questo: rispettare gli altri, vivere al proprio posto nella società. Rispettare le feste, onorare gli anziani, non rubare, non uccidere... c'è un sacco di gente che osserva i Comandamenti, no?
E fin qua... sembrava facile, vero? Ma il giovane insiste ancora. E dice a Gesù che lui lo fa, lui li segue già i comandamenti, da quando era piccolo. E poi? Che altro deve fare? Che cosa gli manca?
Allora Gesù, come suo solito, lo mette alla prova. Gli dice di vendere tutto, di lasciarsi tutto alle spalle e seguirlo.
   Eccoci. Eccoci al termine del viaggio che chiunque farebbe appresso a Gesù. Voglio dire... lasci tutto, lasci i tuoi averi, la tua famiglia... e poi, la casa? Chi darebbe da mangiare alla tua famiglia? Chi lavorerebbe al tuo posto? Chi... aspettate, ma è davvero questa la risposta di Gesù? Possibile che un tizio che dice a un giovinetto di prendersi cura di sua madre istighi i giovani a diventare poveri e ad abbandonare i loro affetti?
C'è qualcosa che stona, non vi pare? Lasciamoci alle spalle le interpretazioni da vita monastica e riflettiamo a mente un po' più aperta. Che vuol dire lasciarsi tutto alle spalle e seguire Cristo? Lui ci ha già detto, rispondendo alla prima domanda, che solo il Padre (Dio) è Buono (Bene). Quindi, in sostanza ci sta dicendo nient'altro di 'fare del bene', amarsi e tutte quelle cose lì che dicono tutte le religioni del mondo, no? Ma come, e allora tutta la filippica sugli averi? Ora ci arriviamo, con calma.
Pensiamo un attimo al 'tutto'. Che cos'è il tutto, per noi? Immaginiamo un momento di dover fare una scelta drastica nella nostra vita. Mettiamo la situazione più 'biblica' possibile (sono certa che troverete altri esempi che calzano).
   Voglio farmi prete. O suora, insomma, quel che è. Il che vuol dire lasciare il mio lavoro. Ok, posso accettarlo. Lasciare i miei cari. Mh... più tosta, ma li vedrò comunque, alla fine è come se andassi a lavorare in un'altra città. Dovrei lasciare i miei hobbies. Non tutti, forse, perchè alcuni potrei tenerli. Ma se credo nella mia scelta che problema c'è? Giusto. E allora che cosa brucerebbe?
Pensate a tutte le persone che dipendono da voi, ai vostri rapporti sociali, alle piccole cose che gestite quotidianamente. E poi? La gente cosa penserebbe di voi? Si fa prete? Ma è matto? Ho un amico che è andato in Venezuela, in seminario. Ci avrà pensato, a quello che potevano dire i suoi coetanei di lui, no?
Ma forse ho fatto un esempio un po' estremo, anche se... vedete bene il punto, giusto?
Non è una questione di stipendio, non è una questione di famiglia. E' una questione di immagine. Che cosa siamo, nella società? Che cosa succede quando prendiamo determinate decisioni?
In fondo, quello che siamo cchiamati a fare, di qualsiasi religione siamo, riguarda tutti quelli ch ci sono intorno. Il punto a cui vuole arrivare Gesù con quel giovane che crede di avere già tutto, non è che una provocazione. Se sei così sicuro di fare già il massimo, ti manca solo di venire con me. Facilissimo. E invece no. Invece forse c'erano delle priorità diverse. Prima 'ciò che possedeva' e poi quello che avrebbe potuto avere. Vita eterna o non vita eterna, stiamo parlando di un tipo di 'bene' più profondo della semplice convivenza civile.

