AGGIORNAMENTI

12/04/11: Si ricorda che il commento è auspicato e incoraggiato! Grazie ^_^
1/11/11: http://stefaniaricco.blogspot.com
Il link per acquistare "Il Bosco Segreto"
10/01/12: Grazie a Pietro Caruso il Blog ha un nuovo layout! Enjoy it!
12/04/13: Riorganizzazione mode: ON! Seguitemi anche da G+!

venerdì 15 novembre 2013

Scozia: Oban, Mull, Iona e Staffa

Ok, adesso viene una delle parti più spettacolari, perchè in effetti questa parte del tragitto è stata DAVVERO superba.
Lasciata Glasgow senza acquistare roba legata al Dottore, siamo ripartiti su Titti (tanto ormai la macchina era gialla e dovevamo abituarci all'idea...) per andare a Oban. Cose da sapere su Oban: è un piccolo porto da cui partono i traghetti per le vicine isole (Ebridi Interne).
E basta.
Nel senso che i tour guidati partono da 40£ l'uno, e il posto campa di turismo. Per il resto ci sono due alimentari, ottocentocinquantamila ristoranti che vanno dalle Fish'n'chips al banchetto di Aragoste a 10£ e un sacco di vendita al dettaglio di molluschi. Beati loro.
Detto questo, vi descrivo la scena.
Eravamo ancora di umore piuttosto cupo, anche dopo Glasgow. Però un pochino ci stavamo riprendendo. Peccato piovesse. Una pioggerellina fitta fitta che sembrava nemmeno stesse piovendo e che ci ha accompagnati (insieme a Radio BBC1) fino ai dintorni di Oban. Dopo svariate centinaia di Km, guardando sulla mappa, continuavamo a chiederci: "Ma possibile che in questo tratto non ci sia PROPRIO NULLA?".
Infatti no, perchè dopo un po' vediamo questo.

Si trattava di un santuario (come abbiamo scoperto solo entrando e basandoci sul poco che abbiamo trovato scritto sui muri e in giro per il posto) fatto costruire con i resti delle navi di non ricordo che battaglia, per una certa Lady Caroline Agnes Campbell of Blythswood che a quanto scrivono "Amò allo stesso modo uomini, uccelli e bestie."
Sicuramente potevano trovare un modo migliore per dirlo, ne sono certa. Comunque sia, pioggia, nebbia, cielo grigio, e troviamo questo posto completamente vuoto, con un cartello che invitava chi volesse ad entrare senza disturbare. Infatti noi siamo entrati, inquietandoci un pochino visto che si sentiva solo il rumore della pioggia e che - a parte vicino all'altare - non c'erano luci accese. Un piccolo chiostro pieno di vasi di fiori (almeno un segno che il posto era abitato) conduceva all'ingresso nella chiesa buia, con a sinistra l'unica navata e a destra due tombe (tanto per rimanere allegri), dentro delle stanzine tipo celle chiuse da robuste grate di metallo. A un certo punto Pietro sparisce. Oltre una porta che non avevamo visto, c'era questo paesaggio.

Pietro, la meridiana del sole e il Loch.

Il Coniglio.

Di una bellezza mozzafiato. Questo credo sia stato il primo Loch che abbiamo visto davvero (almeno degno di nota). E dai laghi secondo me si capisce moltissimo del particolare tipo di guerre interne tra gli Scozzesi, del loro amore per le loro terre e del loro amore per la compagnia e il whiskey. E' palese.
Ci siamo fermati qualche minuto semplicemente ad assaporare il paesaggio, a goderci un momento di quiete assoluta. E poi abbiamo cominciato a ridere vedendo il gargoyle messo a protezione del luogo.




Dopo il coniglio gargoyle ci siamo rimessi in viaggio, arrivando a casa degli Abitatori del Profondo. Innsmouth. No, scusate. Volevo dire Oban. E' che quando la prima cosa che fotografi in città è questa, qualche dubbio te lo poni. Comunque. cittadina di mare, quattro case, il porto e un fottio di gabbiani. E quando è arrivata la nebbia siamo andati a chiuderci in albergo, perchè era evidentemente l'unica cosa da fare. Da Oban abbiamo mandato le prime notizie, se vi ricordate, perchè molti locali avevano il wifi gratuito e siamo riusciti a connetterci per un po'. Comunque non è che fossimo fuori dal mondo. Eravamo solo in Scozia. Comunque, la prima sera abbiamo mangiato Fish'n'chips, buonissime, e poi abbiamo cominciato a fare domande a chiunque capitasse a tiro riguardo i traghetti che avremmo dovuto prendere l'indomani. Alla fine ci siamo rassegnati, e siamo rientrati in albergo trovando un tizio che, con una chitarra, cantava "Whiskey in the jar". La serata non poteva finire meglio.


La mattina dopo sveglia alle 6.00 (non sto scherzando), perchè alle 7.45 partiva il primo traghetto. Tempo di fare colazione in albergo e poi andare a cercare i biglietti, tra una cosa e l'altra abbiamo rischiato di perderlo. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Diluviava in modo disumano, infatti stretti stretti sul divanetto del traghetto pensavamo: "Che giornata triste.".
Anche perchè tra la prima influenza dovuta al passaggio Agosto - Scozia e l'ancora recente perdita di 1200 euri eravamo ancora abbastanza provati. Siamo scesi a Mull, isola grandina dedita prevalentemente alle colture di molluschi (ma va?). A parte il problema dei porcospini (sapete quando si dice 'accoppiarsi come ricci? Ecco...), con una sanguinosa battaglia tra i residenti e le associazioni ambientaliste, nella sua storia non c'è stato niente di rilevante. Però, signori miei, che figata. Credo che l'isola fosse bucherellata. Praticamente è attraversata da una strada a senso unico che la circonda tutta. Una sorta di raccordo in una direzione sola, che solo i pullman turistici sono autorizzati a fare a doppio senso per non far perdere il traghetto ai turisti. Avete mai provato l'ebbrezza di stare su un pullman e incrociare un altro pullman su una strada fatta per contenere al massimo una berlina? Ecco. Tutto ovviamente in mezzo ai laghi. Salati, stavolta. Il nostro autista, ancora sobrio, a un certo punto del viaggio ha dichiarato: "Here in Mull we don't drive on the left of the road. We drive on WHAT's left of the road." (Per gli italiani convinti: "Qui a Mull non guidiamo a sinistra della strada. Guidiamo su quello che è rimasto della strada." Però in inglese fa più ridere.)
Isola di Staffa
Dopo aver attraversato esattamente metà della costa dell'isola, siamo arrivati al secondo traghetto, quello che ci avrebbe portati a Staffa. Staffa è stata la vera attrazione del viaggio. Dopo aver sorpassato la roccetta su cui 3-4 foche (sì, FOCHE) stavano beatamente godendosi il sole, abbiamo avvistato Staffa. E' una formazione di roccia basaltica emersa a un certo punto dopo un'eruzione vulcanica. Strati e strati di lava solidificata hanno formato quest'isoletta incredibile. L'attrazione principale (nonchè unica, visto che l'intera isola si poteva percorrere a piedi in circa 45minuti di camminata, fermandosi a fare le foto) è la Finegal's Cave.
Ora potrei passare veramente giorni e giorni a spiegarvi l'incanto di quella semplice 'grotta', ma davvero è inesprimibile. Come quando il vento ha alzato un vortice di spuma marina lasciandola cadere dal cielo come se nevicasse.
Ve lo giuro, sembrava di essere fuori dal mondo.
Comunque, vi rimando alle foto e ai video che pubblicherò a parte (non so ancora come, sono troppe) per i dettagli visivi.

Comunque sia, dopo un'oretta su Staffa siamo passati a Iona. Iona è un'isola particolare. Il suo status è ufficialmente quello di 'rifugio spirituale'. C'è un monastero cattolico, sull'isola, che da sempre offre ospitalità ai pellegrini. Iona è un luogo di calma e serenità, si capisce benissimo anche dalle pecore, che amano mangiare direttamente da sdraiate a terra (da cui la definizione di 'pigro come una pecora').
In compenso, abbiamo visto il mare e il sole, a Iona.
Spiaggia di Iona
Dopo Iona, col sorriso, siamo tornati a Oban attraverso Mull, facendo lo stesso tragitto sulla strada stretta e perigliosa con lo stesso autista che, palesemente ubriaco, ha parlato da solo per la metà del tempo. Però al microfono. Credo sia stata una fortuna che nessuno abbia capito esattamente cosa stesse bofonchiando in Scozzese stretto.
Abbiamo concluso l'avventura a Oban con una bella cenetta in un ristorante di pesce, buonissimo.
(Cozze freschissime, giuro.)

