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lunedì 7 febbraio 2011

Vita di tutti i giorni

Il tempo è relativo, non è vero?
Ma com'è che poi, quando hai dai tre ai sei appuntamenti nel corso della stessa giornata, sto tempo non è mai lungo abbastanza?
Mah...mi sarebbe tanto piaciuto sapere se Albert Einstein faceva impazzire colleghi, amici e donne facendo sempre e comunque ritardo e giustificandosi con un bel "Ma che vuoi che sia? Il tempo è relativo!".
Ultimamente mi riesce molto difficile organizzarmi la vita, cosa che in realtà non era mai successa. O meglio...è dalle superiori che mi capita di avere tre impegni diversi per la stessa sera...il punto è conosco troppa gente. Però adesso mi risulta veramente pesante costringermi a uscire di casa in tempo, soprattutto quando sono con i miei amici. E' come se mi sentissi libera di fare quei dieci minuti di ritardo che non ho mai fatto nella mia vita.
A parte questo, ultimamente un pò per lavoro, un pò per divertimento, passo più tempo con ragazzi e bambini che con i miei amici. Giusto o ingiusto che sia, a parte la stanchezza sono felice di questa cosa. Vedere tante giovani vite sbocciare davanti ai miei occhi è una gioia alla quale non rinuncerei per nulla al mondo.
Ci penso la sera prima di dormire e la mattina quando mi sveglio. Sono sempre stanchissima, ma quando mi ritrovo in mezzo a tanta energia è come se rifiorissi anch'io!
Certo, poi spesso e volentieri sono uno straccio per il resto del tempo, ma devo ammettere che ne vale la pena.
A parte tutta questa gioia, c'è un punto degli ultimi tempi che tollero poco. Ho voglia di giocare. Ho voglia di mettermi a pensare a cose assurde e potenzialmente irrisolvibili, di girare per boschi con un sacco di gente, di trovarmi in situazioni paradossali. La vita normale a volte mi annoia e mi stressa, perchè i problemi sono risolvibilissimi, non ci vuole niente. Un problema che non richiede nemmeno un'invocazione per essere risolto, però, di solito non da nemmeno un risultato del tutto soddisfacente. A volte mi trovo a perdere tempo per risolvere problemi del tutto banali e mi domando e dico: è vero che questa è la vita reale...ma che gusto c'è?
Ad esempio: si, è vero, faremo i libretti nuovi, e c'è chi si fomenta per prendersi tutto il carico di lavoro. Ma io più o meno so come andrà a finire: sarà tutto da rivedere, molto da rifare, e bisognerà interfacciarsi con un agente esterno da convincere da capo.
Certo, ciò semplificherà di molto la mia domenica, ma...in fondo in fondo...tra quando scrissi "Sola Fides Sufficit" (Il trattato di Ri su Rahs N.d.A.) e tutto questo tempo passato sui libretti dei canti...era più artistico il primo...e ha riscosso un sacco di successo, no? (Si, sono malata di mente, mi rendo conto...era un esempio da Nerd)
Quindi...tutto ciò per dire cosa? Facile: come si calcola secondo voi il rapporto tra l'importanza delle cose e il tempo impiegato per farle? C'è in tutto ciò un algoritmo che possa aiutarci? (sono sempre stata pessima in matematica)
Beh...spero di avervi fatto intuire il problema. Vi lascerei con una frase intelligente sul senso della vita...giuro, mi è venuta in mente ieri, ma adesso proprio non me la ricordo!

Alla prossima, direi...

1 commento:

  1. No, direi che un modo non c'è. Un sistema potrebbe essere pensare a cosa "ci guadagni", non in termini economici ma che cosa ti lasciano le cose che fai.

    G'X

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