   Qui stiamo parlando di amore. Il brano che ho citato viene dal Vangelo di Matteo (18° Capitolo). Nel Vangelo di Marco, dello stesso episodio si legge che durante l'incontro la differenza tra Gesù e il giovane è che Gesù gli rivolge uno sguardo d'amore. Ora... nonostante possa immaginare le battute che potrebbero venire in mente ai lettori riguardo le tendenze di Gesù, vorrei mettere l'accento su questo amore. Succede spesso che si senta parlare di amori 'ostacolati' dalle famiglie. Immagnate due novelli Giulietta e Romeo: l'amore li ha guidati fino alla fine, fino a opporsi alle loro famiglie, fino a perdere tutto. Per esperienza probabilmente sappiamo che per le persone che amiamo, primo tra tutti il compagno o la compagna della nostra vita, siamo capaci di litigare con chiunque altro, comprese le nostre famiglie, a torto o a ragione. Ecco. Il tipo di impegno che chiede Gesù non è fuori dal mondo, ma è nel mondo. Solo, cambiamdo l'ordine delle priorità. Mettendo davanti a tutto non un bene relativo allo scopo che stiamo cercando di ottenere sul momento, ma un bene più grande. Una cosa che i cristiani chiamano 'il Regno di Dio'. Realisticamente parlando, possiamo immaginare una società (partendo da una famiglia per allargarsi a una parrocchia, un quartiere, una piccola cittadina), in cui vigono regole 'naturali' di rispetto reciproco, di mutuo soccorso e di amore.
   E tutto questo parte da una cosa così piccola... 'bene'. Il semplice (se così si può dire) contrario di 'male'.

   Voglio lasciarvi con un interrogativo a cui cercherò successivamente di dare una risposta. Cosa succede quando non c'è il 'bene' intorno a noi, e le nostre lotte accanite non fanno che avvelenarci? Dobbiamo accanirci cercando di portare il 'bene' fino all'ultimo oppure in quel caso tutto ciò che vogliamo ottenere, mutato in qualcosa che somiglia pericolosamente a un'ambizione personale, rientra nelle 'cose da lasciarsi alle spalle' per seguire la via giusta, anche se apparentemente sembra essere quella dell'abbandono?

   Io non so rispondere, per ora, ma appena troverò la risposta la farò sapere anche a voi!
   Spero di avervi lasciato qualche risposta ma anche qualche dubbio in più.

   A presto!

martedì 3 gennaio 2012

2012 - La fine di Gaia

... non arriverà.
No, dai, sul serio. Bisogna cominciare quest'anno nuovo con l'ansia? Perchè se è così io mi faccio ricoverare dalla neuro e la finiamo qui, eh? Abbiamo passato l'anno Mille, il Bug del Millennio, e adesso, in barba ai Maya, ce ne possiamo anche sbattere delle 'profezie' senza troppo panico, no?
Oh, e allora calmiamoci tutti. "Si, ma è pure un anno bisestile. E c'è la crisi." E Babbo Natale? Non so, magari vogliamo prendercela anche con lui.
Ma no, ma no. Rimaniamo con le speranze in un felice anno nuovo, che se abbandoniamo anche quelle che ci rimane? Un mondo grigetto, vuotino e insapore.Che non ci piace per nulla, vero?
Bravissimi. Adesso mettete su gli occhialini rosa che vi sono arrivati a casa insieme a questo Post e continuate a leggere.
E' vero: la vita è un casino. Ma non si può cominciare l'anno lamentandosi di TUTTO per cercare di giustificare delle disgrazie che POTREBBERO succedere. Carpe Diem, come diceva Robin Williams ai suoi ragazzi! Abbiamo un altro anno davanti, un anno in cui - possibilmente - dare il meglio in tutto e, se ci scappa, dare anche una mano ai nostri vicini di guai. Perchè ci saranno, i guai, non è che sarà tuto rose e fiori. Ma siamo arrivati fin qua con tutti i guai del mondo alle spalle, e adesso possiamo anche affrontare quelli nuovi, no? Siamo più grandi, abbiamo le spalle più forti, è anche ora di prepararsi e sputare in faccia ai Maya - che poi poveretti, secondo me nemmeno c'entrano niente - o in alternativa a Giacobbo.
Quindi, questo post non ha un vero significato se non un augurio di Buon 2012. Non fatevi prendere dall'ansia: ce la potete fare. Sul serio. E se siete preoccupati portate con voi un asciugamano. Fa miracoli.

BUON ANNO!!!