Unico rimpianto di Oban: i miei capricci che ci hanno portati a non assaggiare le aragoste a 10 Pound.

mercoledì 6 novembre 2013

Scozia, I Parte: Glasgow

Ci vuole molta pazienza per spiegare perché siamo al 6 Novembre e ancora non ho cominciato a scrivere della Scozia. Innanzitutto dovete sapere che è la terza volta che comincio questo post. In realtà è la seconda, ma sono certa che lo ricomincerò di nuovo, prima di finirlo. Lasciandovi col dubbio, visto che sono una persona malvagia.
Dovete sapere innanzitutto che alla fine di Giugno, appurato che tra i problemi con il passaporto e la mia totale impreparazione non saremmo andati in Canada/America, abbiamo deciso di andare in Scozia. Perchè la Scozia? Boh. E' stato un suggerimento di Pit e una grande idea, alla fine.
Quindi, tra Giugno e il 14 Agosto, data in cui siamo effettivamente partiti, ci sta tutto Luglio e quasi metà di Agosto. No?
Sì, ve lo dico io. Ovviamente i preparativi sono cominciati quanto prima. Circa il 1° di Agosto. Perchè io tergiverso sempre e odio le scadenze. Quindi tutto sommato, per aver pianificato il viaggio in 14 giorni, prenotando albergo per albergo su Trivago e facendoci aiutare dalla preziosissima Daniela - angelo custode che lavora in agenzia di viaggi - poteva andarci peggio. Molto peggio.
Continuo ad avere questo flashback del tizio che - a Giugno - mi ha detto "Non si preoccupi, questo nuovo Bancomat vale anche come Carta di Credito." Sto ancora aspettando di ribeccarlo in Banca, perchè lo strangolo.
Vi chiederete le mie motivazioni. Beh, il motivo è che il 12 di Agosto, a ben DUE giorni dalla partenza, ci siamo chiesti 'ma siamo sicuri di avere una Carta di Credito (cosa FONDAMENTALE per affittare una macchina)? La risposta era "No, certo che il Bancomat NON può funzionare come Carta di Credito.
Fortunatamente un'amica dei miei genitori lavora in un'agenzia di noleggio qui a Roma. Ha parlato con il suo corrispondente scozzese, tale Jon, che ci ha detto 'Don't worry!'.
E noi non ci siamo preoccupati. Finchè non ci siamo sentiti dire, all'aeroporto di Edimburgo, che loro non avevano idea di che accordi avessimo preso con il simpatico Jon. Bene. DUE ORE (una, se si conta il cambio di orario) completamente perse sulla tabella di marcia per a) recuperare i contanti e b) convincerli che no, non potevamo darli 1000 £ di cauzione per la macchina. Facendo un po' i capricci abbiamo deciso di tenerci bassi sui prezzi e di non fare l'assicurazione totale. Che cosa stupida. A pensarci, anche sul momento, visto la sfiga che già stavamo avendo, era evidentemente il caso di spenderli, quei 70 £ in più.
Ma siamo stati un po' sciocchi. E non consideravamo lo stress, la guida al contrario, la stanchezza, la guida al contrario e ovviamente la guida al contrario.
Pietro ha dato di matto uscendo dall'Aeroporto, a ragione, direi. Abbiamo fatto una cosa come 600 metri di strada, poi abbiamo visto un MacDonald's, rifugio sicuro in ogni angolo del mondo. Tempo di rilassarci un attimo, mangiare un panino, re-imparare a sorriderci a vicenda, caricare una foto su FB scrivendo "E fin qui niente incidenti.".
Poi abbiamo fatto l'incidente. Fiancata della macchina completamente andata.
Ta-daaaa!
(foto scattata quasi a fine vacanza e solo per stretta necessità, volevamo dimenticare...)

Come? Cercando di spostarsi dalla preselezione sbagliata e strusciando contro un pullman giallo. Con la telecamera dietro. Quindi non sono servite le suppliche al conducente di risparmiarci la denuncia, perchè il vecchietto, desolato, ci ha indicato l'occhio che ci guardava.
Crisi di panico? No, voi non sapete cosa significa. Mille euro andati così, nel cesso, dopo la prima ora di vacanza. Voi che avreste fatto? Vi dico solo che l'Aeroporto era infinitamente più vicino di Glasgow e sembrava un'ottima idea tornare a casa. E se non fosse stato per la mia capricciosità intrinseca (stile: "Pit, ma quindi niente vacanza, dopo tutti sti soldi buttati???") saremmo tornati a Roma quella stessa sera.
Fortunatamente non è andata così. Pietro ha coraggiosamente guidato fino a Glasgow, abbiamo trovato l'albergo e ci siamo confidati con una receptionist che probabilmente era la gemellante scozzese della nostra amica Claudia, anche conosciuta come Lady Egeria.
Comunque, siamo riusciti ad arrivare, ad abbracciarci e - quasi - a non piangere. E la vacanza era cominciata.


Number 10 Hotel, Glasgow

Il "Number 10" era carino, e ci ha dimostrato per la prima - ma non ultima - volta il calore degli Scozzesi. Il Barman mi ha spiegato con molta accuratezza come affrontare la città il giorno successivo. Dove eventualmente parcheggiare, come muoverci e che, alla fine dei conti, conveniva fare quelle tre fermate di trenino per arrivare in centro, anche solo per evitare di dover ripensare alla macchina, parcheggiata al sicuro nel giardino dell'albergo.
Poi siamo andati in giro per Glasgow, che oltre ad essere in chiusura del mese del festival, abbiamo scoperto essere una città dalle vedute religiose molto aperte. Abbiamo visitato innanzitutto la cattedrale, incontrando diversi musicisti in strada e godendoci le prove - in giro per la città - dell'orchestra tradizionale della Glasgow Royal Concert Hall. Fantastici.
Quindi abbiamo visitato il cimitero monumentale, una sorta di acropoli, in cima alla collina, e il Museo delle Religioni.


Museo delle Religioni, Glasgow
Un posto che mi ha a dir poco affascinata. Sapevo che non avevamo molto tempo, ma ci sarei rimasta tutto il giorno. Una piccola escursione in mezzo a tutte le religioni del mondo, dal Cristianesimo al Vudu, con tutte le loro tradizioni, le loro icone sacre, i loro canti tradizionali. Bellissimo, mi credete?
Successivamente, dopo una breve visita alla Forbidden Planet della città, il rientro in albergo.
La mattina dopo siamo ripartiti con il cuore pesante, perchè non eravamo riusciti a vedere molto e avremmo voluto fare molto di più. Glasgow è bella, fateci un salto, se vi capita. Davvero.

A quel punto abbiamo cominciato a scoprire un po' di cose della Scozia. Che la sera dopo una certa ora (le otto) non c'è verso di mangiare. Che bisogna dare la mancia nei ristoranti, ad esempio, che è uso e costume di tutti i paesi civilizzati (evidentemente noi non contiamo). Oppure le strisce ai lati della strada per parcheggiare, che ancora non abbiamo capito a dirla tutta. E la guida al contrario. Al contrario.
Ma quella con cui mi sono scontrata di più è stata la pioggia. Non ho avuto davvero freddo, e non mi ha dato davvero fastidio, ma dev'essere davvero uno strano modo di vivere, con quella coltre grigia piuttosto costante e la pioggia così fine da non essere percepibile se non dopo una decina di minuti, quando cominci a realizzare di essere bagnato. Ma continua a non dare fastidio. Assurdo... o almeno, io l'ho percepito così.
E la gentilezza della gente. Tutti col sorriso, tutti pronti ad aiutare. Il cameriere del ristorante di Tapas, che masticava un po' di italiano, che si è seduto con noi a consigliarci cosa vedere il giorno dopo.

Ve lo confesso, sembrava davvero di stare in un paese alieno. Fortuna che parliamo inglese e che sappiamo farci capire. Altrimenti sarebbe stata la disperazione vera, dopo quelle prime disavventure.
Giorni grigi, a Glasgow, ma alla fine siamo riusciti ad apprezzarli e a cominciare 'bene' una lunghissima vacanza. E solo adesso ho il tempo e il cuore di mettermi qui e scrivere tutto.

Stay tuned!

giovedì 31 ottobre 2013

Doctor Who

C'è bisogno di spiegazioni?
A un certo punto uno, nella vita, fa delle scelte. Tipo: "Tutti parlano di 'sto dannato telefilm. Vabbè, è Sci-Fi, vediamo di che si tratta."
"Male, malissimo", diceva qualcuno.
Aivoglia a dire: "Dai, è carino, ma NON diventerò una fangirl.". Cerchi davvero di convincertene, eh. Anche se poi devi giustificare al tuo ragazzo le due di notte fatte a finire la serie. E ricominciare con quella dopo.
Poi vai a Glasgow e vedi Amy Pond che ti guarda dalla vetrina della Forbidden Planet e pensi: "No, ok. No."
E poi scatti queste foto. 
"Doctor... you're late."
A questo punto serve un summit con i (pochi) neuroni rimasti per capire.
Come mai sto facendo cose da fangirl? Io non sono MAI stata una Fangirl, tranne che per Harry Potter e Orlando Bloom... non ha senso. Oltretutto dai, è troppo chiacchierato per accodarsi alla massa, no?
Esaminiamo le prove. Beh, è una serie tv. E' inglese, tanto per cominciare. Il che è un ottimo inizio.
Ha quell'umorismo che non tutti colgono e una semplicità disarmante. Ci piace. Poi, ovviamente, parla di viaggi nel tempo (tra le altre cose). Ci sono parecchie puntate in stile horror (vai Moff!), come piace a me.
I protagonisti sono sempre piuttosto (totalmente?) egocentrici. Anche questo è un punto a favore.
E poi, sapete com'è. C'è lui che, a prescindere dalle incarnazioni, ti prende per mano e ti trascina in giro per l'universo a salvare mondi e popoli. C'è questo senso di... dovere nei confronti dell'universo. E questo profondo bisogno di distruggere tutto ciò che è 'male'. Non so, mi ci ritrovo una cifra.
E sì, è tutto molto colloquiale perchè non voglio scrivere un articolo tecnico sui pregi e i difetti di questa serie TV.
Il punto è: ne sono rimasta affascinata come raramente mi era successo prima. Ho PIANTO, ve lo giuro, in alcuni momenti critici. E io sono una persona che durante i film piange solo quando qualche animalettopuccioso muore.
Insomma, è stata una novità, in tutti i sensi. La serie in sé è molto semplice, lo stile è quello di 10, ma anche 20 anni fa. Non fa niente. In sé, trovo che la storia sia STRUGGENTE. E mi piace! Mi piace un sacco!
Fanculo a quelli che dicevano: "Perchè dovresti fare il supereroe? Chi se ne frega degli altri?"
A noi frega. A noi frega un sacco degli altri. E dentro il cuoricino vorremmo un po' salvare il mondo, un po' essere famosi nell'intero Universo, un po' lasciarci portare via e tornare ogni tanto a prendere il té.
E penso che più o meno ognuno di noi, a un certo punto della sua vita, abbia pensato a quanto sarebbe triste vedere tutte queste cose e poi... tornare a casa. Già. Perchè noi siamo quelli che dopo sono costretti a tornare a casa, lo sappiamo bene come vanno queste cose.

