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giovedì 24 ottobre 2013

Benvenuto, Autunno! (Mia nonna e il melograno)

Da cosa si capisce che è arrivato l'autunno, più o meno ufficialmente?
Generalmente la gente che vive e lavora in città se ne accorge dalle foglie degli alberi. Banale, ma può funzionare.
Chi abita in campagna magari vi parlerà dei paesaggi, delle sfumature, addirittura del caminetto.
Chi ha un terreno vi insulterà pesantemente. Perchè quando si parla di castagne, nocciole, uva e cose caratteristiche il sentimento generale è "Non si raccolgono da sole, eh."
Già. Stessa cosa vale per mia nonna. Io non vivo in campagna, sto a Roma Nord, a Labaro. Mia nonna non ha un terreno, ma ha una piccola casa praticamente in mezzo strada. Però ha un giardino... e il pollice più verde che io abbia mai visto (nel suo giardino ho visto germogliare canne di bambù di quelle che si usano per reggere le piante). Se esistono da qualche parte gli Elfi (e io sono convinta che stiano da qualche parte in Romagna), beh, mia nonna discende da loro.
Quindi, il problema del giardino di mia nonna è che non ha le piante, in giardino. Ha gli alberi. Tra gli altri un famoso albero di nespole che mi ha sfamato nella prima infanzia e un'albicocco che in origine era un pruno. No, non fornirò ulteriori spiegazioni su questo, le stiamo ancora cercando noi stessi.

Il punto è che, forse ancora disperata per la perdita a causa del Punteruolo Rosso, della gigantesca palma che stava velocemente prendendo possesso del giardino, mia nonna mi ha telefonato ieri mattina, annunciando che "I melograni si stanno spaccando". Questa frase è una sorta di parola d'ordine che negli anni abbiamo imparato a non prendere sottogamba, perchè inevitabilmente porta a mesi e mesi di malumore perchè "Se vi piacciono tanto venite a prenderli, no?".
Giusto. Solo che, anni fa, piantando il melograno, nessuno si è chiesto se la sua posizione per doverne successivamente raccogliere i frutti fosse ottimale. Infatti attualmente il melograno si trova immerso in un cespuglio di asparagi e i suoi rami dalle foglie delicate si mescolano con il vicino limone. E proprio tra i due, uno splendido stelo di rosa che misura almeno tre centimetri di diametro.

Bellissimo, vero?
NO! No, che non è bellissimo! Ma avete studiato botanica a scuola? Ma lo sapete quante spine hanno gli asparagi? Ve lo dico io! Hanno SOLO spine, niente foglie! Sorpresa? E se vi dicessi che le spine del melograno sono molto più lunghe e resistenti di quelle degli asparagi? E che si nascondono in mezzo ai ciuffetti di quelle foglioline così carine? E i limoni? Vogliamo parlare dei limoni? Quell'albero ha almeno trent'anni... le spine hanno lo stesso diametro della rosa. La ROSA!!! Tutte quelle spine non erano abbastanza, vero? No, in mezzo doveva per forza esserci una rosa.


Bene. Quindi quando arriva la telefonata penso "Ottimo. Le dico che ho da fare, poi fingo di dimenticarmi e..." TERRORE. Se tutto va bene prossimamente non avrò il tempo di stare appresso ai melograni. Quindi serve un'azione repentina.
"Sto arrivando."

Ora. Quella che vi ho descritto è una trappola naturale poggiata contro una rete di ferro arrugginito. Però in compenso non avrei potuto farcela da sola. Fortunatamente c'erano i miei adorati nonni ad aiutarmi.
Mia nonna, che non percepisce bene la profondità perché ci vede da un solo occhio, ha un ginocchio che rischia di frantumarsi da un momento all'altro e un inizio di Parkinson. E' una persona che io stimo profondamente, davvero e ho ripreso molto più da lei che dal resto della famiglia.
Ma ve lo giuro, vi sareste agitati anche voi se si fosse proposta di aiutarvi con l'unico strumento che la aiuta quando non arriva ai rami più alti: UN BASTONE DI LEGNO DI DUE METRI CON UN CHIODO PIANTATO IN CIMA, CHE SPORGE DA ENTRAMBI I LATI. Per afferrare e tirare i rami a pochi centimetri dalla mia faccia. E il Parkinson. Non scordiamoci del Parkinson.

"Aspetta, ho un'idea!"
"NO, NONNA, NO! NON LASCIARE!!!"

Bene.
(Vi giuro che mi ha appena telefonato. Deve aver sentito che scrivevo di lei.)
Il raccolto. E siamo solo a metà dell'albero. Temo la seconda telefonata...

Altro aiutante indispensabile nonno, con l'Alzheimer. Che ci passava mannaia, accetta e tutto quello che serviva.
Come si dice, stavo in una botte di ferro.
Ora, immaginate di stare in bilico su un muretto, con a sinistra la rete con la ruggine, a destra e in alto un intrico di melograno, limone e rosa e la nonna da dietro che dice "Tranquilla, adesso ci penso io!" brandendo il suddetto bastone chiodato.
Senza parlare degli insetti. Fortunatamente io non ho problemi con gli insetti. Probabilmente ora sono maledetta da Lolth per quante ragnatele ho distrutto con le cesoie, le mani, la testa, il naso etc. Però la maledizione non è niente in confronto alle punture che mi sono trovata sugli avambracci - unica parte scoperta (perchè altrimenti mi sarei impigliata ovunque... cioè, non che non mi sia impigliata lo stesso, ma la pelle si rimargina, i vestiti no).
E comunque, sapete quanti moscerini possono nidiare in UN SOLO frutto?
Ecco, so solo che a un certo punto il succo di melograno mi ha fatto un po' paura perchè, sulla mia pelle, era MOLTO rosso e non sapevo se fossi stata punta, morsa o cos'altro.


Insomma, per farla breve, dopo due ore circa passate a fare violenza agli alberi di mia nonna (mi sono sentita molto Indy quando ho dovuto accettare di violenza dei rami di limone per aprirmi la strada verso la mia meta) e quattro lavaggi delle mani, ho scoperto che poteva andarmi peggio.
A parte un graffio a forma di Y e una puntura di un insetto molto simile a una zanzara che non si voleva staccare dal mio braccio, ho solo due vesciche che si stanno già rimarginando e un buchetto su un dito. Poi ci sono un'infinità di graffietti e punture di minor conto, ma considerate le premesse mi è andata più che bene.

Stanotte ho sognato il palo con il chiodo. Penso che continuerò a sognarlo per un po'.
Ma sono sopravvissuta, quindi...

BENVENUTO, AUTUNNO!

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