Il personaggio che mi ha commosso di più? E che mi ha spaventata a morte? Donna. Mai pianto così tanto. Potete immaginare perchè. Mi viene da piangere solo a pensarci, anche adesso. Forse è la cosa peggiore che io riesca a immaginare. E il motivo per cui questa serie mi incanta.
Ecco tutto.
(Non è del tutto vero, ho avuto una brutta crisi anche con Rose.)

Quindi forse è per questo che sono diventata una fangirl. Al punto di meditare seriamente l'acquisto dei dvd su Amazon. E io possiedo solo due dvd, in totale. Al punto di acquistare "The stone Rose" a 1.59£ in una libreria dell'usato a Edimburgo. Al punto di cercare dei portachiavi con il Tardis. Che non ho trovato. Al punto di passare intere nottate a guardare puntata dopo puntata senza addormentarmici davanti.
Ma non fa niente, va bene così. E' una di quelle cose che poi ti lasciano qualcosa a cui pensare quando sei in treno.

Speravate di sentirmi lodare questo o quell'altro attore, eh? O questo o quell'altro companion? No. La verità è che secondo me non c'è un vero e proprio 'migliore'. Né tra i Dottori né tra i Companion. Alla fine avrei una buona parola anche per Rory. E non è che fossi così entusiasta, all'inizio. Ecco, questa è una delle cose belle di questa serie TV. La capacità di cambiare e di essere nuova, diversa e bella allo stesso tempo.
E nonostante mi manchi molto R.T.D. per i temi trattati, le puntate migliori delle prime stagioni, quelle che mi piacevano di più, le scriveva il Moff. Quindi, per quanto mi riguarda, sono a posto!

P.S. Ma voi non avete riso quando avete visto Peter Capaldi in World War Z?

giovedì 24 ottobre 2013

Benvenuto, Autunno! (Mia nonna e il melograno)

Da cosa si capisce che è arrivato l'autunno, più o meno ufficialmente?
Generalmente la gente che vive e lavora in città se ne accorge dalle foglie degli alberi. Banale, ma può funzionare.
Chi abita in campagna magari vi parlerà dei paesaggi, delle sfumature, addirittura del caminetto.
Chi ha un terreno vi insulterà pesantemente. Perchè quando si parla di castagne, nocciole, uva e cose caratteristiche il sentimento generale è "Non si raccolgono da sole, eh."
Già. Stessa cosa vale per mia nonna. Io non vivo in campagna, sto a Roma Nord, a Labaro. Mia nonna non ha un terreno, ma ha una piccola casa praticamente in mezzo strada. Però ha un giardino... e il pollice più verde che io abbia mai visto (nel suo giardino ho visto germogliare canne di bambù di quelle che si usano per reggere le piante). Se esistono da qualche parte gli Elfi (e io sono convinta che stiano da qualche parte in Romagna), beh, mia nonna discende da loro.
Quindi, il problema del giardino di mia nonna è che non ha le piante, in giardino. Ha gli alberi. Tra gli altri un famoso albero di nespole che mi ha sfamato nella prima infanzia e un'albicocco che in origine era un pruno. No, non fornirò ulteriori spiegazioni su questo, le stiamo ancora cercando noi stessi.

Il punto è che, forse ancora disperata per la perdita a causa del Punteruolo Rosso, della gigantesca palma che stava velocemente prendendo possesso del giardino, mia nonna mi ha telefonato ieri mattina, annunciando che "I melograni si stanno spaccando". Questa frase è una sorta di parola d'ordine che negli anni abbiamo imparato a non prendere sottogamba, perchè inevitabilmente porta a mesi e mesi di malumore perchè "Se vi piacciono tanto venite a prenderli, no?".
Giusto. Solo che, anni fa, piantando il melograno, nessuno si è chiesto se la sua posizione per doverne successivamente raccogliere i frutti fosse ottimale. Infatti attualmente il melograno si trova immerso in un cespuglio di asparagi e i suoi rami dalle foglie delicate si mescolano con il vicino limone. E proprio tra i due, uno splendido stelo di rosa che misura almeno tre centimetri di diametro.

Bellissimo, vero?
NO! No, che non è bellissimo! Ma avete studiato botanica a scuola? Ma lo sapete quante spine hanno gli asparagi? Ve lo dico io! Hanno SOLO spine, niente foglie! Sorpresa? E se vi dicessi che le spine del melograno sono molto più lunghe e resistenti di quelle degli asparagi? E che si nascondono in mezzo ai ciuffetti di quelle foglioline così carine? E i limoni? Vogliamo parlare dei limoni? Quell'albero ha almeno trent'anni... le spine hanno lo stesso diametro della rosa. La ROSA!!! Tutte quelle spine non erano abbastanza, vero? No, in mezzo doveva per forza esserci una rosa.


Bene. Quindi quando arriva la telefonata penso "Ottimo. Le dico che ho da fare, poi fingo di dimenticarmi e..." TERRORE. Se tutto va bene prossimamente non avrò il tempo di stare appresso ai melograni. Quindi serve un'azione repentina.
"Sto arrivando."

Ora. Quella che vi ho descritto è una trappola naturale poggiata contro una rete di ferro arrugginito. Però in compenso non avrei potuto farcela da sola. Fortunatamente c'erano i miei adorati nonni ad aiutarmi.
Mia nonna, che non percepisce bene la profondità perché ci vede da un solo occhio, ha un ginocchio che rischia di frantumarsi da un momento all'altro e un inizio di Parkinson. E' una persona che io stimo profondamente, davvero e ho ripreso molto più da lei che dal resto della famiglia.
Ma ve lo giuro, vi sareste agitati anche voi se si fosse proposta di aiutarvi con l'unico strumento che la aiuta quando non arriva ai rami più alti: UN BASTONE DI LEGNO DI DUE METRI CON UN CHIODO PIANTATO IN CIMA, CHE SPORGE DA ENTRAMBI I LATI. Per afferrare e tirare i rami a pochi centimetri dalla mia faccia. E il Parkinson. Non scordiamoci del Parkinson.

"Aspetta, ho un'idea!"
"NO, NONNA, NO! NON LASCIARE!!!"

Bene.
(Vi giuro che mi ha appena telefonato. Deve aver sentito che scrivevo di lei.)
Il raccolto. E siamo solo a metà dell'albero. Temo la seconda telefonata...

Altro aiutante indispensabile nonno, con l'Alzheimer. Che ci passava mannaia, accetta e tutto quello che serviva.
Come si dice, stavo in una botte di ferro.
Ora, immaginate di stare in bilico su un muretto, con a sinistra la rete con la ruggine, a destra e in alto un intrico di melograno, limone e rosa e la nonna da dietro che dice "Tranquilla, adesso ci penso io!" brandendo il suddetto bastone chiodato.
Senza parlare degli insetti. Fortunatamente io non ho problemi con gli insetti. Probabilmente ora sono maledetta da Lolth per quante ragnatele ho distrutto con le cesoie, le mani, la testa, il naso etc. Però la maledizione non è niente in confronto alle punture che mi sono trovata sugli avambracci - unica parte scoperta (perchè altrimenti mi sarei impigliata ovunque... cioè, non che non mi sia impigliata lo stesso, ma la pelle si rimargina, i vestiti no).
E comunque, sapete quanti moscerini possono nidiare in UN SOLO frutto?
Ecco, so solo che a un certo punto il succo di melograno mi ha fatto un po' paura perchè, sulla mia pelle, era MOLTO rosso e non sapevo se fossi stata punta, morsa o cos'altro.


Insomma, per farla breve, dopo due ore circa passate a fare violenza agli alberi di mia nonna (mi sono sentita molto Indy quando ho dovuto accettare di violenza dei rami di limone per aprirmi la strada verso la mia meta) e quattro lavaggi delle mani, ho scoperto che poteva andarmi peggio.
A parte un graffio a forma di Y e una puntura di un insetto molto simile a una zanzara che non si voleva staccare dal mio braccio, ho solo due vesciche che si stanno già rimarginando e un buchetto su un dito. Poi ci sono un'infinità di graffietti e punture di minor conto, ma considerate le premesse mi è andata più che bene.

Stanotte ho sognato il palo con il chiodo. Penso che continuerò a sognarlo per un po'.
Ma sono sopravvissuta, quindi...

BENVENUTO, AUTUNNO!

martedì 22 ottobre 2013

Andare in America


Maggio-Giugno
Non so se qualcuno di voi abbia mai desiderato andare in America.
Beh, dovete sapere che circa a Luglio la mia besty se n'è andata in Canada abbandonandomi qui in Italia. Come non cogliere l'occasione per decidere che, durante le vacanze, saremmo andati a trovarla? Giustissimo. Prendi l'aereo, stai lì da lei una settimanella, poi torni a casa. Così le fai coraggio, tu fai un giro per Montreal, che comunque è piacevole, e poi qualche passeggiata coi castori.


Onestissimo. Un tipo di vacanza-natura che ci piace un sacco. Il progetto era anche fattibile, senonché: "Ste, ma lo sai che NY è a solo otto ore di viaggio?"
Figata. Vai in Canada dalla tua migliore amica, fai il giro per Montreal, vai a vedere i castori e... ci infili anche una gita fuori porta di un paio di giorni a NY. Bellissimo. Sembrava perfetto. Già mi immaginavo a girare per Central Park e a perdermi per le Avenue cercando un famosissimo lotto abbandonato. Foto a go-go, il giga negozio di M&M's e una valigia di fumetti. Già.

Solo che: "Oh, ma dato che siamo così vicini, ma tantovale stare un po' di più e andarsi a vedere qualcosina anche della East Coast, no? Insomma, quando ci ricapita di tornà in America?"

A-ha. E che vogliamo vedere? Mah, non lo so... a Nord che ci sta? A Boston un giro lo fai volentieri, no? Poi dovendoci passare, nel Maine c'è la casa di un tizio che dicono sia un botto bravo a scrivere. Ah, e poi c'è la House on the Rock.
Aspetta, aspetta. Allora, visto che sta diventando complicato, facciamo un giro dal papà della suddetta amica, che c'ha l'agenzia di viaggi. Vediamo che ci dice, magari troviamo qualche soluzione.


Ok. Allora potremmo arrivare a Montreal, stare tre giorni con Martine, poi spostarci in aereo a Madison per visitare l'House on the Rock, quindi da lì fare un giretto a Chicago (che è proprio vicinissima), riprendere l'aereo e andare a NY. E poi che fai, rimani a NY?
Uhm... sulla East Coast c'è anche Disney World. Dai. Che gran figata. Ok, quindi Chicago-Orlando e poi road trip fino a NY, così ci vediamo tutta la costa, ci fermiamo a NY e torniamo su a Montreal così stiamo ancora qualche giorno con Marty e poi torniamo a casa.

Bello. Stavamo per prendere i biglietti, era un progetto totalmente folle, ma tanto: "Se poi tocca pagare l'affitto o un mutuo, i soldi non ce li avremo mai più, tantovale farsi la vacanza figa adesso che possiamo."

Va bene, parliamone. Dovete capire che io sono stata fuori dall'Italia solo in gita scolastica. Quindi non ho DAVVERO idea di come funzioni. Quel viaggio ci sarebbe costato circa 1500 euro a testa. Solo di biglietti aerei. Più carburante, pernottamenti, cibo, souvenir. Dovevo arrivarci, al fatto che non ce lo saremmo potuti permettere nemmeno in mille anni. Ma non fa niente.
Alla fine sapete perchè non ci siamo andati? Perchè non avevamo il passaporto. Nessuno mi/ci aveva detto (scusate oh, so' cose che uno nella vita impara dall'esperienza, e io non ho esperienza in tal senso) che per prenotare i biglietti ci devi mettere il numero di passaporto. Quindi la mia tattica 'organizzo il viaggio, poi faccio il passaporto in tempo per partire' non avrebbe funzionato. Solo che l'ho scoperto tardi, mea culpa.
Quindi dopo circa tre settimane di follia, niente America.
Che poi immaginatevi. Io e Pietro da soli, sperduti su qualche autostrada con lui a 140 che mi fa "Imposta il navigatoreeeeh!", e dobbiamo fermarci in un motel di quelli da film horror. Ganzo. Ma implausibile. Purtroppo.

E quindi? Niente Canada, niente BFF, niente NY, niente di niente. Crisi isterica? Oh, sì. Sicuro. Ma ci è passata. E poi io mi sono impuntata per fare lo stesso una vacanza, anche se organizzata all'ultimo.

Che volete... nella vita a un certo punto le cose uno le deve imparare.
Tipo: non lasciare che Stefania organizzi un viaggio.
Oppure: non lasciare che Stefania dica "Già che ci siamo..."
Anche: "Ma dai, è facile, no?"

Ecco. Ci sono cose che io non so fare. Tipo cucire. O impostare il navigatore. O organizzare viaggi.
E' la natura umana, no?

Ma prima o poi in America ci vado. Oh, se ci vado...

giovedì 17 ottobre 2013

Aggiornamenti e zombi

D'accordo, lo ammetto, ho messo gli zombi nel titolo perchè ultimamente gli zombi tirano un sacco, ma non è che c'entrino molto con l'argomento del post.
Oddio, in realtà se poteste guardarmi in faccia dopo le tre settimane di follia, dopo il live e dopo l'influenza pensereste anche voi un po' agli zombi. Basta che non mi fate fare la fine di Bill Murray.
Che dire?
Sono tornata da Vilegis e mi rendo conto che praticamente anche dopo l'ultimo post ero tornata da Vilegis. Il che vuol dire che ci sono una cosa come almeno quattro mesi di buco. Facciamo quattro e un po'.
Vero che Agosto non conta (tantopiù che ero in Scozia e quasi conveniva seguirmi su Yelp, ma la verità è che non sono abbastanza costante manco per fare il check in) ma l'assenza risulta decisamente ingiustificabile. Ho perso l'anno? Forse sì, ma va tutto bene. Saprò farmi perdonare.
Dopotutto a casa ho un sacco di foto di gente con le cornamuse e senza mutande, quindi sicuramente nei prossimi tempi il blog guadagnerà punti. E ho anche i Menhir, per quelli a cui le mutande non interessano.
Faremo faville.

Scherzi a parte. Questo post di aggiornamento è per assicurarvi che sì, sono riuscita a sopravvivere e che sì, sono stata licenziata. Ops. Questo era uno dei prossimi argomenti da trattati. SPOILERS!
Ora che ho accennato a tutto quello di cui parlerò nei prossimi tempi (tratterò gli spoiler entro Novembre, lo giuro su tutto quello che mi è caro) posso anche chiudere qui.

Non sono stata abbastanza specifica? Va bene.
I prossimi argomenti, in ordine di "quello che è successo da Giugno ad ora" sarà:

- il viaggio in America che avrei voluto fare; (horror, canada, bff)
- Doctor Who; (sci-fi, viaggi nel tempo)
- affittare una macchina nel mondo; (drammatico)
- il viaggio in Scozia che ho fatto; (documentario/comico)
- scrivere due articoli in due settimane; (how to)
- le scelte della vita; (drammatico)
- non mi piace cucire; (tragicomico)
- lavorare il cuoio#2; (documentario)
- come stressarsi prima di un live; (sci-fi, viaggi nel tempo)
- come affrontare un live nel modo giusto; (fantasy, viaggi nel tempo)
- scrivere quattro articoli in due giorni; (how to)
- rendersi conto dopo due mesi che si è disoccupati fa male; (drammatico)

Come vedete è tutto già organizzato nella mia testa. Siete curiosi?
Beh, non mi interessa davvero, ma è cortese chiedere, mi dicono.

Quindi... stay tuned!
S.

lunedì 3 giugno 2013

I Draghieri del Kindsgard


Premessa 
Finora non vi ho raccontato nulla dei Draghieri. Vorrei condividere con voi questo ritaglio d'ambientazione, creata da me e Pietro appositamente per Vilegis, perchè è l'esperienza di gioco più difficile che io abbia mai affrontato. Più difficile di Ri? Sì, cavolo. Più difficile di Tiky, assolutamente. Anche più difficile della Matriarca e della zingara Roxanne.
E' difficile rapportarsi agli altri con uno schema mentale che è paragonabile a quello della Marina americana...se i soldati fossero Robot.
Se vi interessa... Buona lettura!


Dagli annali dell'Artiglio di Fuoco


"Nel multiverso coesistono infiniti mondi, divisi dallo spazio di un respiro, diversi come il giorno dalla notte. Molti di questi mondi sono governati da entità onnipotenti chiamati Dei, potenze benevole che solitarie vegliano sull'operato delle loro creature più care. In altri ancora gli Dei sono molteplici come gli aspetti dell'esistenza, ed è grazie all'equilibrio tra di essi che la vita prospera. Altrove vi sono battaglie sanguinose, e lo scorrere del sangue è per loro olocausto, ma non è questo il caso.

All'inizio era Natura, l'unica Dea, indifferente e crudele.

Fu Natura a dare forma al Giardino, un luogo pericoloso ed ostile dove ghiacciai, deserti, abissi e giungle si stendevano come prova tangibile della Maestà della creatrice.
In esso le Fiere vivevano secondo le leggi di Natura.
E il Giardino prese forma con tutte le specie che lo abitavano, diverse per abitudini e ferocia: un luogo duro e crudele per le creature sue ospiti, da quelle piccole e velenose a quelle grandi e lente che non potevano abbandonare le valli di fuoco e le gole profonde a causa della loro mole.
All'interno di esso ogni creatura si struggeva in un'eterna lotta per primeggiare sulle altre specie e al contempo resistere alle asperità del Giardino stesso.

In questo luogo di sangue e terrore una specie aprì gli occhi e priva di ogni speranza si accorse di non poter sopravvivere alle Fiere del Giardino.
Ovunque essa cercasse rifugio era insidiata da creature munite di ali, pungiglioni, rostri, zanne e artigli, bestie corazzate o velenose che sputavano acido e fuoco.
Questa specie invece, che chiamò se stessa Uomo, si ritrovò nuda ed inerme, priva di ogni mezzo di sopravvivenza.

Molti di questi “Uomini” perirono all'interno del giardino, nell'indifferente e cruento fluire degli eventi.
I più fortunati tra di loro, nati nelle regioni più esterne e più lontane dal nucleo selvaggio e pulsante del creato sopravvissero migrando, fuggendo dal giardino e dai suoi predatori.
Sospinti fino alle infinite spiagge del mare esterno, il bordo ultimo della creazione, così lontano dalla pulsante montagna di fuoco che più nulla vi cresceva o viveva si resero infine conto che la loro intera specie non sarebbe riuscita a sopravvivere.

In quel momento il Giardino dominò tutte le terre.

Decimati, messi con le spalle al muro in una terra mortalmente sterile per quanto sicura, gli Uomini si trovarono ancora una volta privi di tutto.
Ogni giorno l'Uomo doveva far fronte al Bisogno. Di un rifugio, di calore, cibo e protezione.
Bisogno di acqua, di terra che potesse dar frutti e di fuoco. Annaspava nel suo piccolo spazio, faticando per respirare, per vivere.
Fu in quel momento che l'unica qualità che l'Uomo aveva ricevuto si palesò ai suoi occhi.
L'Espediente, la capacità che aveva permesso all'Uomo di sopravvivere fino a quel momento ottenendo poco dal nulla si incontrò con il Bisogno, unico fulcro della sua esistenza.

L'Uomo erse quindi il Bisogno a suo baluardo e con la viva fiamma dell'Espediente riforgiò i suoi artigli e ottenne per sé stesso gli Eroi.

All'inizio fu Dominic, che prese per sé il nome di Draco, il primo Draghiere di Kindsgard.
Quando l'immenso ruggito si levò dalle giungle del Bordo, per centinaia di leghe le Fiere fuggirono terrorizzate. Per la prima volta un Drago, supremo sovrano del Giardino, era stato abbattuto.
Dominic aveva donato al genere umano un secondo Dio, la Fierezza, e già dai quattro angoli del Giardino si avevano notizie della nascita di nuovi Draghieri.
"

102° anno all'ombra dell'Anello

Così narrano gli Annali, scritti da qualcuno al tempo in cui eravamo ancora pochi.

Solo nel primo decennio avevamo riconquistato il Bordo, le sue spiagge e le pianure miti. Al volgere della prima generazione attaccammo la giungla e ne conquistammo le insidie. Nel primo secolo dalla nascita di Dominic Draco, i Draghieri del Sud avevano preso il controllo delle montagne di Lava, e ad Occidente centinaia di leghe dalle coste del Mare Interno erano state messe in sicurezza per la navigazione e il commercio.

Ad oggi buona metà di quello che fu il primo Giardino è stato consegnato alla specie che ci diede i natali, e i sovrani degli Uomini regnano sulle terre che abbiamo liberato per loro. Per oltre un secolo abbiamo affilato i nostri Artigli sull'Anello di Fuoco, il confine posto da Draco nel luogo in cui la forza selvaggia del nucleo rigenera più velocemente del tempo necessario a contenerla. Per questo stesso secolo abbiamo atteso il ritorno del Primo Draghiere, partito con i più antichi di noi verso la Maestà, la montagna che domina il creato dal centro esatto del Giardino.

Ora una nuova prospettiva è giunta alla nostra conoscenza. Altri Giardini esistono a un soffio da questo creato e sono popolati da forze oscure e sconosciute Fiere che possiamo soltanto immaginare. Al confine con essi una strettoia, un luogo simile al nostro Anello di Fuoco che viene chiamato Vilegis. Sebbene con la nostra avanzata pare si sia arrestata anche la nascita di nuovi Draghieri, non possiamo ignorare l'apertura di questo nuovo fronte. Pertanto ad ogni Artiglio è stata diffusa la chiamata. Draghieri monteranno la guardia oltre i confini del creato, sull'Anello di Fuoco chiamato Vilegis.

In Fierezza,
Syrus Salamander
IV Salamandra dei Draghieri del Kindsgard

giovedì 23 maggio 2013

Musica

La campanella suonò la fine di quell'infinita ora di latino. La classe grigia si animò improvvisamente, presa dall'euforia della ricreazione, e in quel momento la ragazza si riscosse dai propri pensieri. Non che avesse molto da fare, ma era curiosa. Curiosa di vedere cosa sarebbe successo nel volume del fumetto rosa che non aveva ancora cominciato. Diciassette anni e la testa fra le nuvole, com'è giusto che sia. Si lasciò superare dalla compagna di banco, con un sorriso sincero, poi si abbassò di fianco alla sedia per cercare il volumetto nella cartella, sobriamente nera, a tracolla, della Seven. Mentre era così abbassata non si sentì chiamare, ma sentì distintamente una mano posarsi - o meglio abbattersi - sulla sua, rimasta poggiata sul banco.
"Dai, muoviti, devo farti sentire una cosa!"
Alzò la testa giusto in tempo per non colpire il banco, perché il ragazzo.che la stava tirando non si curò minimamente di darle il tempo di aggirare l'ostacolo. Senza pensarci due volte, lei balzò sulla sedia su ciò era seduta fino ad un attimo prima, poi da lì sul banco e quindi giù dall'altra parte, riprendendosi dallo shock solo per essere trascinata in corsa, i lunghi riccioli che volavano dietro di lei, oltre la porta, lungo i corridoi affollati della scuola. Davanti a lei correva il suo amico, calciatore per passione, musicista di famiglia, mai stato davvero interessato allo studio. Alto e snello, pelle olivastra e capelli scuri e ricci, anche se non lunghi come quelli di lei.
"Mav, dove andiamo?"
"Aula Magna!"
Gridò lui, eccitato. Uno dei piccoli privilegi della classe artistica, l'uso dell'Aula Magna della scuola, del suo comodo parquet e del suo pianoforte a muro.
Insieme corsero in mezzo agli altri studenti per due piani, e rallentarono il passo ricomponendosi davanti all'ufficio del preside, per poi scivolare in silenzio nell'aula.
"Insomma?"
Chiese lei riprendendo fiato.
Lui rispose senza guardarla, andando con passo deciso al piano.
"Ci sono riuscito. L'ho imparata."
Si voltò, con uno dei suoi sorrisi smaglianti.
"Canta con me."
Poi cominciò a suonare, e il mondo, per quella'istante, prese a girargli intorno come se ne fosse il centro. Quindi, lui cominciò a cantare con voce profonda e dolce, come se si rivolgesse ad un bambino.
"C'è una bestia che...s'addormenterà...ogni volta che bella come sei...le sorriderai..."
Andò avanti, spronandoli con gli occhi, le dirà capaci di risvegliare la musica nella stanza vuota.
Cantò da solo la seconda strofa, per poi farle un cenno, come se servisse. Attaccarono insieme, due voci.che si conoscevano bene.
"Ti sorprenderà...come il sole ad est..."
Un sorriso condiviso, lui chiude gli occhi lasciandosi trasportare dalla melodia conosciuta.
"...quando sale su, e spalanca il blu...dell'immensità!"
Scoppiarono a ridere nello stesso momento. Lei si lasciò andare a un urletto di gioia.
"Ce l'hai fatta!"
Il mondo era più luminoso, e per quel giorno sarebbe rimasto così. Pieno di bellezza e di musica...

mercoledì 22 maggio 2013

Una Musa sì o no?

C'è chi ha un corvo parlante sulla spalla, chi ha una tizia che gira in perizoma e distrae un botto, chi si sveglia la mattina e si ricorda pezzi dei complicati sogni che ha fatto.
Va bene, ho fatto esempi un po' a caso. Sto parlando di quella cosa comunemente chiamata 'Ispirazione'. I più grandi poeti ce l'avevano, almeno così dicono loro. Nell'antichità addirittura ce n'era una per ogni arte.
Me le immagino, le ragazze, quando uno sta lì e si pianta, aspettando che l'ispirazione arrivi.
Erato, quando la cerchi che vuoi scrivere una bella poesia sull'innamorato, che dopo cinque gioiosi anni che ci provi e ci riprovi se ne sta lì col dito nella Nutella, ormai un po' sfiorita, ti guarda e scuote la testa. E l'unica cosa che ti viene in mente è: "La scrivo domani, eh."
Oppure Talia, quella simpatica, che quando cerchi di buttar giù due righe vagamente comiche se ne esce con: "E che quello farebbe ridere? 'mpegnate."
Al giorno d'oggi Clio si è trasformata in una vecchietta con gli occhiali e la voce tipo ronzio, che quando prova a dire qualcosa di innovativo assume un tono da telecronista della domenica: "E poi qualcosa attira l'attenzione dei presenti! OH CIELO! Avete sentito quel colpo? HANNO SPARATO A KENNEDY!"
E' che poverine, non sanno più che inventarsi!
Ma dobbiamo capirle. Una volta il mondo era più semplice...c'erano ancora un sacco di invenzioni da fare, un sacco di storie da raccontare... insomma, si era ancora ignoranti e tutto era un po' nuovo. Quindi era facile scrivere 'Odi et amo'. Ma adesso, che la gente i libri li vuole scrivere e non più leggere, adesso uno non sa più che inventarsi. Anche un pezzo sul caffè sembra usato, perchè ci sono talmente tanti scrittori, poeti, filosofi, giornalisti, presentatori, attori, calciatori, bambini, che hanno scritto un pezzo sul caffè, che a leggerlo sembra sempre che l'abbia già scritto qualcun altro.
Ed è così anche per le storie! Ve lo dico io, che sono libraia! "E' tipo Dan Brown." o "Uno dei tanti svedesi.".
Ormai è talmente difficile descrivere un libro, perchè dicendo banalmente 'parla di un detective molto intuitivo ma fuoricasta che ha un conto in sospeso con un ex detenuto che lui stesso ha mandato in prigione', ad esempio, uno ha descritto almeno una decina di thriller. Quindi nelle recensioni, ma anche per venderlo a un cliente, bisogna inventarsi qualcosa che colpisca. E' un po' come vendere una casa: "Guardi, Signora, è in tipico stile Mussolini, ma se ci fa caso ci sono le tendine alle finestre!"
Ormai sono rari i casi di storie originali e personaggi interessanti. Ormai tutto è riusato e riciclato. E in questo panorama poi uno si stupisce che si prendano idee dai sogni? Almeno non si è coscienti di aver fatto un collage di tre film, due libri e un fumetto per cercare di ricomporre una trama decente!
Ma è così... c'è troppo rumore di sottofondo per riuscire a sintonizzarsi ed emergere davvero. E io sto parlando di libri, ma vale per tutto. Viviamo in un mondo di protagonisti... infatti un po', le Muse, le capisco.
Pensate, poverette, come sono stressate a stare appresso a tutta sta gente.
Ma poi... ste Muse... ma se le meriteranno proprio tutti tutti? E diamogli un po' di pace, poverette. Facciamo un bel fioretto, e ogni tanto, invece di scomodarle per le nostre manie di protagonismo, proviamo un po' a soddisfarle leggendo un buon classico, ascoltando buona musica e facendoci una cultura!!!

sabato 11 maggio 2013

Rientro

Come diceva qualcuno oggi: "Mi sembra di averci lasciato qualcosa, a Vilegis. La salute, tipo."
Già, perchè ogni volta che torniamo indietro, per un po' c'è da fare i conti con l'allergia, la pioggia che ci siamo presi e il sole allucinante dei tre minuti dopo. Con il freddo della notte e il sole da Agosto di mezzogiorno. Fortunatamente nel tempo ti insegnano a portarti un set di abiti intero, per il personaggio. Il vestito lungo e smanicato per il sole, la divisa corta e comoda per quando piove e fa freddo, che non si infanga e non impiccia.
Ogni tanto mi rendo vagamente conto di quanto possa essere incomprensibile un'esperienza del genere a chi vi si avvicina per la prima volta, magari al datore di lavoro che vorrebbe capire che roba è, o al ragazzo della sorella che ancora non ha avuto modo di vedere.
E allora, cosa andiamo a fare per cinque giorni su un pezzo di prato con quattro case di legno e più di mille tende?
Bella domanda. Una volta qualcuno ha detto che è come scrivere una storia. In ottocento e passa persone? Sì, esatto. Perchè il Gioco di Ruolo, alla fine, risponde a quel bisogno che tutti abbiamo dentro di svagarci, di far finta di essere qualcun altro. C'è chi si sente frustrato per tutta la vita e chi si concede una vacanza, senza pensare a nient'altro che a sognare. Che serve, eh. Chiariamoci, serve. Fantasia senza freni per cinque giorni, problemi che non hanno niente a che vedere con il capufficio o con la rata dell'auto.
Serve. Ve lo assicuro. Uno torna a casa che nemmeno Costa Crociere.
Allora prendi, ti inventi un mondo a parte, un nome finto, prepari un costume e sali in macchina. Dopodichè sei lì. Tu e quell'altro mondo. E c'è solo una tenda entro i cui confini puoi dire: "Amore, prenditi l'antibiotico, su, che c'è l'assedio, stamattina.".
E poi per cinque giorni cosa fai? Vivi. Vivi la vita di un'altra persona, con un'ordine di priorità completamente diverso dal tuo. Alienante? Sì. Sfiancante? Molto.
Ma ho sentito gente ridere delole grandi storie, perchè il classico protagonista che si trova a doversi sacrificare per salvare il mondo risulta alieno e incomprensibile, una specie di favola per bambini. E vedere dei film sull'argomento fa ridere.
Chiaro. Ma quando sei TU che devi salvare la vita a qualcuno, e hai un nanosecondo per decidere se intervenire, se lanciare il tuo incantesimo, se buttarti in mezzo per ricevere il colpo al suo posto... è in quel momento che ti trovi davanti alla realtà del fatto e capisci come succede. E magari in quel momento sei preso dalla tua interpretazione e non ci pensi due volte. Ma poi, con calma, quando ti metti a ripensare a quello che hai fatto da casa, ci pensi. "Io lo avrei fatto, in quest'altro mondo?"
Sì, perchè confrontarsi con un personaggio della propria fantasia è anche un po' scoprire sé stessi, con i propri limiti e le proprie paure.
Una volta, giocando un personaggio, sono stata costretta a cominciare a ricordare volti e nomi delle persone. E' una cosa che nella vita reale non so fare e che ho imparato appositamente... e che poi ovviamente mi è tornata utile. In quel momento il gioco mi ha dato qualcosa: una possibilità.
Questo è il bello. Fare, scegliere, provare... ed è meglio di una droga! Dicono che drogarsi faccia 'provare sensazioni nuove'. 'Dicono' perchè non l'ho mai fatto e non ho intenzione di provare.
Però ho il Gioco di Ruolo, che mi regala davvero esperienze nuove. Nessuno si illude che siano più importanti della realtà. Ma per quanto riguarda la loro esistenza... nessuno potrà dire che non sono vere.

Per finta, per gioco, per divertimento, ma quelle cose sono cose che succedono. Poi vengono dimenticate, forse. Non tutte. Ma negli angoli dell'anima rimangono per sempre.

Diciamo grazie.

venerdì 26 aprile 2013

Artigianato del Cuoio

Forse lo conoscete come 'leathercraft', forse non sapete nemmeno cosa sia... beh, quello che è certo è che è faticoso.

Dovete sapere che a quel pazzoide del mio ragazzo mi ha chiesto un'armatura completamente craftata. Il che significa due settimane buone di astinenza da mondo reale. Pura follia, avremmo dovuto cominciare prima, se lo volete sapere.
Però ci stiamo togliendo qualche soddisfazione. Vi faccio vedere una foto, il resto quando avremo finito tutto.
Corpetto, solo inciso. Mancano ancora bordi e rifiniture. Vedrete ;)
Bene. Che dire di tutto ciò? A parte che ieri, 25 Aprile, abbiamo lavorato come schiavi (altro che liberazione) tutto il giorno, invadendo casa di amici a Viterbo, che loro hanno la taverna-laboratorio. Il che, in realtà, ci porta sempre allo stesso punto: mi serve uno stipendio per farmi casa, sennò dove lo metto il manichino? Che tra un po' zio rivorrà indietro la sua stanza, giustamente.

Però ringraziamo il cielo di aver avuto la possibilità di lavorare fino a notte, perchè a casa non avremmo potuto farlo. Quindi il prossimo lavoro sarà una statua di cuoio a Daniela e Peppe che ci hanno sopportati e aiutati.
Secondariamente...ho scoperto che devo rimettermi in forma per lavorare il cuoio, perchè sennò non ce la posso fare. Sarò anche più precisa, ma il lavoro che ieri ha fatto Pietro tutto di seguito, io non sarei mai riuscita a farlo, visto che mi rompo (fisicamente, dico) dopo un po'. A lui, per qualche motivo, riesce meno faticoso. Quindi la soluzione è sempre la stessa. Avere casa (per stare insieme più tempo) e cominciare prima i progetti. Ma avere casa è sempre il primo punto.

Va bene, ho mascherato un post su quanto voglio avere una casa da post sul leathercrafting. Però è vero. Per fare di queste cose (ma anche i costumi) ci vuole un laboratorio. Visto che non possiamo permettercelo, una casa con stanza dedicata (ma anche in salone, per quanto mi riguarda) va benissimo. Ma visto che non possiamo permetterci una casa, siamo nei guai. Ho paura di quando dovrò riportare il manichino a casa. Dove lo metto per far sì che mia sorella non si svegli urlando la notte? Mah... i misteri della vita.

Nel frattempo, la finisco di scrivere per tenermi sveglia e quasi quasi mi butto a dormire in un angolo.

Ci sentiamo direttamente dopo Vilegis, credo! (A meno che io non riesca a metter su qualche aggiornamento tra lunedì e martedì, vi faccio vedere come si rilega un trattato!)

S.

martedì 23 aprile 2013

Istruzione

Leggevo un articolo dell'Egr. Dott. De Mauro, corrispettivo delle muse per quanto riguarda la linguistica e sociolinguistica in Italia.
Il fatto è che ha ragione, quando dice che il problema dell'istruzione va cercato in tutti i 150 anni dell'unità, e non negli ultimi 10. Da tempo, con i miei genitori e alcuni amici teatranti si pensava ad uno spettacolo dal titolo "Sottobanco: tutto quello che non vorreste sapere e che succede quotidianamente nelle scuole".
Perchè credetemi, se la gente sapesse cosa succede nelle aule durante le ore scolastiche, dove si suppone che i bambini vengano curati per diventare delle persone utili alla società. O quantomeno delle persone... qualcosa di diverso dalle scimmie, insomma!

Cominciamo dalla materna. Una volta alla scuola materna si imparavano un po' di cose come lo spirito di gruppo, la socializzazione, a fare qualche canzoncina stupida... e magari anche le basi della manualità. Non dico scrivere, ma quantomeno tirare una riga dritta. Non dico leggere, ma almeno ad ascoltare una storia per intero, in silenzio. E adesso? 
No, adesso leggere e scrivere sono sopravvalutati, se al bambino non va di mangiare gli facciamo preparare qualcosa di diverso, e se si annoia può giocare o parlare con gli altri bambini.
Questo porta a carenze gravi nelle capacità di concentrazione, mancanza di voglia di impegnarsi nelle cose, anche quelle stupide, e generalizzando molto, un impoverimento fondamentale della facoltà dell'apprendimento. Perchè un bambino che alla scuola materna non riesce ad ascoltare 10 minuti di favola, non può arrivare alla scuola elementare e prestare attenzione per un'ora di seguito, giusto?

Passiamo ad analizzare la scuola elementare. Una volta serviva ad imparare a leggere, scrivere, far di conto ed imparare le basi della cultura generale (Geografia d'Italia e d'Europa, Storia fino al 19° secolo, nozioni scientifiche di base e pillole di letteratura). Allo studente di scuola elementare era richiesto innanzitutto il grembiule, che serviva a combattere le differenze sociali e a spronare una socializzazione più fluida, serviva oltretutto a non far litigare i bambini su cose come 'la moda' o le ultime tendenze in fatto di merchandise. A scuola erano vietati i giocattoli (che uno cercava sempre di far entrare di contrabbando), che se trovati venivano sequestrati e riconsegnati solo ai genitori. Era richiesto di fare sempre i compiti, pena la 'sgridata' davanti a tutta la classe, e i compiti venivano sempre valutati. Era richiesto di avere una grafia ordinata e di fare le 'cornicette' sui quaderni, un esercizio di precisione e di attenzione che aiutava poi a fare meccanicamente le cose al meglio. Era richiesto di imparare lunghe poesie a memoria (dopo averle trascritte quelle dodici volte, prima che mamma fosse contenta del risultato) e di ricordarle anche nel corso dei cinque anni. Si insegnava a cantare e a disegnare, anche da canzoni e dipinti famosi. E adesso?
Adesso io li ho visti i quaderni dei bambini. Se è stato fatto un esercizio su due può andar bene (e se il bambino non lo sa fare è colpa delle maestre). Se il bambino viene sgridato di fronte alla classe, poverino si mortifica, e mamma e papà parleranno poi con le maestre. I grembiuli ci sono ancora, ma ormai i bambini discutono su chi ha la consolle migliore o il televisore più grande, quindi i vestiti passano in secondo piano. Se una maestra sequestra un qualsiasi oggetto personale ad un bambino, rischia la causa. Ordine, precisione, attenzione e studio? Non ci siamo. Le penne cancellabili vengono usate fino alle scuole medie. Gli esercizi che non riescono vengono brutalmente sbarrati e cancellati, i pasticci di ortografia e grammatica spesso non vengono nemmeno corretti. Se il bambino non vuole fare un esercizio non può essere obbligato, non esistono più punizioni. Ci sono però le 'stelline', gratificazioni che senza la loro controparte negativa e senza effetti reali (come la nota frase "A ricreazione stai seduto vicino alla maestra") non vengono percepite. "Se non lo fai bene non ti dò la stellina." ha detto una maestra a un pargolo di seconda. "Già me l'hai detto, ma chi se ne frega de sta stellina?". E quando ti senti rispondere così, cosa fai?
Leggere? Scrivere? Sopravvalutati. Nessun dettato, nessun "Copia questa frase cento volte.", nessun "Riscrivi da capo la pagina: è disordinata.". No, ci sono le fotocopie, e i compiti sono a crocette. Mica come quando dovevi far entrare la risposta in quattro righe da 5mm scarsi. Leggere è uno scherzo. Meglio guardare i DVD. Poi quando a metà del cartone il bambino indica il protagonista e fa "Chi è quello?" capisci che qualcosa non va. E noi che avevamo la tessera della biblioteca...

[segue nella prossima puntata... ]

venerdì 12 aprile 2013

Sarà la Primavera alle porte

Dicono che sarà corta. Non so voi come state messi, ma essendo io già a Maggio (in pratica ho messo nella sezione 'preparativi' il mio 25° compleanno, visto che quando riemergerò da Vilegis sarà quasi troppo tardi) mi sembra che la Primavera sia cortissima. E' iniziata ieri e mi vedo già in costume da bagno.
Oggi sono riuscita ad ingannare la mia allergia grazie all'aiuto dello scooter, Siamo passati sotto i Platani a velocità e il polline non è riuscito a battere il casco. 1-0 per me.

La Primavera, comunque, è un inganno della società (edit: o della Natura? Maledetta...). Svantaggia i deboli, sicuramente. Pensateci. Mette sonnolenza (grazie ai primi caldi), porta allergie (nella società moderna tipo al 60% della popolazione), svantaggia chi ha bisogno di dormire.
Sì, perchè uno d'Inverno verso le 17, che fa buio, pensa "Uh, com'è tardi, sbrighiamoci a tornare a casa." Poi si accorge che è tutto falso, che è ancora presto e si mette a preparare la cena. Quindi mangia presto, guarda un film (sempre presto) e va a dormire. E la mattina si sveglia pelo pelo, perchè finchè è buio fa brutto alzarsi.
Invece a Primavera? Alle 19.30 è ancora prestissimo, si finisce per rientrare e mangiare tardi, e la mattina: "Guarda, c'è già il sole, sarà meglio alzarsi!" All'alba, cioè prestissimo. Quindi, in totale, si è più produttivi, certo... ma anche più stanchi. E' una questione di ore di lavoro.

E poi, ovviamente, si perde più tempo. Perchè camminando per strada (sì, io cammino per strada perchè la macchina non ce l'ho) "Uh, guarda che bello quel fiorellino!" oppure "Che bella crescita di Borsa del Pastore, chissà se è questo il periodo balsamico..." e anche "Ok, quest'albero è stupendo: DEVO fare una foto.". Se a voi non succede, per favore, non me lo dite. Mi piace pensare di essere ancora sana di mente.

Tipo: "Uuuuh, quante violette!!!"

Però la Primavera serve anche a rilassarsi. Certo. Come quando sei in giro, con il bel tempo, e pensi "Magari faccio un salto in fumetteria, già che ci sono." E dalla fumetteria: "Potrei passare anche in quell'altro negozio. Tanto è presto." Poi: "Già che ci sono mi allungo a fare la foto per l'articolo.", e ancora: "Ma sì, proviamo a chiedere di là se hanno manichini da buttare, il proprietario lo conosco...".
E si fa tardi. Si fa SEMPRE tardi. Non solo: arrivando da lavoro non sei con le scarpe da ginnastica. E si sa, ci sono i sanpierini. Quindi salutiamo tutti la schiena!

E poi è così bello quando sei in giro con il giacchettino di pelle e i riccioli al vento, mescolandoti alla folla di babbani e facendo i calcoli sui negozi che servono per completare la quest "L'Armatura della Viverna" e ti chiedi che faccia farebbero le persone se potessero leggerti nella mente...
(che già stai immaginando le persone che leggono la mente, ed è tutto dire...).

Godetevi la Primavera, che sarà breve, dicono! (e se il prossimo post sarà a Giugno, non vi spaventate...)

S.

lunedì 8 aprile 2013

Romics Aprile 2013

Al via il programma che prevede il Romics ad Aprile.
Vi faccio una premessa. Quest'anno avevo due motivi per andare al Romics:
 1) "Tata, ma tu ci vai al Romics? Ci andiamo insieme?"
2) "Sì, ok, tanto devo comprare dei numeri che mi mancano di Thor e fare un regalo."
Il che mi ha permesso anche di schivare il blando tentativo del mondo di farmi tornare a fare la PR in stand come nei lontani giorni del 2004-5-6:
3) "Guardate, devo portare i cuginetti, ho da fare...no."

Tolte queste cose, mi aggrego ai commenti generali della fiera. Tre padiglioni, di cui uno dedicato all'accampamento e palco cosplayer. Metà dell'area Games presa dal secondo palco (giuro che non ho capito a cosa servisse, a un certo punto c'era una sui trampoli che si muoveva in modo inquietante... e non era del gruppo di ELISH). A proposito. I ragazzi di Elish non li ho proprio visti, così come tra le grandi assenze si contano StarShop, Panini Comics "Ho visto lo stand della Panini!" "Ste... quelli vendono Panini... con la porchetta..." "Ah... allora no." e molti altri.

Insomma, un padiglione e mezzo, a conti fatti. Forse meno stand del Romacomics dell'anno scorso al Palalottomatica, ma che ci vogliamo fare? Al Romics era stato disgnosticato un brutto caso di decadimento precoce già quando io ero in stand (2004-5). Poi Quando si è spostato alla Nuova Fiera di Roma la gente ha cominciato a ridere sotto i baffi e a prenotare un appartamento per Lucca.

Avvenimenti simpatici: abbiamo visto Bigio. "Oh, guarda, c'è Bigio." "Chiediamogli un disegnino!" "Prima le cose importanti." Ok, voi il disegnino l'avete visto? Noi siamo andati via prima. E c'era anche Panda. Ma i libri costavano troppo per usarli solo come appoggio per una dedica (visto che l'ho già letto). Per Calcare l'avrei fatto, però. Ma non c'era (le delusioni non finiscono mai...).

C'è da dire che ho visto un sacco di supereroi che giravano. Le versioni dei film. Vabbè, per ora possiamo accontentarci. Che altro dire... la conferma che i ragazzi di Vilegis hanno capito come si fa pubblicità. Per il nuovo evento survival-zombie, una jeep e delle zombiesse succinte con classiche canotte e catene al collo. Signori, vi presento il marketing!

Voto? 4? Ma sì, mi sento buona, stamattina...

martedì 2 aprile 2013

Nuova Vita al Blog

Bene.
Che cosa ho imparato negli ultimi mesi oltre alla Legge degli Impegni Pregressi?

1) Sto pubblicando per "Il Periodico", giornale mensile di informazione locale di Roma Nord (quertieri La Storta, Giustiniana, Fleming, Cassia, Labaro e Prima Porta).
QUESTO MI HA INSEGNATO CHE: Sono in grado di rispettare le consegne.

2) Ho dato una mano a Pit con due siti, quelli di Radiant.
QUESTO MI HA INSEGNATO CHE: Posso cominciare a smanettare con Wordpress, volendo (se non mi pesa troppo il culo, s'intende).

3) Sto seguendo online le avventure di Zerocalcare (con la voce narrante di Recchioni, a dirla tutta). Intendo che sto seguendo con interesse il fumettista.
QUESTO MI HA INSEGNATO CHE: Per cominciare a pensare di poter avere successo devo essere costante. (attualmente non riesco nemmeno a mettere inserzioni per dire 'ragazzi, sono in pausa', quindi c'è taaaanta strada!)

E basta. Adesso, visto che Pasqua è passata e che dopo Maggio avrò più tempo libero, ho deciso che farò almeno due inserzioni a settimana. Sappiatelo. (E fulminatemi se non lo faccio.)
E una volta scelto lo stile che funziona, sarò anche in grado di spostarmi su Wordpress con un sito vero.

Lo scopo di tutto questo? La via della fama, ovviamente! E il motore di tutto ciò: ho rosicato. Sì, perchè Calcare è un genio, riesce a farci soffocare dalle risate parlando delle Pile stilo. Però tanta stima lo stesso. Ce la posso fare anch'io!

Impegno e metodo, questa è la nuova regola!

sabato 30 marzo 2013

La Legge degli Impegni Pregressi

Facile dire 'stress'.
La nuova regola autoimposta riguarda la Prima Legge del Tempo Libero, anche conosciuta come La Legge degli Impegni Pregressi.
Questo splendido salvavita asserice che "Se c'hai la Messa alle 11 alle 12 non puoi starre a Grottaferrata" (una mezz'ora da casa, N.d.A).
Ma forse alle 13 sì, ed è lì che rimane sempre fregato qualcuno. Perchè la macchina ancora non ce l'ho e la Ypsilon la vado a vedere Martedì, dopo Pasquetta. Mercoledì, probabilmente, perchè Martedì devo andare in redazione. Forse Giovedì. Mercoledì dovrei fare un salto dal dottore. Vabbè...

Impegni pregressi: è un po' come la lista delle priorità, solo che la gente ti ci telefona.
"Allora stai arrivando?"
"Ma non era domani?"
"No, era oggi."
"Vabbè... scusa, non ce la faccio. Facciamo domani. No, scusa. Dopodomani. No, aspetta... senti, chiamami verso il 6. No, macchè Aprile! Maggio. Fino al 5 sono impegnata."

Però la Legge degli Impegni Pregressi mi sta aiutando moltissimo. Davvero. Adesso so dire: "Guarda, faccio tardi. Vengo solo se mi accompagna qualcuno." Che non è un no, ma almeno è realista.

E' st'acqua qua, come si dice.
Che poi è vero. Lavoro part-time, ho tutto il tempo libero del mondo. Tipo per vedere la mia migliore amica.
"Ti va un caffè?"
"Sì, ok!"
"Però devo andare a lavoro..."
"Sì, anch'io. Alle 8.00 va bene?"
"Ok!"

Ma va tutto bene. Perchè ci sono sempre i fumetti... e i libri. Ne ho iniziati tre, ultimamente. A stento mi ricordo quali sono, perchè ultimamente ho avuto poco tempo per leggere. Uno dei tre me l'hanno regalato a Natale. 2011.

Ovviamente questo è il solito stacco pre-Pasquale, che la gente mi incontra e fa: "Sembri stanca." "Eh, è l'ultima moda, mi faccio le occhiaie la mattina perchè il vampiro fa tendenza."

Detto ciò, visto che "Crocifiggilo, crocifiggilo!" quest'anno è andato, e io ho ancora cinque ore di libreria (vuota) prima del delirio, vi auguro Buona Pasqua!

sabato 26 gennaio 2013

La musica alla radio

La musica, al giorno d'oggi, ci accompagna sempre e comunque. La radio è quell'affarino meraviglioso che quando la giornata è nera ti fa sentire per caso "Stairway to heaven" e tu improvvisamente stai bene. Anche camminando per strada senza il fidato lettore si passa davanti alle porte aperte dei negozi e si viene colpiti dalla canzone del momento. Bellissimo, da un certo punto di vista, perchè la musica fa bene al cuore e all'anima. Sì, certo... però dipende da qual'è la canzone del momento.
Ci sono stati periodi buoni (dal mio modesto punto di vista) in cui andavano tanto persone simpatiche come Robbie Williams (Ve la ricordate "Feel", per esempio?) che poi era anche il periodo di Shakira, di "Asereje" - loro non erano degne di nota - del lato buono di Avril Lavigne e dei Nickelback.
Ci sono anche stati periodi divertenti come quello della canzone del Chihuahua o il periodo di Britti. Se non altro lui era simpatico.
Ma abbiamo subito anche cose più pesanti. Tipo... se vi dico Tobey Maguire? Gli Evanescence? Quel periodo tristissimo per la classifica che iniziava da "Bring me to life" e proseguiva con "In the shadows" (The Rasmus) e "She will be loved", che anche i Maroon 5 non stavano poi così allegri. Gli adolescenti erano felicissimi, tutti gli altri suppongo di no.
E finora ho citato principalmente musica straniera.
 
Vogliamo parlare della musica italiana? Quella che ha fatto avere successo a canzoni come "L'aiuola" e "Salirò"? (sempre quelli simpatici)
No, dico... gente come Tiziano Ferro? Carmen Consoli? Elisa? GIGI D'ALESSIO? Tutta questa bella gente che ci ha trascinati in un mare di depressione senza fondo?
Allora, partiamo dall'inizio. La prima canzone che ci ha, come si dice in gerco 'stuccato' (la panna montata, quando ne mangi troppa, a una certa 'stucca', qui a Roma. N.d.A.), è stata? "Xdono", che io ero ancora una scolaretta delle medie, ma già non si poteva sentire. Perchè mettevi vicino un "We will rock you" e "Xdono" e poi cercavi di capire da dove fosse uscito quello sbarbatello. Ma "Xdono" era quella carina. Perchè è venuto fuori "Rosso relativo", quando tutti ci siamo chiesti se il caro Tiziano non avesse dei seri problemi a parlare. Figliolo, fatti vedere da uno bravo. Ma se si incastrava su "Rosso relativo", che sembrava mancassero pezzi di frase, a un certo punto deve averli ritrovati tutti in un cassetto e ha pensato bene di mettere tutte quelle parole in più dentro una canzone sola. "Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare e credere di stare bene quando è inverno e te" e poi ancora: "Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale che anche se non valgo niente perlomeno a te...". Visto? Erano in un cassetto, da parte, si erano nascoste. Fortuna che poi le ha ritrovate.

Ma noi ce la prendiamo con il povero Tiziano, che si fa battute da solo mettendo in imbarazzo anche la Bignardi. Vogliamo parlare della Consoli? "Confusa e felice", perchè io quella mi ricordo, come inizio. Brava. Siamo stati confusi anche noi, un sacco. Che al confronto quando si è presentata Arisa a Sanremo la gente ha pensato "Vabbè, dopo Carmen...". Ma il top del top si raggiunse con l'album "L'Eccezione" ("Si dice che ad ogni rinuncia..." sì quella lì...), con chicche quali "Fiori d'arancio" e "Pioggia d'aprile". Che alla radio si alternavano con roba tipo "Sere nere" e quell'altra che parlava di una malattia, una roba incomprensibile che non riesco a ritrovare - e ringrazio anche un po' il cielo per questo.
Ma via, abbiamo avuto anche bei momenti. Momenti di gioia condivisa. Tormentoni tutti italiani che ci hanno resi famosi. Abbiamo vuto "La paranza", "Siamo una squadra fortissimi"... abbiamo avuto "Luca Toni maccheroni".
E adesso c'è il Pulcino Pio.

Che bella, l'Italia!

P.S. Lo so che vi aspettavate che parlassi anche di Gigi d'Alessio, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

giovedì 17 gennaio 2013

Vediamo chi legge il mio blog!



Cari amici e amiche che vi tenete aggiornati sulla mia vita tramite questo blog,
oggi voglio contarvi uno per uno. E per farlo vi rivelerò un segreto!

Ovviamente solo chi legge questo blog potrà venirne a conoscenza! Vi chiedo di aiutarmi e di non spoilerare pubblicamente in modo da costringere chi vuole sapere a fare uno sforzo in più e a... leggere tra le righe!


Ed il segreto... eccolo qua!



Finalmente dopo anni e anni di disegni di vario tipo e dimensione sono stata 'costretta' a scegliere quello definitivo! Ho fatto il disegno e l'ho portato al simpaticissimo tatuatore di origini calabresi che mi ha intrattenuta con un paio d'ore di chiacchiere su fumettisti italiani e sull'arte del tatuaggio! Finalmente ho le tanto agognate alucce sulle mani! E...sì, avete visto bene. A sinistra c'è una piccola stella e a destra una chiave di violino (non c'è bisogno di spiegare, no?).
Li ho fatti ieri mattina (16 Gennaio), quindi sono ancora un po' rossi ^_^
Che ve ne pare?

Bene! Ora posso dire che l'anno nuovo è cominciato con un po'di novità!

Ovviamente grazie a Pit, questo è il suo regalo di Natale!

A presto, prometto di ricominciare a scrivere quanto prima!

S.